Anche quest’anno “Alice nella Città”, sezione autonoma e parallela della Festa del Cinema di Roma, dedicata alla cinematografia per i ragazzi e giunta quest’anno alla sua XIII edizione, sta rivelando numerose sorprese, fra i film del concorso ‘Young Adult’ - tredici lungometraggi fra cui sei opere prime che verranno votate da una giuria composta di ragazzi e ragazze fra i quattordici e i diciotto anni, già selezionati su tutto il territorio nazionale - le opere fuori concorso, destinate ai più piccoli, e quelle di Alice/Panorama, che rivolge l’attenzione a specifici contesti di formazione ed ai linguaggi narrativi del mondo giovanile più ‘adulto’. Tematiche quali l’identità e la ribellione, la libertà di scelta, il confronto generazionale, il travaglio della crescita, i vari aspetti del mondo del lavoro e dell’arte, l’amicizia fra coetanei, vengono affrontate da pellicole molto diverse fra loro, provenienti da Paesi e culture differenti e proprio per questo portatrici di ricchezza estetica e narrativa.
Fra i film in concorso, da segnalare alcune opere di grande intensità dirette al femminile, legate insieme da un forte desiderio di autenticità ed al tempo stesso originalità, che raccontano la vita ed i suoi riflessi opachi, ma anche il modo in cui riuscire a plasmarla ed orientarla: la prima “Four Kings”, della tedesca Theresa von Eltz, racconta la storia di quattro ragazzi con vissuti difficili che, nel periodo di Natale, s’incontrano in un ospedale psichiatrico e mettono insieme, non senza difficoltà, le proprie solitudini, sostenuti da un medico anticonformista i cui metodi di recupero non vengono compresi dai superiori; un film a tratti quasi documentaristico che mostra la sofferenza ed il grido d’aiuto di tanti adolescenti troppo spesso incompresi da un mondo adulto cinico ed autoreferenziale.
Altro film di forte impatto è “Mustang”, della regista turca Deniz Gamze Erguven, già selezionato alla Quinzaine des Realizateurs a Cannes 2015 e scelto a rappresentare la Francia ai prossimi Oscar, evidenzia la condizione delle donne attraverso il racconto di cinque sorelle, giovani ed indomite come cavalli selvaggi, che cercano di esplorare il loro spazio esistenziale, sessuale ed affettivo in una società (qui rappresentata dalla nonna di famiglia che erge muri, chiude cancelli ed organizza matrimoni combinati) impreparata e conservatrice che vuole imbrigliare la libertà e la giovinezza ai suoi dettami, per paura, invidia e forse nostalgia.
Spostandosi nel subcontinente indiano, il bel “The New Classmate”, della regista Ashwiny Iyer Tiwari, racconta la vita e le difficoltà quotidiane, per i ragazzini che vivono negli slums all’ombra dello splendore del Taj-Mahal, di trovare le motivazioni per frequentare la scuola e cercare, attraverso lo studio, di riscattare una situazione di miseria che sembra già segnata senza speranza; la forte volontà di una mamma, convinta che la figlia ce la possa fare fino al punto di tornare anche lei da adulta a scuola per poterla aiutare, lavorando alba e notte per pagare gli studi, convincerà la riluttante ragazza a mettercela tutta.
Anche il film "Campo Grande", firmato dalla regista brasiliana Sandra Kogut, esplora le disparità economiche presenti a Rio de Janeiro, con la storia di una madre senza mezzi che abbandona i due figli piccoli, Ygor e Rayane, di fronte ad un lussuoso palazzo di Ipanema, dove verranno trovati e presi in carico da una donna in piena crisi familiare.
Da menzionare un’altra pellicola di qualità, “Scout”, questa volta di provenienza USA, come la regista Laurie Weltz, dramma familiare senza retorica, in cui l’adolescente Scout si trova a gestire una situazione più grande di lei, dimostrando capacità ed intelligenza non comuni, ma senza clamore, anzi con estrema delicatezza.
Nel concorso di Alice nella Città altri 8 titoli: “A Childhood” di Philippe Claudel, “Departure” di Andrew Steggal, “Grandma” di Paul Weitz, “Jack of the red hearts” di Janet Grillo, “Microbe & Gasoline” di Michel Gondry, “Returning Home” di Henrik Martin Dahlsbakken, “The Big Day” di Pascal Plisson e “Vetro’s Child” di Federico Cruciani.
Per estendere i confini della Festa, quest’anno “Alice nella Città” ha presentato i 10 film della sezione Panorama - come già detto dedicata ad opere per giovani e linguaggi più ‘maturi’ - presso il Cinema Avorio del Pigneto, finalmente ristrutturato e restituito al territorio. Fra questi ne segnaliamo alcuni che, per le tematiche toccate o per le scelte narrative, hanno colpito pubblico e critica: innanzitutto l’incredibile “The Wolfpack”, girato dalla regista Crystal Moselle, sorta di docu-film sulla vera storia dei fratelli (e delle sorelle) Angulo, un gruppo numeroso di bambini, adolescenti e giovani segregati per 14 anni dal padre (un inca peruviano fervido seguace di Hare Krishna, convinto di proteggerli dalla violenza e dalla droga) in uno squallido appartamento del Lower East Side, educati in casa dalla madre USA e sopravvissuti alla follia guardando centinaia di film, mettendoli in scena e riproducendo gestualità ed abiti dei protagonisti, fino alla ribellione di uno di loro che aprirà le porte al mondo esterno per sé e per gli altri.
Altro film ‘forte’ già recensito sulle pagine di Noidonne è ‘Alias Maria’, diretto dal colombiano José Luis Rugeles e selezionato quest’anno a Cannes nella sezione ‘Un certain regard’, racconto del tragico conflitto armato che affligge la Colombia da 40 anni attraverso la visione e la storia di una ragazzina-soldato, il cui nome di combattimento è Maria e che, come le altre donne del campo, non deve restare incinta pur dovendo soddisfare i desideri dei guerriglieri.
nteressanti anche “Street Opera” di Haider Rashid, documentario sul mondo del rap che cerca significati oltre i cliché, con interviste ai più importanti ed ispirati rapper della scena italiana attuale (fra cui anche l’attore Elio Germano!), e “Monitor”, di Alessio Lauria, film italiano dalle atmosfere rarefatte ed esteticamente eleganti, che prospetta una fantasocietà - non poi così lontana - in cui sarà sempre più difficile poter scegliere il lavoro da fare, le persone da amare, gli amici di cui fidarsi, e dove le aziende, come tanti grandi fratelli, sapranno tutto di noi; una metafora ben diretta e ben recitata, con Valeria Bilello e Michele Alhaique. Gli altri film presentati nel programma di Alice/Panorama sono: “Raging Rose” di Julia Kowalski, “Long Way North” di Rémi Chayé, “Sleeping Giant” di Andrew Cividino, “Closet monster” di Stephen Dunn, “The Boy and the Beast” di Mamoru Hosoda, “The New Kid” di Rudi Rosenberg.
Tre, infine, i film di “Alice nella città” fuori concorso e dedicati ai più piccoli: “Belle e Sébastien - L’avventura continua”, diretto dal francese Christian Duguay e basato sulle storie dell'autrice francese Cécile Aubry, secondo capitolo della fortunata prima puntata: ambientati in Francia durante la seconda guerra mondiale, in un paesino ai piedi dei Pirenei, i film raccontano le movimentate vicende di un grande cane bianco, Belle, e del suo padrone, un bambino apparentemente orfano, Sébastien, cresciuto dal nonno; “Il piccolo principe”, primo ed attesissimo adattamento cinematografico di un classico della letteratura per ragazzi dello scrittore Antoine Saint-Exupéry, portato sul grande schermo da Mark Osborne (regista di Kung Fu Panda); “Iqbal: bambini senza paura”, co-produzione italo-francese diretta da Michel Fuzellier e Babak Payami, un cartone animato contro il lavoro minorile, ispirato alla vera storia di Iqbal Masih, un bambino pakistano, costretto a lavorare in una fabbrica di tappeti fin dall’età di 4 anni che, riuscito a fuggire a 11 anni, sarà protagonista e vittima di una drammatica battaglia in favore dei diritti dei minori.
Molti dei film presentati in “Alice nella città” usciranno a breve nelle sale italiane o saranno trasmessi su canali televisivi privati. Per maggiori informazioni visitare il sito: http://www.alicenellacitta.com.
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