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Un mobbing sudbolo

Un mobbing sudbolo

Strategie private -

Melchiorri Cristina Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Aprile 2007

Gentilissima dottoressa, Le scrivo perché credo di avere un problema. Mi spiego meglio, ho 37 anni e da 10 lavoro per un’azienda che produce software come impiegata. Da due anni la figlia del mio responsabile mi affianca in mansioni di segreteria. Poiché la società non è molto grande, mi occupo contemporaneamente dell’editing delle presentazioni, di contabilità e di assistenza al Direttore Generale. Il lavoro è molto e spesso devo fermarmi oltre l’orario per finire le pratiche più urgenti. Comunque, gli straordinari non sono retribuiti. Nonostante la mia buona volontà, da qualche tempo il mio responsabile si lascia “sfuggire” commenti quali “Lei è distratta”, “cosa fa quando non ci sono?”, “si fa sempre gli affari suoi”, “Le segno in rosso gli errori come alle elementari”… commenti di questo tipo insomma, sempre fatti con il sorriso mettendomi in imbarazzo di fronte ai colleghi. Può comprendere bene come ci rimango io che mi sono sempre comportata correttamente, che non ho fatto mai un pausa più lunga di quello che mi spettasse e che quando sto poco bene, mi presento lo stesso al lavoro. Sono sempre stata tranquilla e sicura di me mentre da qualche tempo mi sento ansiosa e non riposo bene.

Penso spesso a cambiare lavoro ma le aziende ormai propongono contratti a progetto o a tempo determinato e quando mi presento per un colloquio mi sconsigliano di lasciare un lavoro “sicuro” per uno precario. È possibile che io sia diventata oggetto di “mobbing” da parte del mio capo? Può darmi un consiglio per affrontare questa situazione?



Lettera firmata





Il “mobbing” (dall’inglese TO MOB = attacco) è una pressione esercitata sul luogo di lavoro attraverso comportamenti aggressivi o vessatori ripetuti, da parte di colleghi o superiori. Da quello che mi scrivi potresti essere vittima di questo fenomeno, anche se è difficile da provare. Che siano fatti o no con il sorriso, i commenti che riporti sono un vero modo per metterti a disagio, che generano un senso di inquietudine e di insicurezza, insonnia e problemi depressivi. Nelle donne, soprattutto, le pressioni psicologiche possono produrre complessi di inferiorità, senso di inadeguatezza e un forte abbassamento dell’autostima.

Il rischio è che la vittima lasci il posto di lavoro pur di cambiare. Come sopravvivere al mobbing? Non esiste ancora una legislazione precisa relativa al mobbing, anche se rientra nei reati previsti e penalmente perseguibili e c’è una scarsa giurisprudenza.

Qualche consiglio. Fai un diario. Registra ora e data, descrizione di ogni commento, annotando se c’erano testimoni presenti; Tieni un resoconto dei risultati psicofisici che questo produce, al fine di un’eventuale richiesta di risarcimento per lesioni personali; Trova colleghi disposti a testimoniare le situazioni che vivi; Cerca di parlarne con le persone che ti sono vicine, non per focalizzare il dramma che stai vivendo ma anche, e soprattutto, come conforto; Iscriviti ad un’associazione contro il mobbing, verificando che sia apolitica e che non abbia scopo di lucro; Rivolgiti ad un buon avvocato, che non abbia contatti con la tua azienda e, se ritieni che sia il caso, ricorri alle vie legali; Infine, come fare a cambiare lavoro? Se la situazione non la trovi sostenibile, cerca un’alternativa. Nessuna persona deve restare in una condizione che la mortifica, lavorativa o personale che sia!

(26 aprile 2007)

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