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UDI / Lettera alla Ministra sull'obiezione di coscienza

UDI / Lettera alla Ministra sull'obiezione di coscienza

L'UDI interroga la Ministra Lorenzin sull'obiezione di coscienza e la difficoltà nell'applicazine della legge 194 per l'IVG

Mercoledi, 09/10/2013 - Riceviamo e volentieri pubblichiamo





On. Beatrice Lorenzin



e p.c.

Alla vice Ministra alle Pari Opportunità

On. Cecilia Guerra



Alla Presidente della Camera dei Deputati

On. Laura Boldrini



Al Presidente del Senato della Repubblica

On. Pietro Grasso



OBIEZIONE DI COSCIENZA - L'UDI INTERROGA



L'UDI-Unione donne in Italia, fortemente preoccupata per le difficoltà che incontra l'applicazione della legge 194/1978 rispetto alla possibilità delle donne di accedere all’IVG, a causa della dilagante obiezione di coscienza da parte del personale medico e non solo medico, intende appellarsi alle istituzioni, preposte alla salvaguardia della salute e dei diritti delle/i cittadine/i, chiedendo che si proceda ad una approfondita valutazione della situazione nazionale a riguardo e si prendano seri provvedimenti.

Leggiamo anche l'accorato e puntuale commento di LAIGA alla relazione della Ministra Lorenzin sull'applicazione della legge 194 e condividiamo la preoccupazione che vi sia una forte sottovalutazione del grado di disservizio che l'obiezione di coscienza attualmente provoca su tutto il territorio nazionale. Ci uniamo all'auspicio di LAIGA che il tavolo tecnico approntato sulla questione serva a portare maggiore informazione e dati più realistici sull'enorme problema che viene da più parti denunziato; perché ciò sia possibile è necessario che attorno a quel tavolo la Ministra chiami anche le realtà, comprese le associazioni femminili, che in questi anni hanno monitorato l'applicazione della legge 194 partendo dall'esperienza di tutti i giorni, vissuta sulla pelle.

Sull’obiezione di coscienza l'UDI, a tanti anni di distanza dall'approvazione della legge, ritiene che i casi di obiezione dovrebbero ormai essere davvero una rarità, essendo chiaro a chi si appresta a diventare medico ginecologa/o quali siano le leggi in vigore. Tuttavia anche a prescindere da questa considerazione, l'attuale "obiezione selvaggia", così come viene praticata nelle strutture pubbliche o convenzionate, è gravemente compromissoria rispetto ad una seria applicazione della legge, lesiva dei diritti delle donne e non degna di uno stato di diritto.



E' dunque per avere finalmente chiarezza, trasparenza e giustizia che poniamo le seguenti domande:



1)-E' confermato dai dati di cui il Ministero disponeche la percentuale nazionale delle obiezioni di coscienza supera il 70% con picchi, in alcune Regioni, del 90% e oltre?



2)- Lei ritieneche con questa percentuale di medici obiettrici/ori è pienamente tutelato il diritto delle donne - che si rivolgono alle strutture pubbliche o convenzionate per ottenere un'interruzione di gravidanza - di avere la prestazione richiesta e di averla secondo i necessari standard di assistenza e di qualità?



3)- E' vero che se una donna, al momento della scelta del medico di base, o di accedere ad una visita specialistica, chiede di sapere se tale medico è obiettrice/ore rispetto alla legge 194, la sua richiesta non può essere esaudita?



4)- Se quanto detto sopra è vero, ciò accade perché non esistono elenchi dei medici obiettrici/ori presso le Asl o i CUP, o perché detti elenchi non sono consultabili?



5)- La constatazione che non esistano detti elenchi può dipendere dal fatto che non vi è alcuna formalità codificata nel raccogliere le "obiezioni", che vengono quindi comunicate a voce al Primario e Direttore di reparto o di struttura, senza firmare neppure un modulo?



6)- Se invece esistono questi elenchi di medici obiettrici/ori, il fatto che non siano consultabili da che cosa dipende? Renderli non reperibili è forse più importante del diritto dell'utente alla scelta informata?



7)- Ritiene che una questione così delicata ed importante quale l'obiezione ad una legge dello Stato possa essere regolata in modo così informale e poco trasparente?



8)- E' veroche si avvalgono dell'obiezione di coscienza anche paramedici e farmacisti, sebbene questa possibilità non sia prevista dalla legge?



9)- Pensa che un medico obiettrice/ore rispetto alla legge 194 possa diventare Primario o Direttore di una struttura che deve applicare la legge? La sua obiezione vale anche nell'espletamento delle sue responsabilità organizzative e dirigenziali?



10)- Che cosa ne pensa della richiesta che l'UDI fa espressamente affinché un medico obiettrice/ore, non possa diventare Primario di un reparto di ostetricia e ginecologia, non tanto per il suo ruolo sanitario quanto per quello dirigenziale ed organizzativo che andrebbe a ricoprire?



11)- Ritiene corretto che una struttura pubblica, a causa dell'elevato numero di obiettrici/ori ricorra, per garantire le interruzioni di gravidanza, a personale esterno, con aggravio dei costi per le cittadine ed i cittadini? Non pensa che sia indispensabile che ogni reparto di ostetricia e ginecologia e ogni consultorio pubblici, pongano un tetto numerico al personale obiettore? E che nelle strutture convenzionate si seguano quegli stessi principi del servizio pubblico?



Siamo certe che vorrà dare risposta a questi nostri quesiti che ormai da troppo tempo causano sofferenza alle donne e nel contempo una disattesa applicazione di una legge dello Stato.



Con cordialità

UDI- Unione donne in Italia

Gruppo nazionale CorpoLavoro

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