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Un esempio di quotidiano scempio ovvero una pioggia di insulti su di noi

Un esempio di quotidiano scempio ovvero una pioggia di insulti su di noi

Esperienze personali metropolitane claustrofobiche metro/lavoro/spazi sfiniti

Venerdi, 17/02/2012 - Roma 10 febbraio 2010



In occasione dell'imminente tormenta romana e sollecitata dalla poetica ispirazione dei grani di sale accuratamente sparsi sul marciapiede della stazione di Pietralata che la pioggia già sta sciogliendo, stamattina ho ripensato ad una notizia apparsa sul corriere.it del 15 settembre, notizia delle 10:43 che ho appena riletto. Si ipotizzava un accorpamento tra realtà pubbliche e private per accedere ai fondi europei sulla mobilità sostenibile. Chissà perché concordo con la giornalista che ha scritto l'articolo nel ritenere che, a causa dei soliti conflitti d'interesse, di certo si trattava dell'ennesima bufala e lo dico a ragion veduta considerando che mi son ricordata di essere stata vittima di una mezz'ora di “alienazione” nella metropolitana di Roma i primi giorni di settembre (ora di punta: 8:05).



Mentre agonizzavo affidando la mia vita ad una sorta di training autogeno per resistere in assenza dell’ossigeno vitale, mi domandavo se un cittadino e un lavoratore sono sempre la stessa persona, in Italia! La risposta non è arrivata e purtroppo il mantra non ha funzionato. .



Il mattino ha l’oro in bocca diceva qualcuno, certo il film era Shining...



Quando sono riuscita a superare la pericolosa apnea in cui ero caduta, comodamente seduta su un altro treno privo di giallognoli zombie incalzanti, mi è venuto in mente La Signora di Shangai di Orson Welles e quel punto meraviglioso in cui si dice che non esistono persone in gamba ma solo persone con dei vantaggi come un conto in banca, uno sfollagente, una voce al microfono. Sì, avrei voluto possedere un grande vantaggio in quel momento, quello di un elicottero! Eh sì! Luoghi comuni, routine… La storia sta per spazzare via la nostra prosopopea, quella di cui ci avvaliamo pensando di essere più intelligenti di tanti animali che tuttavia tengono in vita i propri simili... Noi ci stiamo stritolando con le nostre mani e stiamo stritolando anche i nostri figli in vite scarsamente ossigenate...



Finiremo tutti a fare balconing? C'è poco da ridere...



Lo spietato darwinismo wellesiano, lo aggiornerei dicendo che chi sopravvivrà, alla lunga, non sarà soltanto chi avrà doti individuali eccezionali e/o vantaggi, ma chi saprà aggregarsi in comunità sane, rette, equilibrate e ben organizzate. Vivrà dignitosamente chi riuscirà a muoversi agevolmente nel mondo e soprattutto negli spazi della propria quotidianità.



Il grande progetto capitolino del car-sharing, ad esempio, che fine ha fatto? Le metropoli sono destinate ad esplodere se non si doteranno di mezzi alternativi, di mini-car elettriche, filobus, piste ciclabili, ma ancor più se non si limiterà, tout court, anche l'uso di tutto ciò che viene definito ibridamente "ecologico".



Ma, tornando alla domanda iniziale, cosa significa in Italia essere un lavoratore? Forse significa avere tutele non trasparenti, riuscire raramente a fare un lavoro che ci piace anche dopo estenuanti gavette, abituarsi a non avere effettive possibilità di scelta, anche perché i lavori migliori non finiscono certo nella vita di quelli più meritevoli e più adatti a svolgerli...



Eppure dobbiamo subirci "Socrate" , voce di governo ben oleata ( prima serata - Rai1) che ci racconta l'importanza di essere un fenomeno paranormale e di avere il quoziente intellettivo di un extra-terrestre, per avere la gratitudine di un paese tremendamente meritocratico.



Contemporaneamente siamo bombardati da insulti da parte di un governo di "maestrini" col percorso di carriera introiettato col latte materno ma anche mediamente più capaci di noi tutti messi insieme. Loro infatti sono riusciti a convincere i mercati del mondo a darci fiducia dopo una folgorante e geniale manovra che ci ha schiacciato l'esistenza con anacronistici balzelli.



Dunque da cosa sono rassicurati i mercati? Forse semplicemente dal contenimento di una guerra civile "NONOSTANTE TUTTO" in questo scorcio di civiltà dove è necessario sentirsi furbi pur essendo completamente cretini, bisogna farsi ingoiare da un mostro burocratico e deresponsabilizzante che fa ricadere ogni colpa sempre su noi stessi, essere ipocriti, concepire la comunità solo come clan mafioso, setta o scambio di foto jpeg su fb e sopratutto non comprendere mai veramente di cosa si occupi il sindacato, fantasma inquietante e incrollabile casta tra le caste che ormai agisce nell'occulta oscurità e ci aiuta soltanto a precipitare più velocemente verso l'assenza totale di diritti a colpi di abolizioni di articoli tutelanti, il tutto senza riuscire a portare a casa il risultato di un trionfante baratto se non su questioni di lana caprina.



Per fortuna stamattina avevo un bellissimo libro della Duras tra le mani “L’amante inglese”, che racconta con grande competenza come, nel corso della propria vita, nessuna donna sfugga mai alla banalissima accusa di pazzia!

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