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Tutta ‘lavoro e famiglia’

Tutta ‘lavoro e famiglia’

Modena&Agricoltura - Segue le orme del nonno e del padre. Roberta Roncarati è ‘imprenditrice agrotecnica’, rappresentante CIA. E non solo...

Donatella Orioli Martedi, 19/05/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Maggio 2009

Colui che gestisce un’azienda agricola lo definiamo “agricoltore” ma quando è la donna a svolgere lo stesso lavoro non troviamo la declinazione al femminile. Per Roberta Roncarati ci aiuta il titolo di studio consentendoci così di definirla “imprenditrice agrotecnica”.

Siamo nel territorio modenese dove, in passato, il tessile-abbigliamento faceva la parte del leone. Oggi, anche qui, è indispensabile sviluppare e consolidare altri settori.

Roberta è la terza generazione, succede al nonno e al padre e, come spesso accade, chi cresce e condivide sin da piccolo/a l’attività di famiglia, ci prova facendo tesoro dell’esperienza pregressa e quindi non partendo da zero.

La gestione amministrativa e organizzativa dell’impresa, esercitata in prima persona, è supportata dalla formazione, attraverso corsi di aggiornamento professionale che consentono anche di migliorare la qualità delle produzioni e dei servizi.

Giovane di età e di attività ma nonostante questo, ha già ricevuto premi significativi come esempio di neo imprenditrice per la capacità dimostrata nella continuità e nel consolidamento dell’azienda di famiglia.

Nel 2008 ha vinto anche il “Premio per l’ imprenditoria femminile” istituito dalla Camera di Commercio della provincia di Modena.



Passione, impegno, determinazione: sono gli unici ingredienti del suo successo?

Il mio impegno è volto al consolidamento dell’impresa con l’obiettivo di creare continuità per trasmetterla alle future generazioni. Essendo la famiglia al primo posto in quanto le attribuisco un valore immenso, credo che l’aver organizzato una attività in funzione di ciò, permettendomi così di seguire i miei figli nella loro crescita e contemporaneamente stare a contatto con la natura producendo nel rispetto dell’ambiente, siano elementi che rafforzano la mia azione di imprenditrice e di donna che lavora, senza rinunciare a ciò che la natura mi offre.



Molte indagini associano alle donne l’innovazione e la capacità di adattamento alle trasformazioni. Quanto le appartiene tutto questo?

Mi sento di concorrere a questi risultati perché, in un ottica di consolidamento e di sviluppo sostenibile dell’impresa è in progetto la realizzazione di un impianto fotovoltaico per la produzione di energia da fonti rinnovabili. L’azienda è tuttora a conduzione famigliare e nell’intento di mantenerla tale, sto investendo su attrezzature tecniche innovative per rendere il lavoro più sicuro e meno faticoso. Negli ultimi anni ho aperto uno spaccio aziendale dove vendo direttamente i miei prodotti ortofrutticoli e una piccola parte del vino prodotto nella nostra cantina.

Sono tutte azioni che cercano di invertire la rotta di questi ultimi anni, particolarmente difficili a causa del cattivo andamento dei prodotti agricoli sul mercato. Non nascondo che molte volte vengo assalita da dubbi e la paura di non farcela da sola è tanta. Per questo ho cercato qualcuno con cui condividere i miei pensieri e i miei timori e mi sono avvicinata all’ associazione “Donne in Campo”, un’articolazione della CIA presente a tutti i livelli, il cui scopo principale è quello di rispondere alla problematiche delle imprenditrici.

Di questo gruppo ho assunto l’incarico di coordinatrice provinciale e così con le mie colleghe, oltre a condividere luci e ombre del settore in una declinazione femminile, organizzo iniziative economiche-sociali e sindacali di interesse comune.



La First Lady Michelle Obama ha deciso di creare alla Casa Bianca un orto per il fabbisogno della famiglia. Ci sarà utile e forse indispensabile seguire questo esempio?

Le statistiche ci riportano che, nel 2008, le aziende che hanno sopportato meglio la crisi sono quelle guidate da donne. Con il loro impegno e la loro creatività danno un valore aggiunto alle imprese, reggendo il peso della loro famiglia e coordinando tutto ciò che ci ruota attorno. Ritengo doveroso seguire l’esempio della first lady, (non dico che tutte dovremmo fare l’ orto) ma se ognuno di noi usasse un po’ di ingegno, le sorti migliorerebbero in minor tempo.





L’Associazione Donne in Campo è un’articolazione della Confederazione italiana agricoltori (CIA) ed è presente a livello nazionale, regionale, provinciale o interprovinciale.

In linea con le direttive europee è convinta che l’integrazione della dimensione di genere nel settore rurale costituisca una strategia chiave per la crescita economica e lo sviluppo rurale sostenibile.

Attraverso gruppi attivi di imprenditrici e funzionarie promuove l’imprenditorialità femminile, sostiene reti imprenditoriali di donne, assiste e forma modelli o alleanze di imprenditrici e idea iniziative miranti a migliorare le abilità e le capacità delle donne nelle zone rurali e a favorirne l’inserimento negli organi direttivi di imprese e associazioni.

Si impegna inoltre a mantenere le tradizioni rurali, a preservare il territorio e l’ambiente, la biodiversità e a sviluppare i servizi sociali nelle aree rurali. Organizza convegni, mercati, fiere, seminari, corsi di formazione e altre iniziative pubbliche. (Contatti: 06/32650447 – mail: donneincampo@cia.it)



(19 maggio 2009)

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