Martedi, 24/09/2019 - WonderSofisticato e brillante, ironico e anticonformista, arriva nelle sale italiane, distribuito dalla “I Wonder Pictures”, il nuovo film di Lisa Azuelos, la regista e sceneggiatrice francese - figlia della cantante Marie Laforêt - resa nota da ‘Lol - Il tempo dell'amore’, con Sophie Marceau.
La protagonista, Héloïse, è una fantastica madre single (separata dal marito infedele), super-organizzata sul lavoro, con un ristorante da mandare avanti, e super-comprensiva con i suoi tre figli, ormai piuttosto grandi, che ama con tutto il cuore e che cerca di accontentare ed educare al tempo stesso nel migliore dei modi possibili. Finché la sua figlia ‘preferita’, la più piccola, quella per cui Héloïse ha sempre avuto un debole, la diciottenne Jade, vince insperatamente una borsa di studio per frequentare l’Università in Canada e deve perciò lasciare anche lei il nido familiare, evento che scatenerà in Héloïse, interpretata dall’affascinante e straordinaria Sandrine Kiberlain (l’attrice e cantante dal volto scolpito incorniciato da morbidi capelli biondi, interprete di moltissimi film francesi, fra cui ricordiamo ‘Polisse’ e ‘Le donne del 6° piano’) nostalgici ricordi e memorie dell’infanzia dei figli, e di Jade in particolare, da cui il titolo originale “Mon bébé”, la mia bambina.
Dunque Héloïse si improvvisa regista ed inizia a filmare o fotografare con il suo telefono (attraverso numerosi ‘selfie’ familiari) i momenti trascorsi insieme alla figlia prima del viaggio, rendendoli unici grazie alla complicità che ha sempre saputo creare con Jade, “la sua piccola”. Ripercorrendo i ricordi più preziosi che ha dei figli, visivamente le immagini scorrono dall’infanzia all’età adulta e viceversa, con dei flash back rapidi ed inattesi in ogni angolo della casa o nel giardino, mediante una risata o un gioco, Héloïse comprende che è il momento di dare un nuovo impulso alla sua vita e di cercare una nuova sé stessa.
“La prima idea per il film Selfie di famiglia - racconta la regista - è nata grazie al film Boyhood. La scena in cui Patricia Arquette affronta suo figlio che fa i suoi bagagli e parte, senza voltarsi indietro, mi ha affascinato ed ho pensato: "Quindi è così? Un giorno se ne vanno, è finita, è quello che mi succederà?" Mia figlia, all’epoca, studiava al liceo e già pensava di frequentare l’Università in Canada. Ho capito, con urgenza, che dovevo prepararmi a quel momento: quindi ho iniziato a filmarla con il mio telefono. Ho iniziato a filmare tutto, sempre, in modo da ottenere una traccia di questa vita familiare che è al centro della mia esistenza, da 25 anni. Ho ore e ore di filmati con momenti esilaranti di Thaïs: "Smettila di filmarmi, mamma, sei spaventosa! (mi diceva) ti prego, almeno a colazione, spegni il tuo cellulare!” All'inizio volevo realizzare un film da questi video, ma alla fine ho scritto questa storia, in maniera naturale. Nei miei video mancava ancora un personaggio importante: la madre, cioè me stessa. Era come se a quei ricordi filmati non avessi mai preso parte: è il paradosso dei tempi moderni!”
Con la direzione della fotografia di Antoine Sanier, le scenografie di Laurent Ott, i costumi di Emmanuelle Youchnovski e le musiche di Yael Naim, Selfie di famiglia ha una dimensione autobiografica, al punto che la figlia della regista stessa, Thaïs Alessandrin, recita nei panni della figlia della protagonista.
“ Per scrivere le mie sceneggiature - continua la regista - non ricorro alla fantasia: preferisco semmai guardarmi intorno, vedere cosa mi accade, valutarne l'importanza e rielaborarla a modo mio. La mia fortuna è quella di parlare di aspetti della mia esistenza in cui tanti riescono a riconoscersi. Credo che l'immedesimazione sia dovuta alla sincerità e alla spontaneità con cui mi approccio alle tematiche: più o meno, tutti abbiamo vissuto le stesse emozioni e il mio lavoro consiste solo nel trovare le parole giuste per raccontarlo".
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