UDI, la campagna - Il 26 settembre in varie città le Udi hanno organizzato presidi lanciando la campagna nazionale
Bartolini Tiziana Lunedi, 03/10/2016 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Ottobre 2016
ADESSO BASTA. È INIZIATO IL CAMMINO
Il 26 settembre in varie città le Udi hanno organizzato presidi per richiamare l’attenzione delle istituzioni e dell’opinione pubblica sull’importanza del ruolo dei consultori, sui problemi non risolti della maternità e della fecondazione medicalmente assistita, sugli ostacoli all’interruzione di gravidanza e all’informazione sessuale
ROMA
“Noi c’eravamo ieri a fare le battaglie per conquistare i servizi, ci siamo oggi a difenderli e ci saremo domani, sempre all’insegna dell’autodeterminazione delle donne”.(video) Il riferimento è ai consultori familiari e, di conseguenza: alla contraccezione, all’informazione sessuale, all’applicazione della legge 194. Siamo a Roma, in una mattina baciata dal sole. A richiamare l’attenzione su questi temi sono le donne che hanno raccolto la sollecitazione dell’Udi e che, nella Capitale e in molte altre città, partecipano ai presidi organizzati all’insegna dello slogan ADESSO BASTA. È la campagna nazionale lanciata dall’Udi e che ha preso il via il 26 settembre, giornata mondiale della contraccezione “nata per merito di alcune associazioni internazionali con riferimento alla Conferenza Internazionale dell’Onu (Il Cairo, 1944)”. È l’inizio di un percorso che durerà un anno, fino al 27 settembre 2017. Davanti alla sede della Regione Lazio, rispondendo alla chiamata del l’Udi Monteverde e dell’Udi romana La Goccia, si ritrovano un po’ ‘quelle di sempre’, donne che da anni si occupano dei consultori segnalando il costante depotenziamento dei servizi, l’invecchiamento di operatrici e operatori socio-sanitari, l’insufficienza delle strutture. “Solo a Roma ne mancherebbero oltre 90, stando alle indicazioni della legge istitutiva che parla di un consultorio ogni 20mila abitanti”, spiegano. C’è poi il tema del diritto delle donne alla scelta di come partorire, visto che “l’unica Casa del parto, a Ostia, è stata chiusa determinando un disservizio e uno spreco di risorse economiche”. Una delegazione del presidio (le Udi romane, la Casa Internazionale delle Donne, il coordinamento Donne Cgil e Uil) ha incontrato l’assessora regionale Lucia Valente e la consigliera Marta Bonafoni, alla presenza dei dirigenti competenti. Tra le questioni portate all’attenzione dell’amministrazione regionale: il potenziamento e rilancio dei consultori pubblici per garantire una prevenzione e contraccezione sicura e gratuita in tutta la Regione, la non ammissibilità di personale obiettore ai bandi di concorso nei reparti che per legge devono applicare la 194, l’erogazione gratuita nei consultori di ogni tipo di contraccettivo, l’accesso gratuito alla RU486 in day hospital fino a 63 giorni (9 settimane) in tutti gli ospedali come avviene in tutta Europa. I rappresentanti della Regione Lazio, dal canto loro, hanno spiegato che la sanità regionale sta uscendo dal commissariamento imposto dalla pesante situazione debitoria trovata, cosa che permetterà di dare alcune risposte, e hanno sottolineato che un primo risultato è stata la sentenza del TAR sull’IVG farmacologica. La disponibilità a istituire un tavolo di consultazione è un passo nella direzione dell’accoglienza delle istanze delle donne. Si vedrà presto se alle buone intenzioni faranno seguito azioni concrete. (videointervista a R.Marcodoppido, C.Cantatore, G.Scassellati, L.Laurelli).
BOLOGNA
Da tutta la regione si sono date appuntamento il 26 settembre davanti alla sede dell’Assemblea legislativa. “Abbiamo esposto le ragioni della nostra presenza e della nostra iniziativa” spiegano le organizzatrici, e insieme alle attiviste dell’Udi c’erano donne di altre associazioni e della Cgil regionale e dei territori; alcune sono intervenute “portando testimonianze ed esperienze nel campo della maternità, della fecondazione medicalmente assistita, della contraccezione ed interruzione di gravidanza, evidenziando i gravi problemi rappresentati dall’obiezione di coscienza, dalla precarietà e dal mobbing nei luoghi di lavoro”. L’attrice Donatella Allegro ha eseguito letture a sostegno della mobilitazione. Una delegazione ha incontrato l’assessore alla Salute Sergio Venturi e l’assessora alle Pari opportunità della Regione, Emma Petitti, per consegnare un report con dati e illustrazione delle criticità. Tra le istanze proposte figurano: prevenzione e contraccezione sicura e gratuita, campagne di informazione nelle scuole sulla sessualità, affettività, nuovi rapporti fra i generi, regolamentazione dell’obiezione di coscienza in applicazione dell’art 9 della legge 194, pari dignità con i percorsi nascita, di IVG e fecondazione medicalmente assistita, applicazione della legge 26/98 sui parti a domicilio e sull’autodeterminazione nella scelta del modo oltre che luogo del parto, tavoli di confronto permanenti territoriali e regionale con le associazioni delle donne su salute e violenza sulle donne.
NAPOLI
“C’è chi vorrebbe disporre del nostro corpo per farne l’inanimato oggetto da modulare sul modello eccentrico del ‘Fertility Day’, procedendo in direzione ostinata e contraria all’inalienabilità delle facoltà femminili e soprattutto all’autodeterminazione. Con la mobilitazione della campagna ADESSO BASTA l’Udi ha proclamato un anno di mobilitazione, riflessione e lotta politica su diverse questioni che ruotano attorno ai corpi fertili delle donne, al loro diritto di autodeterminazione e di cittadinanza nel lavoro , nella maternità, nella cultura, nell'educazione delle giovani generazioni, nella possibilità di rappresentarsi ed essere rappresentate”. Arriva dall’incontro che si è tenuto nel Palazzetto Urban la voce dell’Udi di Napoli, che ha visto la partecipazione di tante donne che hanno interloquito con l’assessora comunale alle Pari opportunità Daniela Villani
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