Martedi, 12/11/2019 - E' stata la prima donna al mondo nella storia del cinema ad aver ricevuto una nomination al Premio Oscar come miglior regista, con il suo capolavoro “Pasqualino Settebellezze” (1975).
E quest'anno finalmente ha ricevuto l’Oscar alla carriera, a Los Angeles, consegnatogli dalle colleghe Greta Gerwig e Jane Campion.
Parliamo della grande sempiterna giovanissima novantenne Lina Wertmüller, regista, scrittrice, sceneggiatrice, ma, soprattutto, eclettica, ironica ed autoironica creatura di spettacolo come poche altre (ed ancor meno, altri).
Simpaticissima, infatti, la sua battuta, la sera del premio:
«Bisogna cambiare il nome a questa statuetta, perché Oscar? Chiamiamolo con un nome di donna, chiamiamolo Anna».
Qualche anno fa, nel 2015, alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, nella sezione Venezia Classici -Documentari, era stato presentato “Lina Wertmüller – Dietro gli occhiali bianchi”, un film di Valerio Ruiz, suo aiuto regista e stretto collaboratore, una bella biografia per immagini, narrazione e grande umorismo e malinconia sul viaggio esistenziale e professionale di Lina, ma anche un bellissimo e simbolicamente pregnante viaggio nella storia dell’Italia del dopoguerra. Gran conforto l’infanzia mia e di mio fratello. Erano gli anni dell’Avventuroso (la bella rivista a fumetti della Nerbini editrice di Firenze, quella che leggeva anche mio padre, a cavallo tra dei Trenta e Quaranta, n.d.r.) confidò Lina, in conferenza stampa di presentazione.
Disegni bellissimi, opere d’arte di Alex Raymond, di Lee Falk, i grandi disegnatori americani che erano cresciuti alla scuola di Michelangelo e che già realizzavano, coi loro piccoli capolavori su carta, inquadrature cinematografiche: una scuola meravigliosa ante litteram per Lina.
Dalle immagini inedite girate a Cinecittà, quando era aiuto regista di Federico Fellini in “8 e 1/2″, il documentario ripercorreva i luoghi dei suoi film più celebri, per scoprire l’universo artistico e umano di una donna che, sempre fedele alla sua vena ironica e grottesca, ha lasciato il segno in ogni ramo dello spettacolo in cui ha lavorato, cinema, teatro, televisione, musica, canzoni - un'eclettica, per l'appunto.
Un grande amore, quello di una vita, per suo marito, lo scenografo Enrico Job.
Ad accompagnare la visiva biografia, tante interviste esclusive agli artisti testimoni di una carriera intensa, in continua evoluzione, anche oggi che ancora dice di voler fare mille e mille cose. Tra questi, Isa Danieli, Giancarlo Giannini, Marina Cicogna e molti talenti stranieri come Martin Scorsese, Harvey Keitel, Nastassja Kinski e il severissimo critico cinematografico John Simon.
Il film, da rivedere, contiene una lunga serie d’inediti tra video, immagini e canzoni scritte dalla stessa Lina Wertmüller: poesia per gli occhi e per il cuore.
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