Login Registrati
Turismo culturale, rinascita per una città d’Arte

Turismo culturale, rinascita per una città d’Arte

L’Aquila, intervista a Anna Maria Reggiani - La ‘zona rossa’ è priva di vita dal 6 aprile scorso e se il centro storico non torna ad essere il fulcro il declino sarà irreversibile

Di Sabatino Guendalina Lunedi, 01/03/2010 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Marzo 2010

L’Aquila è una città d’Arte tra le più importanti d’Italia. Fu fondata nel 1254 per governare i ricchi commerci delle élites dell’epoca. La Basilica di Collemaggio è l’unica chiesa al mondo che ha visto l’incoronazione di un Papa, Celestino V, al di fuori del Vaticano. La leggenda dei cavalieri templari e i misteri delle costellazioni accompagnano otto secoli di storia visibili nella quantità delle bellezze monumentali. Purtroppo la natura è stata ingenerosa con questa città austera, aspra e solitaria. I bellissimi palazzi barocchi con i cortili rinascimentali sono il segno della ricostruzione dopo il terremoto devastante del 1703. Non il primo, la sciagura sismica aveva colpito L’Aquila già nel 1349, e anche allora fu ricostruita. L’evento funesto si è ripetuto il 6 aprile 2009: 308 vittime nella distruzione, danni ingenti al patrimonio culturale in città, nei borghi, e oltre. Il centro storico, residenza di molti cittadini, fulcro della vita economica, sociale e culturale è privo di vita da quasi un anno: "zona rossa". Se non torna al proprio ruolo in tempi rapidi la città rischia il declino. Secondo Anna Maria Reggiani, direttrice regionale per i Beni e le Attività Culturali, la rinascita dell’Aquila è nel turismo culturale.



Quali sono le strategie dei Beni Culturali per la riapertura del centro storico?

Il Ministero ha deciso di rientrare in città gradualmente con una strategia di approccio che prevede alcune iniziative molto concrete come la riapertura del Museo Nazionale d’Abruzzo che sarà trasferito nell’ex mattatoio di Borgo Rivera di proprietà del Comune, adiacente alla Fontana delle 99 cannelle, adottata dal Fai. Purtroppo il terremoto ha danneggiato fortemente il Castello Spagnolo, il restauro sarà lungo e complesso, le opere che vi erano sono state messe tutte in salvo e portate in un deposito di proprietà del Ministero a Paludi di Celano a circa 70 km dall’Aquila, parte di queste opere, quelle restaurate e quelle non danneggiate, saranno trasferite nell'ex mattatoio. La strategia è quella di stimolare l'indotto, facendo rivivere Borgo Rivera (posto sul limite della “zona rossa” ndr) dovranno riaprire bar, alberghi, e altre attività. Questo tipo di intervento andrà ripetuto in altre zone della città, come è già avvenuto in piazza Duomo, sempre d’intesa con il Comune (il sindaco è vice commissario per la ricostruzione ndr). L’obiettivo è di riportare in un paio d’anni la vita in più zone della città, altrimenti rischia di morire, facendo in modo che il restauro degli edifici sia un’attrattiva per il turismo insieme alle attività culturali legate ai musei, ai teatri, agli spazi per il pubblico. Esse sono educative e producono ricchezza. La sfida è nel turismo culturale mirato.



La solidarietà per L’Aquila ha visto una mobilitazione straordinaria. I capi di Stato sembra non siano stati coerenti con gli impegni presi al G8.

La situazione non è così tragica come viene dipinta, la Francia darà la metà dell’importo per la Chiesa delle Anime Sante, la Gran Bretagna, la Russia e altri interverranno economicamente, anche se non hanno ancora scelto il monumento. E’ bene precisare che l’Italia non è come Haiti, un paese geopoliticamente collocato nel terzo mondo che ha bisogno degli aiuti internazionali, noi abbiamo altri strumenti, i finanziamenti europei per esempio, tra l’altro stanno andando benino le aste e le collette dei privati cittadini sui singoli monumenti e sulle singole opere da restaurare.



I crolli hanno portato alla luce affreschi inediti come la Natività attribuita a Saturnino Gatti.

Nelle chiese dell’Aquila sono stati recuperati elementi lapidei e affreschi parietali che non si conoscevano, ad Onna sono venuti fuori degli affreschi alto-medievali. A Fossa, in S. Maria ad Cryptas, gli affreschi di tutta la leggenda che collega la Sindone ai Cavalieri templari. Spero che siano i primi ad essere restaurati.



Dove avverranno i restauri?

Vorrei che si facesse, fra Celano e L’Aquila, come ha auspicato il ministro Bondi, un centro di restauro di opere pittoriche, tavole lignee, materiale lapideo. Un modo di creare lavoro in loco per una nuova generazione di artigiani, dal monumento in poi. Per questo studieremo dei percorsi con l’Accademia di Belle Arti.



Cosa distingue L’Aquila dalle altre città d’arte d’Italia?

L’alta concentrazione di monumenti tutti nello stesso luogo, come Siena, Lecce. Sicuramente tra le prime dieci città d’arte d’Italia prima del sisma, L’Aquila era essenziale per lo studio del barocco, purtroppo il terremoto l’ha colpita proprio in questi monumenti. Inoltre, un trentennio fa, è stata oggetto di restauri sbagliati con coperture e cordoli in cemento armato, in ossequio alla cultura del momento. Per di più molte chiese barocche sono state riportate ad un Medioevo inesistente. Un peccato.



Tra i primi monumenti da restaurare?

Palazzo Branconio, affrescato da Raffaello.





(1 marzo 2010)

Lascia un Commento

©2019 - NoiDonne - Iscrizione ROC n.33421 del 23 /09/ 2019 - P.IVA 00878931005
Privacy Policy - Cookie Policy | Creazione Siti Internet WebDimension®