Intervista a Imogen Kusch - Sono solo donne sulla scena e interpretano anche i ruoli maschili. Un progetto e un percorso di autoconoscenza
Colla Elisabetta Lunedi, 08/03/2010 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Marzo 2010
Imogen Kusch, regista ed autrice di origini tedesche cresciuta a Roma, si è diplomata presso la Central School of Speech and Drama a Londra in Regia teatrale. Come aiuto-regista ha lavorato, tra gli altri, con Cherif, Luca Ronconi e Annabel Arden, fondando anche una Compagnia teatrale. Attualmente vive a Roma dove, dal 1999, ha dato vita alla Compagnia Klesidra (www.klesidra.org), della quale condivide la direzione artistica con gli attori Francesca Olivi, Silvia Mazzotta. e Steffan Boje. Obiettivo della compagnia, formata da attori, musicisti, drammaturghi e tecnici, è quello di rendere i propri spettacoli accessibili a qualsiasi spazio, lingua, cultura e paese; inoltre viene portata avanti un'attività di teatroterapia applicata a diverse realtà e contesti. (in particolare con i laboratori per i malati di Parkinson ed altre malattie neurodegenerative). La Compagnia promuove inoltre laboratori interattivi a tema (es. l’arte e la pace) per ragazzi, laboratori di recitazione in lingua inglese ed allestimenti di “Home theatre”(il teatro dal vivo a casa).
Com’è nata l’idea dello spettacolo ‘Uno studio su King Cymbeline’?
Innanzitutto perché sono appassionata di Shakespeare e del suo teatro, che ha sempre molto da offrire soprattutto nel descrivere le emozioni umane che tanto bene conosceva e sapeva rappresentare, poi perché questo spettacolo è nato dalla voglia di realizzare un progetto intorno alle tante brave attrici della Compagnia Klesidra. Abbiamo cominciato con un laboratorio di ricerca sull’opera, poi c’è stato un adattamento per i tempi (abbiamo ridotto le originarie 4 h. e mezza a 2 h. e 10) ed infine abbiamo costruito ed impacchettato uno spettacolo vero e proprio. Per le scene, allestite da Roberta Mossetto, si è scelta una soluzione essenziale ma con stile, due panche con le quali si fa tutto, alla maniera teatro di Shakespeare. Nel ‘Cymbeline’ l’autore parla molto delle donne e si confronta con le donne, molte delle cose dette in scene sarebbero sembrate misogine se dette da uomini, invece interpretate dalle donne assumono una grande ironia e si accentua il gioco dei ruoli presente in tante opere dell’autore.
Come ha diretto tutte queste attrici ed in particolare la protagonista, Imogen, che porta il suo stesso nome?
Sì, forse il mio era un destino…ai miei è piaciuto questo nome shakespeariano. Il personaggio femminile di Imogen è quello di una giovane principessa un po’ matta, ho cercato di esaltare la personalità dell’attrice che la interpreta attraverso uno stile di recitazione ironico, che alleggerisce molti passaggi con trovate abbastanza divertenti. Le attrici dello spettacolo sono molto diverse fra loro per formazione e provenienza, alcune già le conoscevo bene, con altre ho lavorato per la prima volta: ho cercato di far emergere la diversa personalità di ciascuna. Durante le prove abbiamo lavorato molto sul training fisico, c’erano pochi soldi e molto lavoro, eravamo sotto stress ma si è creato un clima molto positivo di mutuo sostegno, a sfatare il mito che le donne non possono lavorare bene insieme. Fra i nostri progetti futuri c’è l’idea di fare altri spettacoli shakespeariani, oltre ad un testo su Einstein.
Perché ha scelto di far lavorare solo attrici donne in questo spettacolo? Ha mai avuto difficoltà nel lavoro per il fatto di essere donna?
Mi interessava il punto di vista, la prospettiva delle donne: è interessante il modo in cui noi vediamo il mondo, ad esempio le scene fra due uomini recitate da donne, c’è una certa delicatezza anche in scene difficili, un subconscio emotivo che non si ha sempre modo di esprimere, spesso perché considerato inutile ma se fosse valorizzato aiuterebbe a curare tante situazioni di depressione emotiva. Benché sia felice di essere donna so bene che i miei colleghi uomini, in tante circostanze di lavoro, vengono presi in maggior considerazione. E per le attrici è ancor più difficile, devono essere seduttive, ecco io penso che in ambito professionale si dovrebbe essere il meno seduttivi possibile. Ho girato tanto per il mio lavoro e posso dire che in Italia la donna è in una situazione preoccupante e questo dispiace perché le donne più in gamba, professionalmente parlando, per capacità e formazione, le ho incontrate proprio in Italia ma non hanno la possibilità di esprimersi. Talvolta invece nel mondo lavorativo italiano s’incontrano uomini approssimativi, qualunquisti e poco ispirativi. Comunque sono molto orgogliosa del lavoro della nostra Compagnia - dove ci sono sia uomini che donne - avviata circa 10 anni fa con Francesca Olivi e Silvia Mazzotta.
Tutte le donne di Shakespeare
Uno Shakespeare tutto al femminile, decisamente inedito ma piacevolmente sorprendente nella regia, nella recitazione e nell’allestimento, è quello messo in scena al Teatro Colosseo di Roma dalla Compagnia Klesidra, con lo spettacolo Uno studio su King Cymbeline, diretto dalla regista ed autrice Imogen Kusch, riduzione del poco noto testo shakespeariano ‘Cymbeline’. Undici attrici di diverse provenienze, età, aspetto fisico, danno vita ad una performance originale e visionaria, sospesa fra realtà e immaginazione, in pieno stile shakespeariano ma con una chiave ironica e contemporanea che lascia il segno nello spettatore. Elemento di paradosso è il fatto che in epoca elisabettiana le donne non potevano recitare in teatro: qui recitano, per contrasto, solo donne e viene accentuato il gioco shakespeariano dei ruoli e dei travestimenti, mentre i temi dell’innocenza e della gelosia, della nobiltà di nascita e di quella dei sentimenti si dipanano nei meravigliosi dialoghi recitati ora con grazia, ora con rabbia, sempre con grande carattere, dal magnifico gruppo di attrici della Compagnia: la giovane Mariacarla Boscono (modella di professione oltre che attrice), nel ruolo della principessa Imogen, quasi un’Alice nel Paese delle Meraviglie, icona di purezza e bizzarrìa; Raffaella d’Avella convincente e matura interprete del poco accorto Re Cimbelino; Manuela Ungaro, Alessandra Roca, Silvia Mazzotta, Alexandra Filotei, Elena Felloni, Giovanna Nodari, Chiara Pazzaglia, tutte bravissime nei ruoli dei protagonisti maschili (Postumo, Ioachimo, Pisanio, Cloten, Belario, Caio Lucio, Guiderago), Anna Maria Loliva perfettamente aderente al ruolo della perfida regina e la danzatrice indiana kathakali, Shivani Satya, vero tocco magico di regia, nel ruolo del dottore e guru, che danza e medita sul palco, a rappresentare la “religione e la metafisica” dello spettacolo. Le donne in scena interpretano i sempiterni ed emblematici personaggi shakespeariani, che declinano l’amore e la bellezza, la guerra e l’ambizione, l’amicizia, la seduzione e il tradimento in una prospettiva tutta al femminile che intende “rompere con una tradizione storica – non solo teatrale – tutta declinata al maschile”.
Lascia un Commento