"Un fiore tra le spine" di Ler ovvero il senso dell'incompiuto
Tutta la poesia di Ler (Ler, Un fiore tra le spine, Susil Edizioni, 2012, seconda edizione) oscilla tra l’alto e il basso: tra l’alto, cioè il sogno, le nuvole, le terre lontane, e le umane forme, cioè, l’essere ancorati – inchiodati – alla re
“Un fiore tra le spine” di Ler ovvero il senso dell’incompiuto
Tutta la poesia di Ler (Ler, Un fiore tra le spine, Susil Edizioni, 2012, seconda edizione) oscilla tra l’alto e il basso: tra l’alto, cioè il sogno, le nuvole, le terre lontane, e le umane forme, cioè, l’essere ancorati – inchiodati – alla realtà, al suolo. È un continuo lasciarsi andare e resistere, un incessante alternarsi di ideale e divino, e di umano e concretezza di vita reale:
I miei piedi
camminano
su un terreno
di realtà.
Ci sei, p. 26
Nulla sfugge alla poetessa che riflette, osserva e indaga - con bisturi affilato - anima e corpo, tempo e spazio.
Certo la lontananza trionfa e come potrebbe non essere altrimenti? Tutto è mistero, amoroso mistero (Amoroso mistero, p. 20):
Il mistero
ama i suoi veli.
Accarezzano
i miei sensi,
donandomi
qualcosa
di sospeso.
Mistero, p. 21
Tutto è sfocato, tutto proviene Da una terra (p. 19), questo Oriente anche, non così lontano poi, per catapultare la poetessa nel pieno di un tramonto siciliano (p. 20).
Ma c’è una via di mezzo: camminare sulle acque, punto d’unione / tra cielo e terra (p. 29). La poetessa ha viva la percezione della vita come fluire, movimento. Ecco espresso questo sentire nella metafora dell’acqua (sorgente, ruscello, baia, mare, sponde, onde, ecc.):
Cammino sull’acqua,
l’umana arca
affonda.
Cammino sull’acqua
inquinata
e confusa.
La superficie
solo apparenza
di circostanza.
La luce,
un alogeno artificiale
per illuminare
il fondotinta
della spenta facciata.
Afrodite
è in soffitta.
Indossa gli abiti
della nonna.
In un baule
di miti narrati
le sue radici.
Afrodite
ritorna all’aria
dall’umano
appestata.
Immergiti nell’acqua
con me.
Cammino sull’acqua, p. 38
C’è da chiedersi: chi camminava sulle acque?
A mio avviso questa lirica è centrale nella raccolta della poetessa, è emblematica del suo percepire: il tema dell’acqua rappresenta l’elemento materno e femminile senz’altro (e noi sappiamo quanta femminilità, quanto Eros, c’è nella silloge!). Bellissima immagine quella di Afrodite chiusa in soffitta, che indossa gli abiti della nonna: Afrodite / è la tua Dea (Cuore sensibile, p. 25). I miti narrati sopravvivono ma bisogna spolverare la dea e fare immergere nell’acqua anche lei…Ler cerca la complicità della Dea, della Dea più seducente per bellezza, il cui culto, di origine asiatica, è celebrato in numerosi santuari della Grecia, e principalmente a Citera. Simboleggia le forze incontenibili della fecondità, non nei frutti, ma nel desiderio appassionato che illumina nei vivi. Spesso è rappresentata tra le belve che la scortano. L’unico fine della sessualità è la fecondità? È possibile umanizzare l’atto sessuale indipendentemente dalla procreazione? Sì, il mito di Afrodite rappresenta la gioia di vivere e le forze vitali, è l’amore sotto la sua forma fisica, il desiderio e il piacere dei sensi:
…
Nei sensi
la mia femmina
fluisce
al richiamo
del flauto
e inebriata
la delizia
trabocca
di nettare
Il vino del mistico, p. 24
L’acqua è la cuccia, il nido della poetessa, l’elemento che sa cullarla (nella poesia Onde, p. 45, il verbo cullare è ripetuto tre volte).
Nel pur problematico rapporto con gli uomini (Meditazione per uomini, p. 27) e nel pretendere da te / uomo / vette molto alte (L’innaffiatoio prepotente, p. 30),
Ad uno
aspira
la mia femmina
nel suo anelito
profondo e
sensuale.
Il suo desiderio
non è poca cosa
per l’umanità.
La porta uterina del cuore, p. 28
e Alchimia. / Uomo e Donna (Peccato, p. 43).
L’incontro con l’altro è l’incontro con il Sublime, con il Divino, è il punto / d’unione / tra cielo e terra (La porta uterina del cuore, p. 29)
Preponderante è un’altra metafora, quella della luce: C’è la luce del desiderio: Nell’attesa, / il suo desiderio / è una lanterna accesa (La baia, p. 34); c’è la luce dell’intimità, del fuoco acceso; c’è la luce ancora degli occhi lucenti per la festa…
Nella raccolta si avverte, in contrapposizione anche con il tema della luce, il tema dello spleen, del disagio delle ali / appesantite / dal denso vivere…(Con ali gentili, p. 50)…)…del frustrato e / malato esistere (Scrivere per amare, p. 39). Nell’esortare ad aprire gli occhi su di un mondo malato, s’alza il grido di dolore della poetessa, l’urlo avanza / nella notte…tu sei impotente…il futuro è un inganno….il mondo sta morendo…È la solitudine / piena di quotidiano (A mia madre, p. 51), è il male di vivere di antica memoria (Charles Baudelaire, I fiori del male) e le scintille / divine / sprecate….(Un falso filo di perle, p. 49).
Per concludere vorrei fare alcune considerazioni sulla lirica intitolata Clown (p. 48):
Ciliegia
sul naso
occhi dipinti
e teneri.
I tuoi palloncini
deliziose magie.
I tuoi colori
dolci e attraenti.
Le mie labbra
ti assaggiano.
Mi commuovi.
Il clown è tradizionalmente la figura del re assassinato. Simboleggia l’inversione delle proprietà del re, nelle sue parole, nei suoi atteggiamenti, nel suo abbigliamento bizzarro. Alla maestà si sostituiscono l’irriverenza e la buffonata; alla sovranità l’assenza di ogni autorità; alla paura la risata; alla vittoria la sconfitta; ai colpi dati i colpi ricevuti; alle cerimonie più sacre il ridicolo; alla morte lo scherno. È come il rovescio della medaglia, il contrario della regalità: la parodia incarnata. Si avverte in sottofondo in alcune liriche appunto il tono derisorio, l’ironia. Quale re contesta e vuole assassinare Ler? L’ipocrisia, le convenzioni, le banalità, le convenzioni, il conformismo, ecc. In cambio di cosa? Di magie, di colori, di sapori, di emozioni.
La penombra del mistero non è forse l’essenza della poesia?
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