Un luogo accogliente dove denunciare la violenza di genere
In sinergia tra istituzioni pubbliche e private, a Sala Consilina (Sa) è stata inaugurata una Stanza per le audizioni delle donne che trovano il coraggio di dire No alla violenza di genere subita
Martedi, 13/07/2021 - Lo scorso 8 luglio è stato inaugurata a Sala Consilina (Sa), presso la caserma del Comando zonale dei Carabinieri, la Stanza per le audizioni delle donne che trovano il coraggio di denunciare la violenza di genere, di cui sono vittime. Si è così concretizzato il progetto, denominato “Non sei più sola”, che il comitato Se non ora quando-Vallo di Diano, d’intesa con altri soggetti privati, quali il club Lions Sala Consilina-Vallo di Diano e la Banca di Credito Cooperativo Monte Pruno di Roscigno, ha posto in essere con l’Arma dei Carabinieri. Il menzionato progetto nacque nel 2019 dalla consapevolezza che una vittima di violenza familiare abbisognasse anche di un luogo accogliente dove sentirsi compresa ed aiutata nel difficile cammino di fuoriuscita dalle angherie sopportate.
Difatti in tali situazioni la paura di sbagliare un passo importante della vita propria e dei propri figli è forte, anzi fortissima. Oltre alla comprensione delle sue difficoltà, oltre al calore umano posto in essere dagli operatori pubblici, i promotori di “Non sei più sola” ritenevano fosse importante per la denunciante anche avvertire più familiare l’ambiente, in cui si sarebbe presentata per raccontare i suoi problemi e ricevere l’idoneo aiuto istituzionale. Occorreva un ufficio che si spogliasse del suo carattere impersonale e burocratico, per divenire una sorta di spazio domestico in grado di farla sentire a proprio agio. Un luogo ove dare ospitalità anche ai figlioletti, che eventualmente l’avrebbero accompagnata, dotandolo di giochi e suppellettili a misura di bambino.
Questo è il senso che si è voluto dare alla Stanza d’ascolto, che è stata inaugurata pochi giorni fa a Sala Consilina. Si tratta della seconda stanza per le audizioni protette nell’intero comprensorio provinciale, congiuntamente a quella presente a Salerno presso il Comando provinciale dei Carabinieri. Al suo interno chi l’ha ideata ha voluto fortemente rappresentare con un dipinto il coraggio di una donna decisa a dare una svolta alla sua vita, dicendo No alla violenza di genere che subisce. In questa prospettiva una grossa mano è stata offerta da una giovane artista valdianese, Vanessa Vespoli, che ha immaginato e raffigurato una donna dalle sembianze di un albero, con le sue braccia-rami protese verso l’alto e ricoperte di nuove foglioline. Così la decoratrice ha fatto proprio il moto dell’animo di chi voglia riuscire a credere che la sua vita possa aprirsi a nuove prospettive, solo che non si faccia risucchiare dall' impotenza della rassegnazione.
Occorre, infatti, un cambio di passo culturale sia da parte delle vittime della violenza maschile contro le donne che dell’intero consesso sociale, affinché tale fenomeno sociale non si configuri come impossibile da debellare. Gli abusi e le sopraffazioni, sia a carattere fisico che psicologico, non devono costituire un destino ineludibile, contro cui nulla possa operarsi. Di qui la necessità di mettere in campo in maniera sinergica una efficace rete di contrasto alla violenza di genere tra le istituzioni pubbliche e private, perché solo condividendo gli obiettivi e calibrando le strategie si potrà adeguatamente aiutare le vittime, intenzionate a mettere fine agli abusi e prepotenze perpetrate ai loro danni. In questo cammino nuovo della propria vita necessitano di essere sostenute idoneamente, altrimenti si incorre nel rischio che possano tornare indietro sui loro passi, con quel che di nefasto può conseguire a tale scelta.
Certo un ambiente familiare dove essere accolte al momento della denuncia contro il proprio partner abusante può configurarsi come un elemento che agevoli la predisposizione d’animo, congiuntamente alla professionalità dell’operatore a cui si rivolgeranno per raccontare la violenza subita da sé ed i propri figli. Necessitano, indubbiamente, dopo questo primo passo ben altre forme di supporto, sia a carattere abitativo che, più in generale, economico, misure di cui indubbiamente debba farsi carico lo Stato. Come eguale sostegno dovrebbe essere posto in essere dalle forze dell’ordine, dagli operatori sociali e sanitari, dai magistrati, tutti in egual misura idoneamente preparati a comprendere gli elementi caratterizzanti la violenza di genere, che a buona ragione il presidente Mattarella ha definito ”un’emergenza sociale”.
Come componente del comitato Se non ora quando-Vallo di Diano, con il progetto “Non sei più sola” ritengo che abbiamo onorato a pieno il fine del nostro movimento, ossia rendere l’Italia un Paese a misura di donna, in particolare di quante subiscono violenza di genere. Al grido che risuonò nelle piazze e per le strade di tutta Italia il 13 febbraio 2011, ossia “Se non ora, quando?”, le manifestanti risposero “Adesso! Ora!!!”. Ebbene dall’8 luglio scorso a Sala Consilina quell’Ora ha trovato modo di realizzarsi in forma concretamente fattiva. D’ora in poi, infatti, le donne vittime di violenza di genere troveranno presso la caserma del Comando zonale dei Carabinieri un luogo accogliente da cui idealmente e concretamente iniziare a costruire un futuro migliore per sé stesse ed i propri cari, nella consapevolezza che la violenza subita non dovrà più configurarsi come una sorte inevitabile.
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