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Un altro angolo degli esclusi: ciechi e cieche della Costa d’Avorio

Un altro angolo degli esclusi: ciechi e cieche della Costa d’Avorio

Chi vede poco o nulla, compresi gli albini e cioè chi nasce con pelle, occhi e capelli chiarissimi , nell’Africa nera, è condannato a una vita di stenti e a mendicare per le strade senza dignità , oltre , a rischiare pure la vita.

Mercoledi, 16/11/2011 - Chissà perché le notizie che ci arrivano dall’Africa non fanno rumore?

Intendo le notizie che riguardano “gli ultimi degli ultimi” e cioè di quella fetta di popolazione che non riesce neanche a comprendere il perché avvengano tante avversità e disgrazie nei loro confronti e che è costretta ad accettare qualsiasi atto di prepotenza e sopruso .

Chi vede poco o nulla, compresi gli albini e cioè chi nasce con pelle, occhi e capelli chiarissimi , nell’Africa nera, è condannato a una vita di stenti e a mendicare per le strade senza dignità , oltre , a rischiare pure la vita.

Ci giungono infatti notizie che i i rituali di morte non siano affatto rari ma continuano a persistere mentre nessuno batte ciglia.

Forse il commercio degli organi ci impedisce di parlarne perché potrebbe creare altre morti in chi denuncia questi incresciosi fatti?

Può darsi là, in quei luoghi, ma NON nel nostro Occidente dove, se ancora non siamo proprio riusciti a concepire la DISABILITA’ come una condizione normale, come una delle possibili situazioni di vita delle persone, almeno stiamo comprendendola e includendola nei nostri messaggi sociali.

Per questo è nato a Torino presso l’APRI (Ass. Pro Retinopatici e Ipovedenti Italia) il Comitato Non vedenti Africani, diretto da Jacqueline N'gbè, responsabile della Costa d’Avorio,la quale insieme ad altri esponenti di altre realtà africane e alle volontarie dell’Associazione stessa, sta lavorando per sensibilizzare tutti noi sull’importanza dell’informazione che risulta poter essere vincente sull’ignoranza, enorme barriera da abbattere velocemente.

Ma lo sapete che ancora oggi in molti villaggi si pensa che fare sesso con un’albina possa garantire successo e fortuna all’uomo che la stupra?

Forse è anche per questo che molte persone albine sono rinchiuse in casa. Chissà.

Taluni ritengono che essendo state concepite di giorno perché hanno la pelle chiara ed i capelli biondii come il sole, siano contrassegnate dal marchio di vergogna perché si dovrebbe copulare solo di notte, diversamente è tabù.

Altri, ritengono invece, che sia meglio nascondere tutti i ciechi, donne uomini bambini e bambine ipovedenti, perché queste persone rappresentano il peccato, frutto di una prostituta o donna di malaffare, vale a dire la madre che ha generato tale disabilità visiva.

Altri ancora ci hanno spiegato il significato di espianto ed asportazioni di organi vitali per “ingraziarsi” le divinità. Le credenze arrivano addiritura alla convinzione che chi preleva o possiede un testicolo reciso, possa essere facilitato nella seduzione nel caso fosse stato rifiutato da una donna ardentemente desiderata. Lo stesso vale per i capelli biondi, ritenuti d’oro, oppure per gli occhi ed il cuore che potranno garantire la vittoria ad elezioni politiche.

Non si può essere insensibili a queste pratiche arcaiche.

Oltre ad informare però, occorre anche compiere qualche passo per aiutare chi è più sfortunato di noi, magari facendo prevenzione oculare o portando in quei luoghi ausili tiflotecnici, videoingranditori, lenti, occhiali ma anche ombrelli per ripararsi dal sole. Insomma qualsiasi cosa che possa permettere di guardare negli ochi la disabilità visiva va bene perché è bene ricordarci che la vita e la vista van difese ad ogni costo.

Per mancanza di fondi, non è ancora possibile predisporre iniziative complessive per l ’ i n t e r a Africa, Tuttavia almeno per due Paesi : CONGO e COSTA D’AVORIO abbiamo portato strumentazione e conoscenza. Al primo già abbiamo inviato, all’inizio del 2011, un furgone carico di aiuti sanitari e tiflologici (studio oculistico completo offerto dal dr. Luigi Fusi, videoingranditori, macchine dattilo-braille, tavolette ecc.). Per la Costa d’Avorio, invece, abbiamo portato ad agosto 2011 dei bastoni bianchi, tavolette braille e occhiali. Ed ora, stiamo preparando un’ altra cena di solidarietà , il cui ricavato andrà a favore dei non vedenti ricoverati presso l'Istituto dei ciechi di Abidjan nella Costa d'Avorio.

L'iniziativa si svolgerà nella serata di

venerdì 25 novembre 2011

presso il Circolo ricreativo "G.B. Mossetto" in Lungo Dora Agrigento 16 Torino

Il menù prevede alcuni piatti italiani ed altri tipici della cucina africana. Non mancheranno inoltre momenti etnico-musicali a cura del gruppo folkloristico dell'associazione ABEBO. La partecipazione prevede una quota di iscrizione libera ma non inferiore, per garantire un minimo di raccolta fondi, ad almeno 20 euro.

Vorrei ancora ricordare che la Costa d'Avorio è appena uscita da una sanguinosa guerra civile. Sul YOUTUBE è stato inserito un video molto eloquente che documenta la drammatica situazione dei non vedenti ospiti dell'istituto. E' stato personalmente girato da Jaqueline del Comitato non vedenti africani dell'APRI. Chi volesse visionarlo può cercarlo sotto il titolo: "cucina dell'istituto dei ciechi di Abidjan". http://www.youtube.com/watch?v=vtLQCD23WFc



Sono certa che aiutando chi vive in Africa, in quell’angolo degli esclusi, potremo beneficiare di quella serenità tipica di chi sa aprirsi a un vedere diverso e che riesce a non rimanere imprigionato nella cecità che tutto rinchiude e tutto rifiuta.



Per informazioni e prenotazioni rivolgersi all’APRI ONLUS tel 011/ 6648636 oppure al cell 329/0736574 di Jacqueline N’gbe



Torino, 14 novembre 2011

Jolanda Bonino, consigliera Pari Opportunità APRI ONLUS (Ass. Pro Retinici Ipovedenti Italia) http://www.ipovedenti.it/public/newsteca.htm ed esponente C.N.V.A. (Comitato Non Vedenti Africani)

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