Tutti i Premi del Festival Internazionale del Film di Roma
Esclusi gli italiani, largo alle donne autrici e registe di tutto il mondo. La sesta edizione del Festival ha dato ampio spazio alle donne, grande successo per la sezione “Alice nelle città”, dedicata ai ragazzi.
Venerdi, 11/11/2011 - Il Festival Internazionale del Film di Roma, quest’anno alla sua sesta edizione, ha scelto di premiare solo film stranieri. La giuria, che comprendeva fra gli altri Ennio Morricone, la regista Susanne Bier e le attrici/autrici Carmen Chaplin (nipote di Charlie) e Debra Winger, ha espresso il proprio dispiacere per non aver conferito premi ai film italiani (4 titoli sui 15 in concorso), sottolineando la difficoltà di scegliere fra le tante ottime pellicole in concorso. Tanto il Marc’Aurelio per il Miglior Film, quanto il Premio del Pubblico (assegnato tramite un sistema elettronico) sono andati infatti a “Un Cuento Chino”, film coprodotto da Spagna e Argentina, diretto dal regista Sebastián Borensztein ed interpretato dal grande Ricardo Darín (già protagonista del film premio Oscar 2010 “Il segreto dei suoi occhi”). In “Un cuento chino” si racconta la storia del proprietario di un negozio di ferramenta, Roberto, veterano della guerra delle Falkland, solo e chiuso nel suo mondo da oltre vent’anni, la cui routinaria esistenza verrà sconvolta dal casuale incontro con Jun, un giovane cinese nei guai.
Il Gran Premio della Giuria Marc’Aurelio è andato invece a “Voyez comme ils dansent” del francese Claude Miller, complessa vicenda sentimentale dove arte e natura si fondono nelle stupende immagini delle foreste canadesi, che vede l’attrice Marina Hands, nei panni di una cineasta in viaggio, lavorare al fianco della nostra bravissima Maya Sansa, forse una delle attrici più amate della sua generazione, che almeno indirettamente ha contribuito a portare un premio all’Italia.. Un Premio Speciale della Giuria Marc’Aurelio è andato al film australiano “The Eye of the Storm” di Fred Schepisi, interpretato da due fantastiche attrici, l’icona francese Charlotte Rampling, orgogliosa delle sue rughe e dei suoi isterismi senili, e la portentosa australiana Judy Davis (affiancate dal bravissimo attore Geoffrey Rush, logopedista d’eccezione nel pluripremiato “Il discorso del re”). Il Premio Marc’Aurelio della Giuria alla migliore attrice è andato a Noomi Rapace, per la difficile interpretazione di una madre angosciata e un po’ folle nel film norvegese “Babycall”, una sorta di horror sul tema della violenza domestica in Scandinavia. Un giovane e dinamico francese ha invece ricevuto il Premio Marc’Aurelio della Giuria come miglior attore: si tratta di Guillaume Canet, che nel film “Une vie meilleure”, di Cédric Kahn, interpreta il ruolo di un cuoco che, nella speranza di aprire un ristorante tutto suo con la giovane compagna libanese e con il figlio di lei, si ritrova coperto di debiti e con pericolosi creditori alle spalle, fino all’espatrio in Canada. Un Premio Speciale della Giuria Marc’Aurelio è stato assegnato a Ralf Wengenmayr per la colonna sonora del film “Hotel Lux”.
Anche la giuria della sezione “L'Altro Cinema – Extra”, presieduta dalla nostra Francesca Comencini, ha assegnato il Premio Marc’Aurelio al miglior documentario ad un’opera americana, “Girl Model”, diretta da David Redmon e Ashley Sabin, sui percorsi di sfruttamento di giovanissime aspiranti modelle (fra i 13 e i 17 anni), reclutate in tutto il mondo, che finiscono in Giappone come pacchi postali con la promessa di essere inserite nel mondo della moda ma con il vero scopo di essere fotografate e poi gettate via. In particolare il documentario segue il percorso di una ragazza siberiana dal proprio villaggio fino a Tokyo, nel corso del quale le disavventure e le umiliazioni saranno tali che la stessa troupe dovrà rompere il dogma del "non intervento" per aiutare la ragazza.
Sempre crescente il successo della sezione del Festival “Alice nella città”, dedicata al cinema per ragazzi, idealmente divisa in film vietati ai minori di 14 anni e film anche per gli under 14: nel corso degli anni questa sezione è diventata sempre più interessante e partecipata, grazie alla selezione di opere che rispecchiano, per innovazione e capacità trasgressiva, l’energia, la creatività ed i sogni delle giovani generazioni. Inoltre il coinvolgimento delle scuole e la giuria composta da ragazzi, consentono uno scambio realmente ‘popolare’: sarà per questo che il 4,4% in più di biglietti staccati nell’edizione 2012, 123mila contro i 118mila dell’anno scorso, sono interamente attribuibili ad “Alice nella città”. Ai film in concorso in questa sezione, sono stati quest’anno attribuiti due Premi Marc’Aurelio, votati da altrettante giurie, una composta dai ragazzi sotto i 13 anni e una dai ragazzi sopra i 13: il Premio Marc’Aurelio Alice nella città sotto i 13 anni è andato al film “En el nombre de la hija” della regista e scrittrice (oltre che professoressa universitaria) Tania Hermida P., un film dell’Ecuador di rara sensibilità e bellezza, che descrive il mondo infantile - visto attraverso gli occhi di Manuela, una bambina di grande carattere decisa a difendere le idee del padre ateo e socialista, del fratello Camilo e dei tre cuginetti – e l’impegno sociale, in favore degli indios e dei diseredati del Paese. Per il Premio Marc’Aurelio Alice nella città over 13 è stato scelto “North Sea Texas”, film belga diretto da Bavo Defurne, una delicata storia di turbamenti adolescenziali fra due ragazzini.
In collaborazione con il Dipartimento della Gioventù della Presidenza del Consiglio dei Ministri, è stato assegnato il Premio Marc’Aurelio Esordienti, trasversale a tutte le sezioni del Festival, e destinato al regista della migliore opera prima: la giuria (presieduta da Caterina D’Amico) ha deciso per l’ex aequo, premiando due film diretti da donne: “Circumstance” di Maryam Keshavarz, storia di un amore saffico nella Teheran di oggi, e “La Brindille” della scrittrice e regista Emmanuelle Millet, sulla complessa relazione fra desiderio di autonomia e maternità.
Infine è stato assegnato il Premio Marc’Aurelio alla carriera all’attore Richard Gere, il divo di Hollywood da sempre impegnato in battaglie umanitarie, protagonista di film ‘leggeri’ e popolari come American Gigolo, Ufficiale e gentiluomo, Pretty Woman ma anche interprete per autori impegnati come Robert Altman, Akira Kurosawa, Sidney Lumet, Francis Ford Coppola, Todd Haynes, Terrence Malick.
Si spera che molti dei film vincitori potranno essere distribuiti presto nelle sale, insieme al film “The Lady”, presentato come evento fuori concorso in apertura del Festival, sulla leader del movimento democratico birmano Aung San Suu Kyi - tornata libera, dopo oltre vent’anni di arresti domiciliari nel novembre 2010 - e sul marito, l’inglese Michael Aris.
Lascia un Commento