Tutti i premi di Cannes 77: vincono le storie di donne e di Paesi in cerca di identità
A sorpresa la giuria, guidata da Greta Gerwig, ha premiato con la Palma d’Oro, il film ‘Anora’, una ‘Pretty Woman’ dei nostri tempi. Grand Prix alla regista indiana Payal Kapadia e Premio Speciale all’Iran
Mercoledi, 29/05/2024 - Anche per quest’anno il Festival di Cannes si è concluso: come sempre i pronostici sui film vincitori sono stati spiazzati dalle scelte dei premi assegnati, oggetto di discussioni, disaccordi, stupori, sorprese, riflessioni.
Un’edizione sicuramente contrassegnata da film con tematiche al femminile, in ambito identitario e di spinte all’emancipazione, così come di opere che raccontano di libertà e diritti negati ancora oggi, per donne e uomini, in Paesi con India e Iran e tanti altri.
La cerimonia di chiusura della 77esima edizione del Festival è stata guidata sul palco del Grand Théâtre Lumière dalla madrina del Festival, Camille Cottine, la quale ha anche fatto un breve monologo sull’arte del cinema e sulla sua capacità di parlare di tempi attuali. Di certo le scelte dei Premi sono ricadute su film che toccano le corde dell’umanità dei nostri giorni, che raccontano storie di diritti perseguiti, di scelte di emancipazione sognate, di resistenza alle avversità, di ricerca di identità, sociali ed individuali, negate.
La Giuria, diretta per la prima volta nella storia del Festival da una regista americana, Greta Gerwig, ha deciso di assegnare la Palma d’Oro ad ‘Anora’, un film del regista Sean Baker che ha sempre avuto interesse per i personaggi ai margini. ‘Anora’ è una commedia drammatica che segue le vicende di una ragazza che, lavorando in un club di striptease a New York, incontra il rampollo di una famiglia di oligarchi russi: lui le offre una cifra altissima per trascorrere una settimana insieme e alla fine le propone di sposarlo a Las Vegas, con conseguente reazione infuriata della famiglia di lui disposta a tutto per ‘risolvere il problema’.
Dunque un film che ricorda, con le dovute differenze, ovviamente, la favola di una Pretty Woman dei nostri tempi, un film molto ‘al femminile’: infatti il regista ha voluto evidenziare che la vendita del proprio corpo, da parte delle donne, il ‘lavoro sessuale’ a tutti i livelli, avviene continuamente sotto i nostri occhi senza che nessuno se ne accorga realmente. La Gerwig ha definito ‘Anora’: ‘Un film magnifico, pieno di humor e di umanità: ci ha preso il cuore’.
Gli altri membri della Giuria del Concorso erano: la fotografa turca Ebru Ceylan, l’attrice americana Lily Gladstone, la regista libanese Nadine Labaki , l’attrice francese Eva Green, il regista spagnolo Juan Antonio Bayona, l’attore italiano Pierfrancesco Favino, il regista giapponese Kore-eda Hirokazu e l’attore francese Omar Sy. Come sempre Cannes tiene alla parità di genere, anche nelle Giurie.
Il Grand Prix della Giuria è stato assegnato al film ‘All we imagine as light’, della giovane regista indiana Payal Kapadia: è la storia di tre donne nell’India moderna che, dalla provincia, vanno a lavorare come infermiere a Mumbay, in un grande ospedale. La differenza generazionale fra loro, e il diverso approccio alla tradizione e ai divieti culturali imposti alle donne, non impedirà di creare fra loro un legame fortissimo di solidarietà e amicizia.
Al film iraniano ‘The Seed of the Sacre Fig’ di Mohammad Rasoulof è stato assegnato il Prix Spécial, un premio meritatissimo sia per il regista, che per raggiungere Cannes è dovuto fuggire clandestinamente dal suo Paese (dove già è stato in prigione varie volte per i suoi film), e sia per un film che denuncia la violenza del regime iraniano e la repressione delle proteste scoppiate dopo la morte di Masha Amini, attraverso la storia di una famiglia legata alla tradizione dove le due figlie rappresentano il volano del cambiamento e della modernità fino al tragico epilogo.
Infine Premio Speciale della Giuria e Premio collettivo come Miglior attrice alle quattro attrici del film, ad ‘Emilia Perez’ di Jacques Audiard, storia di un narcotrafficante messicano, cresciuto in un ambiente machista e violento, che vuole cambiare sesso e rifarsi una vita: Manitas vuole diventare Emilia, così fa rapire Rita, una giovane e brillante avvocatessa per seguirlo nella transizione, simulando la sua morte. Un film sulla crisi del maschile e sui concetti stereotipati di ‘virilità’.
Il Premio Miglior Sceneggiatura è andato infine a Coralie Farget, sceneggiatrice e regista del film ‘The Substance’, sorta di fanta-thriller, dove una show-woman che sta invecchiando, la rediviva e bravissima attrice Demi Moore, è disposta a tutto, anche ad assumere una misteriosa sostanza che produrrà un suo clone più giovane, per mantenere l’attenzione dei media e non uscire di scena.
I PREMI DEL 77° FESTIVAL DI CANNES
CONCORSO
Palma d'Oro - Anora di Sean Baker
Grand Prix - All we imagine as light di Payal Kapadia
Premio Speciale - The Seed of the Sacre Fig dell'iraniano
Mohammad Rasoulof
Miglior regia - Miguel Gomes per Grand Tour
Migliore sceneggiatura - The Substance - Coralie Fargeat
Migliore attrice - Karla Sofia Gascón, Selena Gomez, Zoe Saldna e
Adriana Paz per Emilia Perez
Miglior attore - Jesse Plemons per Kinds of Kindness
Premio Speciale della Giuria - Emilia Perez di Jacques Audiard
Camera d'Or - Armand - De Halfdan Ullmann Ullmann Tøndel
Palma d'oro per il miglior cortometraggio - The Man Who Could Not
Remain Silent di Nebojsa Slijepcevic
UN CERTAIN REGARD
Menzione speciale - Norah di Tawfik Alzaidi (opera prima)
Premio Giovani - Holy Cow di Louise Courvoisier (opera prima)
Miglior Attrice - Anasuya Sengupta in The Shameless
Miglior Attore - Abou Sangaré in L’Histoire de Souleymane•
Miglior Regia ex aequo - I Dannati di Roberto Minervini / On
Becoming a Guinea Fowl di Rungano Nyoni
Premio della Giuria - L'Histoire de Souleymane di Boris Lojkine
Premio Un Certain Regard Miglior Film - Black Dog di Guan Hu
PALMA D’ORO D’ONORE
Meryl Streep
George Lucas
Studio Ghibli
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