UDI - L’UDI (Unione Donne in Italia) ha rinnovato i suoi organismi nazionali
Martedi, 27/12/2011 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Gennaio 2012
“Sentiamo l’urgenza di interventi forti e autorevoli nello spazio pubblico per impedire che si compiano ulteriori scippi di conquiste faticosamente acquisite mentre sarebbe necessario ascoltare le donne e le loro proposte. Le discriminazioni in Italia non sono mai terminate e troppe sono le leggi male applicate se non addirittura ignorate. Troppe le istanze disattese: dalla rappresentazione offensiva che del corpo delle donne offrono pubblicitari e media, alla violenza sessuata che sempre di più colpisce le donne, fino all’impossibilità per i talenti femminili di esercitare una meritata leadership nel settore privato e in quello pubblico. Alle donne in questo Paese è realmente negato persino il diritto di contribuire, come soggetti politici, al superamento di questa fase così difficile e continuare in una battaglia storica di libertà e protagonismo”. Con questo spirito Vittoria Tola e Grazia Dell’Oste, neo elette Responsabili nazionali UDI, si accingono a dare il loro contributo alla storica associazione delle donne italiane.
Il comunicato diffuso a conclusione dell’incontro romano illustra la tappa appena conclusa. “Con la conclusione del XV Congresso, per l’UDI si apre una fase di rinnovato impegno sui temi che da sempre hanno contraddistinto le attività e le battaglie di una associazione che storicamente è stata e rimane punto di riferimento delle donne in Italia.
Un intenso dibattito ha contraddistinto sia il Congresso di Bologna (21/23 ottobre) che l’Assemblea nazionale di Roma (3 e 4 dicembre 2011). Entrambi hanno visto una partecipazione attiva e appassionata delle iscritte, provenienti da tutte le regioni.
Le questioni affrontate sono state impegnative sia sul versante dell’organizzazione interna, attraverso alcune significative modifiche dello statuto e il conseguente rinnovo degli organismi, sia sul piano degli obiettivi a medio e lungo termine.
L’Italia non è mai stato un paese per donne per il maschilismo che la caratterizza a tutti i livelli, ma l’attualità della politica e delle scelte che il governo sta operando sono destinate ad incidere profondamente nel nostro Paese per gli anni a venire e l’impatto sarà particolarmente forte nella qualità della nostra vita. Le scelte non sono mai neutre. Pensiamo ai tagli sui servizi pubblici e al prolungamento della vita lavorativa delle donne, così come al preoccupante aumento della disoccupazione e della precarizzazione del lavoro, fenomeni prevalentemente femminili. Accanto a questo, l’attacco all’autodeterminazione delle donne con il depotenziamento dei consultori, alla carenza di asili nido, alle permanenti difficoltà nell’applicazione della legge 194, alla mancanza di una vera democrazia paritaria. In tal senso riteniamo particolarmente grave la scarsa rappresentanza femminile nelle assemblee elettive. Mancanze che contribuiscono ad erodere quegli spazi di libertà e di protagonismo che anni di lotte avevano conquistato.
L’UDI, continuando il suo cammino, che ha confermato anche negli ultimi anni con campagne mirate su diversi problemi, rimane punto di riferimento. Pur senza rinunciare ad iniziative proprie, come è nella sua tradizione, con spirito di collaborazione si misurerà con le sfide dell’attualità, consolidando ove già esistono o costruendo nuovi rapporti e sintonie con le donne organizzate e non, sensibili a problemi di comune interesse”.
I nuovi organi dell’associazione sono, oltre alle due responsabili della sede nazionale UDI, la Segreteria, il Coordinamento nazionale composto di donne rappresentative di tante diverse città d’Italia, il Comitato delle Garanti e la Tesoreria.
MEDITERRANEA, per incontrare le donne che “vivono intorno al Nostro Mare”
L’idea di fondo è “la gestione politica delle differenze teoricamente non componibili”, una pratica politica che “esclude forme di relazione che non si fondino sull’autorevolezza ed il riconoscimento reciproco”. Giovanna Crivelli così spiega le premesse da cui parte MEDITERRANEA, iniziativa che è “il cuore politico dell’UDI di Catania, base anche per possibili progetti comuni e di reciproco sostegno e solidarietà con le nostre sorelle che vivono intorno al Nostro Mare” e di cui cura la parte grafica. Carla Pecis, motore e responsabile di MEDITERRANEA, è una di queste sorelle. Ha lavorato per quindici anni con le donne egiziane, tunisine, palestinesi, libiche e irachene. “Il vederle in questi mesi in movimento e sentire una nuova carica nelle loro voci al telefono è stato molto coinvolgente a livello personale e come UDI di Catania abbiamo sentito di fare qualcosa anche perché noi qui in Sicilia siamo a due passi da quel mondo che si stava rimettendo in movimento. Non potevano non colpirci i visi delle migliaia di donne e ragazze che stavano scendendo in piazza, con o senza velo, da sole o con mariti e figli. Si sta disegnando un nuovo modo di parlare e immaginare il futuro del Mediterraneo, fuori dai riti stanchi delle centinaia di convegni e protocolli euro mediterranei. In questo processo noi, donne siciliane, ci vogliamo essere”. L’entusiasmo di Carla è contagioso e se ne colgono lontane e condivise sofferenze con quelle donne, donne e realtà che oggi MEDITERRANEA vuole raccontare, anche grazie ad una rete di contatti personali e alla ricerca attraverso pubblicazioni, siti o report di convegni e eventi internazionali “L’obiettivo è far circolare in rete notizie e qualche riflessione sull’attualità del vivere delle donne del Mediterraneo attraverso una raccolta di brevissimi articoli che trovano spunto dalla stampa europea e araba. I temi sono quelli dei diritti delle donne e dei bambini, della produzione legislativa in materia di parità nei vari Paesi, dell’opposizione delle donne alla guerra e allo sfruttamento, del protagonismo femminile nel nuovo che avanza e contro il vecchio che resiste sulle due sponde. Molto spazio è dedicato alle protagoniste delle primavere arabe, fino ai paesi del Golfo. Vogliamo sollecitare interessi, ricerche, scambi tra esperienze di donne che si conoscono personalmente o che hanno un primo approccio sul web, arrivando dai sentieri più diversi”.
Quando è partita MEDITERRANEA? “Abbiamo messo in rete il primo numero ad aprile 2011 e pensiamo di mantenere una forma mensile di raccolta di news brevissime, aggiungendo qualche ‘speciale’ altrettanto snello, così come abbiamo già fatto dedicandone uno alle donne di mafia e uno sul punto in cui sono le primavere arabe dopo circa un anno”. I prossimi appuntamenti? “A gennaio presentiamo il progetto all’Università di Catania e stiamo preparando incontri con le scuole in occasione del prossimo 8 Marzo. Abbiamo una diffusione dentro l’UDI, dove speriamo di essere di supporto a iniziative dei vari territori, e tra organizzazioni di donne che si occupano dell’area geografica e dei temi specifici. Certamente dobbiamo curare e incrementare la diffusione e anche per questo cerchiamo contatti e consigli. Abbiamo notato con piacere che il lavoro fin qui fatto ha suscitato l’interesse anche di settori e persone ‘non specialiste’, che ha consentito molto contatti. Questa era esattamente l’obiettivo che avevamo: favorire un processo di scambio e relazione che cammini sulle sue gambe, in cui noi siamo una parte di lavoro nel vasto mondo delle organizzazioni affacciate sul Mediterraneo e che pensano al futuro con le donne e le ragazze”.
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