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UDI, IL XV CONGRESSO / 2

UDI, IL XV CONGRESSO / 2

Anteprima. Intervista a Katia Graziosi "Abbiamo bisogno di una UDI aperta e che sappia agire ed interagire"

Lunedi, 17/10/2011 - Katia Graziosi del Gruppo Organizzativo del XV Congresso Nazionale UDI, è responsabile dell'UDI di Bologna che ha curato l'organizzazione degli aspetti logistici (e non solo) del XV congresso dell’UDI.



Prima di tutto potresti illustrare i vari passaggi dell’Anteprima del Congresso che si è svolta il 15 ottobre...

L’Anteprima del XV Congresso Nazionale UDI “LIBERE DI LAVORARE” entra a pieno titolo nel dibattito congressuale con uno spazio apposito che abbiamo pensato attraverso la rilettura della nostra storia e pratica politica ma in prospettiva futura. UDI ha una grande storia di costruzione di pensiero politico e di azione sul lavoro delle donne. Tante le lotte per la dignità e diritto al lavoro e tanta la fatica. E’ dalle giovani del gruppo preparatorio congressuale e dalle sollecitazioni delle giovani nell’associazione che nasce questa giornata. Vi è dietro un lavoro di ricerca storica attraverso la documentazione degli archivi UDI e in particolare dal Noi Donne a cui hanno lavorato con passione Eloisa Betti ed Elisa Giovannetti. Abbiamo presentato la rilettura anche attraverso documentazione fotografica che è assai ricca. Personalmente ho seguito con vivo interesse questo lavoro preparatorio. Le donne che ci hanno precedute avevano capacità di comunicazione efficace e fantasiosa e nonostante il trascorrere del tempo vi ho trovata tanta modernità nel linguaggio.

Valentina Sonzini ha narrato del “Planetario del lavoro oggi”, una piattaforma che raccoglie pensiero ed elaborazione delle donne partendo dalla centralità del corpo.

A ciò sono state affiancate varie testimonianze di donne che hanno esperienze in lavori e mondi del lavoro differenti (imprenditoria, lavoro autonomo, esperte di economia, sindacato ecc) ma anche testimonianze di giovani donne che il lavoro non l’hanno.

Poi si è aperta la mostra fotografica “Lasciatele lavorare” della giovane fotografa Sara Colombazzi. E’ un reportage fotografico che ha accompagnato la nostra campagna Staffetta e la riproponiamo con convinzione poiché ci racconta “di donne e momenti da donne”. Queste immagini ci accompagnano anche nel calendario 2012, che abbiamo lanciato in questa Anteprima.



I temi del lavoro sono centrali per le donne (e non solo) oggi in Italia. Come pensi che l'UDI debba misurarsi con questa dimensione?

Nessuna associazione, neppure i sindacati, possono misurarsi in solitudine con questi temi. Così è stato in passato così è nel presente. Noi donne abbiamo invece una grande responsabilità, quella di portare dentro al dibattito politico la nostra visione, il nostro pensiero, le nostre priorità. Continuiamo ad affermare che così com’è modellato il lavoro non ci va bene e vogliamo dei cambiamenti. Questi si ottengono solo se abbiamo la volontà e la capacità di costruire coesione con altre su obiettivi condivisi. L’UDI deve porre il lavoro quale priorità di un’agenda politica delle donne. Io credo che ci arriveremo, e anche in tempi brevi, insieme ad altre donne poiché siamo stanche di attendere risposte dalla politica che vediamo sempre più lontana dai nostri problemi di ogni giorno. Sai quando vedo togliere il bicchiere di latte ai bambini nella merenda a scuola per problemi di bilancio e morire lavoratrici invisibili per 4 euro l’ora, provo una gran rabbia e so che siamo in tante a voler cambiare.



L'evento del 15 ottobre prevede anche un dibattito con numerosi e qualificati interventi sui temi del lavoro che c'è e di quello che non c'è, dei problemi e delle discriminazioni ancora esistenti. Quale messaggio vorresti che fosse lanciato da una così qualificata discussione?

I temi del lavoro accompagnano un arco di tempo ampio nella vita di tutte/i e di conseguenza sono “la centralità”. E il lavoro ha anche tante facce e interconnessioni, per noi assume anche significati che riguardano il produrre e riprodurre e del come non farci stritolare da questa che è sempre più una sfida.

Mi aspetto che la discussione non si fermi alla pura denuncia. Le donne è da molto tempo che sanno essere propositive poiché portano dentro al dibattito le loro esperienze e le competenze. Sono convinta che ne uscirà una lettura con sollecitazioni interessanti poiché oggi le donne vivono una condizione di arretramento che le accomuna in ogni ambito.



Cosa speri che accadrà nell'UDI con il XV Congresso?

Non sono indovina ma sono fiduciosa. Arriviamo a Congresso dopo un periodo troppo lungo di difficoltà interna e non solo. Sono convinta che tutte insieme abbiamo a cuore il futuro dell’Associazione e che il senso di responsabilità prevarrà. Abbiamo bisogno di darci strumenti che favoriscano la collegialità e che valorizzino tutte le potenzialità di UDI. Abbiamo bisogno di una UDI aperta e che sappia agire ed interagire in un contesto ove sono tante altre le donne che si muovono, perciò guai se pensassimo di essere autoreferenziali altrimenti rimarremmo nell’angolo. Abbiamo bisogno di una UDI che si riappropri della politica. Ce lo chiedono le donne.

Concludo con le parole del Congresso: “noidell’UDI noiconledonne”, e confido siano di buon auspicio.

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