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UDI, IL XV CONGRESSO / 5

UDI, IL XV CONGRESSO / 5

"Qual è il risultato più significativo che ti aspetti dal XV Congresso dell'UDI?" UDI ROMANA LA GOCCIA (Marcodoppido, Ortensi, Marino, Campanaro), NAPOLI (Cantatore)

Lunedi, 17/10/2011 - Rosanna Marcodoppido / UDI romana La Goccia

"Da questo Congresso, segnato da nuove generazioni di donne, mi aspetto che l'Udi riesca a darsi un assetto organizzativo in grado di esprimere la ricchezza di pratiche e di pensiero che la abitano. Penso, come tutte, ad una conduzione collegiale che consenta al maggior numero possibile di iscritte di partecipare alle decisioni e che nello stesso tempo renda agevole la presa di parola pubblica su quanto accade e quanto ci accade: è una bella scommessa! Mi auguro inoltre che si consolidi quel percorso -già avviato nella sede nazionale e nelle realtà territoriali- di riflessione e di interlocuzione con altre realtà del movimento autonomo delle donne per la costruzione di una agenda comune. C'è bisogno di tutte e la frammentazione dobbiamo essere capaci di trasformarla nella nostra forza. Anche su questa crisi, che è innanzitutto etica, noi donne abbiamo cose importanti e originali da dire. Cose essenziali. Proviamo a dirle insieme, riconoscendoci reciprocamente. Insomma mi aspetto un rinnovato entusiasmo e un impegno comune per cambiare radicalmente la cultura, la politica, l'assetto sociale del nostro Paese e il suo modello di sviluppo".



Paola Ortensi / UDI romana La Goccia

“Se fossi giornalista al Congresso, vorrei poter commentare così: Entusiasmante atmosfera di unità in cui le donne hanno dato l’impressione di non parlare in modo privilegiato delle problematiche interne, ma della società e della funzione che possono svolgere, per raggiungere i propri obiettivi, orgogliose della loro importanza nella società. Si è colta la responsabilità di ricercare un allargamento delle presenze attive. Si è percepita la disponibilità a lasciare le proprie postazioni di potere facendo da tutor a nuove forze non solo giovani d’età ma anche d’impegno. Molti gli interrogativi costruttivi su come creare una rete, con tutti i movimenti di donne oggi in campo, cercando il minimo comune denominatore, che tutte può unire, senza rinunciare alla propria originalità, ma privilegiando la forza del mettersi in contatto, come due poli che toccandosi sprizzino energia positiva ora e non quando sarà tardi”.



Stefania Cantatore / UDI. Napoli

“Sarò al congresso dell'UDI perché le donne non possono più affidarsi alle vetuste strutture politiche ormai destituite d'ogni prestigio. Sarò al congresso dell'UDI perché: se non dall’UDI, se non dal luogo dove si è svelata la dimensione del femminicidio e della sua continuità nella cultura dominante, da dove potrebbe nascere il coraggio di esprimere una rilevanza femminile che dia spazio a tante rilevanze femminili? Anche l’UDI ha bisogno di discontinuità, una discontinuità femminile capace di dar conto della propria storia, di far tesoro anche di quella recente, iniziando un’altra stagione politica”.



Annalisa Marino / UDI romana La Goccia

"Che dia forma alla pluralità delle fisionomie femminili, che hanno finora intrecciato la loro passione politica alle varie fasi dell'associazione e che si vedano così restituire l'immagine di una società civile che già esiste e che già pratica, dove e come possibile, i suoi valori e le sue istanze di libertà, giustizia, nonché gestione democratica e non distruttiva dei conflitti e delle diverse opinioni su come di fatto riaffermare oggi un protagonismo femminile collettivo sulla scena politica e sociale".



Giuliana Campanaro / UDI romana La Goccia

“Nell'impossibilità di confrontarmi con le compagne dell'UDI romana La Goccia, dati i tempi così ristretti invio questa concisa risposta a titolo personale. Il risultato più significativo che mi aspetto dal XV Congresso è che l'UDI diventi sempre di più un movimento aperto alle istanze delle donne che vivono in un contesto mondiale molto difficile, che ci sottrae diritti, libertà, autodeterminazione e ‘potere’. Che sia un'associazione capace di lavorare, elaborare, confrontarsi tramite una sincera relazione tra donne, con metodi assembleari, nel rispetto reciproco e senza leaderismi. Un saluto affettuoso”.

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