Settembre 2011 - Il movimento delle donne c’è, vivo e attivo
Bartolini Tiziana Giovedi, 25/08/2011 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Agosto 2011
Il movimento delle donne c’è, vivo e attivo. I due appuntamenti di Genova (Punto G) e Siena (Se Non Ora Quando) cui abbiamo dedicato il focus di questo mese sono stati l’incontro simbolico e fisico di tante e differenti donne e idee. Diverse tra loro per obiettivi ed impostazione, le due iniziative hanno ugualmente rappresentato la sempre viva capacità femminile di non arrendersi mai e di riprogettarsi, grazie all’intelligenza con cui si misura nella realtà che cambia.
Lo sguardo allargato al mondo e ai temi imposti dalla globalizzazione, finanziaria e culturale, è stato il fil rouge del Punto G, che si colloca e conferma nelle tradizioni del femminismo.
Dopo qualche settimana a Siena si è parlato di politica, rete, inclusività, accoglienza, competenze. Un vocabolo, ribadito come una delle caratteristiche fondative del Se Non Ora Quando, è stato trasversalità. Le presenze calibrate sul palco, come già era accaduto il 13 febbraio, ne sono state la certificazione: giovani e adulte, cattoliche e non, associazioni e singole, sindacaliste e imprenditrici, meridionali e settentrionali, destra e sinistra. Una cura particolare è stata posta nella rappresentazione della pluralità che le donne sono e compongono. La trasversalità meno scontata e più complessa riguarda gli orientamenti politici ed è una questione rilevante e delicata. Anche perché il concetto è variamente declinabile entro confini assai labili. Se per trasversale si intende qualcosa di obliquo, vuol dire che c’è un punto più basso e uno più alto, che c’è un punto di partenza. Ciò richiede delle condivisioni su cui poggiare la traiettoria da seguire che è, appunto, trasversale rispetto a tutta una serie di riferimenti (ideali, culturali, economici). La molla di SNOQ è stata l’indignazione, la richiesta di rispetto del corpo e della dignità delle donne, temi che hanno polarizzato l’attenzione e riempito le piazze. Da lì, unite, siamo partite e ora stiamo tentando di tracciare una diagonale che però dovrebbe farci superare (o ignorare, tralasciare, glissare) il molto altro su cui come donne dovremmo prendere parola pubblica: dal modello economico e di sviluppo, alla ri-definizione della libertà e dei diritti, ai beni comuni, alle priorità per la spesa pubblica. Si è scelto di non fondare un partito ma, stabilizzando una rete aperta e autonoma, si tenta di sperimentare qualcosa che potrebbe essere definito un movimento adulto, cioè capace di contenere e rispettare le diversità. Questo non esonera, però, dalla necessità di definire degli obiettivi strategici, indispensabili per alimentare delle connessioni che non possono accontentarsi della dimensione virtuale per avere una continuità. La nuova rete ha bisogno dei corpi e delle piazze, per rigenerarsi continuamente e mantenere la sua vitalità. Per tutelare la trasversalità, invece, gli intenti devono rimanere generici. Magari alti, ma sfumati. Come poter mantenere viva la tensione interna ed esterna ad un movimento così delineato? Risposte non ce ne sono e il dibattito rimane aperto.
E’ qui il nodo e lo snodo della sfida lanciata e che richiede ulteriore paziente impegno, anche dopo l’entusiasmo palpabile e contagioso di Siena. Non è detto che dissonanze debbano generarsi da orientamenti politici di segno opposto. Tanto più si avrà la capacità di percorrere con coraggio strade davvero innovative, tanto più potranno nascere sorprendenti affinità o inaspettate divaricazioni. Del resto trasversalità deriva dal latino transvertere, composto di trans ‘al di là’ e vertere ‘volgere’. Quindi è riposta nella capacità dell’andare oltre la possibilità di dare sostanza e gambe a quel ‘patto tra donne diverse’ che è stato proposto a Siena. Lo abbiamo sottoscritto tutte insieme, quel patto, grande promessa di generose novità.
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