Donne Impresa - “Donne e Economia” è stato il tema della IX Convention di Donne Impresa.
Rita Casula Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Dicembre 2007
“Donne e Economia” è stato il tema della IX Convention di Donne Impresa che si è svolto a Roma il 7-8 novembre. Il tema della Convention di questo anno nasce soprattutto dalla riflessione che nel nostro Paese le donne che lavorano sono quasi dieci milioni e dalla esigenza di conoscere, seppure per grandi linee quanto questo lavoro pesi nella economia del Paese considerato che in tale senso non esistono statistiche di genere.
La nostra ricerca “Donne ed Economia” che è parte dell’Osservatorio sulla imprenditoria femminile artigiana in Italia che abbiamo attivato tre anni fa come Confederazione, partendo da dati dell’Istituto Tagliacarte stima che il valore prodotto dalle imprese al femminile del comparto nell’anno 2006-2007 ammonta a quasi 27,5 miliardi di euro contribuendo allo sviluppo complessivo del nostro Paese per il 2,2% del PIL.
Quindi un contributo importante a cui dovrebbe, in qualche modo, associarsi anche la stima del lavoro non retribuito ovvero di quel lavoro che le donne svolgono quotidianamente nell’ambito della famiglia, un lavoro oscuro ma importantissimo che spesso diviene prioritario e porta le donne ad uscire dal mercato del lavoro. E’ questa una partita su cui c’è ancora poco dibattito forse proprio perché comporta implicazioni sociali molto forti. D’altronde che cosa fanno le politiche economiche in tale senso? Pochissimo se pensiamo alla esiguità degli assegni familiari, alle pensioni sociali delle casalinghe, agli aiuti per i costi della salute e della invalidità.
Si dovrebbe però lavorare di più su una cultura del lavoro femminile, enfatizzandone l’aspetto valoriale, affinché le donne si pongano al “centro” e quelle che hanno un lavoro non escano dal mercato facendo diventare prioritari altri fattori soprattutto familiari e soprattutto non considerino il partner la principale fonte di reddito. E’ questo un aspetto culturale su cui dobbiamo riflettere: il carico familiare va condiviso fra i coniugi considerando che il 55% delle donne asserisce di lavorare per contribuire al bilancio familiare. Si comprende quindi come una loro uscita porti a problemi di impoverimento delle famiglie anche gravi. C’è però un clima di stanchezza che serpeggia nel Paese e che credo, come ha sostenuto anche Chiara Saraceno, porti le donne a rimanere in casa, a non cercare lavoro, nella convinzione che è inutile tanto non lo troveranno. E con questo clima sarà difficile raggiungere gli obiettivi di Lisbona.
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