L’esposizione, a cura di Angelamaria Golfarelli, è allestita presso l’Oratorio San Sebastiano in occasione della Giornata internazionale della Donna 2025
L’UDI Forlì APS in collaborazione con l'Assessorato alle Pari Opportunità del Comune di Forlì organizza la diciannovesima edizione dell’evento che si inaugura sabato 8 marzo 2025 alle ore 17,00 con la mostra ‘Imperfect Islands' di Liliana Santandrea. “Trasmettere al pubblico la profonda riflessione che Liliana Santandrea rivolge al mondo femminile in relazione al lavoro”. È questo l’obiettivo dell’evento che l'Udi di Forlì organizza ogni anno in occasione della Giornata internazionale della Donna per offrire ad un'artista la possibilità di esprimere il suo talento. “Le opere esposte sono realizzate in tecnica mista e incisioni su carta e su gesso e - spiega la curatrice Angelamaria Golfarelli - lo sguardo sapientemente concreto dell'artista porterà ad indagare l'oggettività del lavoro inteso come reale affermazione di una concreta e stabile emancipazione dell'individuo in genere, e della donna in particolare. I paesaggi industriali delle sue opere, infatti, narrano attraverso le atmosfere estranianti di periferici insediamenti, architetture spettrali di fabbriche che definiscono i confini di un territorio dove fumi abbondanti che escono dalle ciminiere si fondono in un unico e sempre uguale orizzonte che lontano da ogni monotonia sottolinea invece quanto il lavoro sia necessario ad un autentico riconoscimento dell’individuo e della sua dignità”. Un argomento che tiene a sottolineare la curatrice è che il lavoro artistico di Santandrea “sfata in maniera inequivocabile il diffuso pregiudizio che l’arte femminile sia ispirata esclusivamente dall’emotività e da una natura fragile che esprime senza alcuna forza i paradigmi della sua essenza. Perché nelle sue opere, la cui preziosa tecnica non sovrasta mai l’idea, la presenza assoluta di una poetica ermetica non si sottrae al processo colto che il suo grande talento elabora. Quello di calarsi nella realtà e nella vita con profonda consapevolezza”.
"Imperfect Islands" di Liliana Santandrea
Apertura: dal martedì al venerdì dalle ore 15,00 alle 18,00 – sabato e domenica dalle ore 10,00 alle ore 12,30 e dalle 15,00 alle 18,30 – Lunedì chiusa
Concept della mostra
Siamo isole imperfette e meravigliose dove ogni differenza è un valore che accresce e dà un senso al perfetto e cosmico arcipelago di cui siamo parte.
Anche per questo 8 marzo 2025, UDI Forlì propone una delle edizioni della mostra che vuole, come ogni anno, dare ad un'artista donna la possibilità di esprimere, attraverso le sue opere e il suo personale talento, la profonda riflessione che ella rivolge al mondo femminile. Questa diciannovesima edizione è dedicata alle opere di Liliana Santandrea e ha come leitmotiv il lavoro e l’ambiente, temi da sempre cari ad UDI. Imperfect Islands è infatti una mostra che esporrà opere pittoriche in tecnica mista e incisioni su carta e su gesso che, attraverso lo sguardo sapientemente concreto dell'artista, porteranno ad indagare l'oggettività del lavoro inteso come reale affermazione di una concreta e stabile emancipazione dell'individuo in genere, e della donna in particolare. I paesaggi industriali delle sue opere, infatti, narrano, attraverso le atmosfere estranianti di periferici insediamenti, architetture spettrali di fabbriche che delimitano i confini di un territorio dove i fumi abbondanti che escono dalle ciminiere si fondono in un unico e sempre uguale orizzonte che, lontano da ogni monotonia, sottolinea invece quanto il lavoro sia necessario ad un autentico riconoscimento dell’individuo e della sua dignità. Liliana Santandrea sfata così in maniera inequivocabile il diffuso pregiudizio che l’arte femminile sia ispirata esclusivamente dall’emotività e da una natura fragile che esprime senza alcuna forza i paradigmi della sua essenza. Perché nelle sue opere, la cui preziosa tecnica non sovrasta mai l’idea, la presenza assoluta di una poetica ermetica non si sottrae al processo colto che il suo grande talento elabora. Quello di calarsi nella realtà e nella vita con profonda consapevolezza. Senza perdere mai di vista il messaggio che l’artista e la donna vogliono dare: che la vera emancipazione e la libertà passano inevitabilmente dal lavoro. Perché c’è un tempo per i sogni e uno anche per le illusioni, ma non è questo. Oggi, infatti, occorre trovare la propria dimensione nel mondo e in questa difficile quotidianità, rispolverando valori creduti superati, ma anche dirigendosi verso quella inderogabile transizione ecologica che vede le donne sempre più spesso assumere ruoli centrali nei processi rivolti ad una sostenibilità capace di traghettare il presente in un futuro liberato dai tanti “inquinamenti” che ci affliggono. A queste riflessioni ci portano le straordinarie opere di Liliana Santandrea, che inducono ad affrontare anche l’improrogabile urgenza della crisi ambientale e climatica. Perché le ciminiere, i crogioli e le grandi cisterne che l’artista ritrae con una maestria rara sono sì parte di un sistema industriale ed industrioso che offre lavoro a tante persone, ma sono anche, attraverso le grosse emissioni in atmosfera di gas inquinanti, per alcuni aspetti, mezzi di distruzione ambientale. È quindi necessario trovare una giusta mediazione fra la richiesta di lavoro e il bisogno di tutelare l’ambiente. Le opere di Santandrea queste tematiche le affrontano con l’uso sublime dell’arte che, mai come oggi, può essere strumento di sensibilizzazione e consapevolezza.
Ma non si fermano ad un’unica declinazione le colte ricerche di Liliana, che incide profondamente anche su altri temi, affrontati però abbandonando momentaneamente la pittura per utilizzare la sua antica passione per la tecnica dell’incisione. E in questa mostra nelle incisioni esposte emerge prepotentemente la sua relazione con un femminile determinato e deciso che si immerge in una evanescente delicatezza. In esse, le forme sinuose delle donne ritratte di spalle, i profili appena accennati e la sovrapposizione dei volti indagano un universo femminile fatto di percorsi complessi dove a volte anche fatica e rinuncia esprimono con decisione l’importanza del ruolo della donna nella società. Ed è anche grazie a questa preziosa e minuziosa tecnica che il segno tracciato sulla lastra si incide sul foglio lasciando nell’unicità di ogni copia il simbolico riprodursi di un’istanza prodigiosa quale solo una genesi misteriosa sa attingere. Liliana Santandrea con la sua arte ci esercita così a raggiungere quella dimensione alta in cui l’io si abbandona al noi e il pensiero si apre verso la straordinaria ipotesi dicotomica di una verità plurale capace di ascoltare più voci.
Un talento assoluto che dall’arte estrae l’essenza vitale di una donna abituata a prendersi cura di sé anche nelle piccole cose. Un sofisticato pensiero femminile che si rivolge alle altre donne con il generoso bisogno di condividere la sua concretezza. Perché Liliana da questo non sa prescindere e, anche quando attraversa il sogno, il suo sguardo non perde mai il saldo contatto con il reale.
C’è tanto da far riflettere in questa mostra e tanto ancora da assimilare da queste opere così autentiche ed evocative che solo lo sguardo più attento saprà cogliere leggendo, attraverso una delicata malinconia, quella profetica visione che Dostoevskij e Montale ci suggerivano del domani, con i loro preziosi scritti.
Angelamaria Golfarelli
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BIOGRAFIA
Liliana Santandrea vive e lavora a Bagnacavallo dove dal 1981 al 2018 ha ricoperto il ruolo di Direttrice didattica presso la locale Scuola Comunale d’Arte “Bartolomeo Ramenghi, attualmente fa parte della Associazione Incisori ALI di Bologna, Gadarte Firenze e BiART a Bagnacavallo. Nel 1972 si diploma al Liceo Artistico di Ravenna sotto la guida, tra gli altri, dei maestri Giulio Ruffini e Anselmo Bucci; nel 1976 si abilita all’insegnamento della Educazione Artistica.
Tra il 1983 e 1988, ha studiato a Urbino e a Venezia per perfezionare la tecnica incisoria, in particolare con il grande sperimentatore Riccardo Licata: sono stati anni assai significativi per l’attività di ricerca che l’artista ha svolto successivamente e che tuttora sta portando avanti. Fra le esperienze da ricordare inoltre la lunga collaborazione per l’incisione con il suo maestro Giulio Ruffini, a cui deve l’acquisizione dei valori primari e fondamentali dell’arte, quella seppur breve con Tonino Guerra dal quale ha appreso che, dietro le apparenze, si celano valori profondi, universali e poetici. Infine la collaborazione con Jürgen Czaschka l’insigne maestro del bulino e artista di grande rigore.
Il percorso artistico di Liliana Santandrea è riassumibile in diversi cicli di opere. Da Esodi del 1994, che le è valso un invito alla Biennale del Cairo, poi La Montagna e l’Uomo, Fuga dalla geografia, Habitat , e ultimo Imperfect islands. Cicli dove rimane costante la sua attenzione per il rapporto inscindibile fra natura, uomo e mondo industriale, trasformazione e condizionamenti umani.
Sue opere sono presenti in musei e collezioni private in Italia, Austria, Germania, Francia, Egitto, Kuwait, Cina, Inghilterra, Grecia e Polonia.
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