Pochi giorni fa, il 26 settembre, è stato trasmesso il primo dibattito presidenziale tra Donald Trump e Hillary Clinton, a poco meno di due mesi dalle elezioni, e in un momento in cui i sondaggi danno - incredibilmente - i due molto vicini, con Hillary Clinton al 47% e Trump al 44%.
Il primo tema affrontato dai candidati è stato quello dell’economia, e qui le visioni di Clinton e di Trump, che sono importanti non solo per gli USA ma per tutto il mondo, non possono essere più diverse: la Clinton, che nelle sue prime battute ricorda il suo essere nonna di una duenne, parla immediatamente della necessità di una economia più equa, di pari remunerazione tra uomini e donne, di congedi parentali pagati, e di un childcare migliore, citando la necessità di trovare soluzioni che permettano un migliore equilibrio tra vita e lavoro per gli americani.
Come finanziare il tutto? Semplice, facendo pagare più tasse ai ricchi e combattendo l’evasione fiscale.
Trump, che in qualche occasione non ha neppure pagato le tasse federali (ma lui non fa una piega e dichiara di fronte ad una audience stimata di 100 milioni di persone, che è stata una mossa intelligente) propone ancora il vecchio modello della “trickle down economics”, secondo cui basta tassare di meno i ricchi per favorire la creazione di posti di lavoro, salari più alti, ed un generale miglioramento dell’economia. Peccato che la trickle down economics non funzioni; lo sostiene, tra gli altri, uno studio del Fondo Monetario Internazionale, rilevando che è piuttosto necessario agire sulla disuguaglianza aumentando il reddito delle classe media e di chi vive in condizioni di povertà.
Dopo l’incipit dedicato all’economia, il dibattito si è poi incentrato sui temi della giustizia razziale, sugli armamenti nucleari, cyber terrorismo, controllo delle armi, e su ISIS. Inutile dire che la Clinton su tutti i temi ha battuto Trump di parecchie lunghezze. La scarsa preparazione, gli svarioni, o meglio, le bugie di Trump durante il dibattito sono stati eccezionali, quasi comici: ad un certo punto ha dichiarato che la Clinton (68 anni) ha passato gran parte della sua vita a combattere l’ISIS.
Sapevatelo.
La Clinton, oltre a combattere l’ISIS da prima che l’ISIS esistesse, verso la fine del dibattito ha ricordato il record negativo di Trump in termini di sessismo: questo candidato presidente ha definito le donne come “maiale, sciattone e altri disgustosi animali”, ed ha dichiarato che la gravidanza è un problema per i datori di lavoro. Il suo scarso rispetto per le donne è stato anche evidente nel suo comportamento durante il dibattito: ad una ora e mezza dall’inizio del dibattito, aveva interrotto la Clinton ben 40 volte. Durante il dibattito ha cercato di rettificare una sua precedente dichiarazione secondo la quale la Clinton non aveva un “aspetto presidenziale”: arrampicandosi sui vetri ha sostenuto che con “aspetto presidenziale” intendeva la “resistenza” per fare il presidente degli USA.
Certo.
Il confronto è stato sicuramente vinto dalla Clinton, ma resta da vedere quale sarà l’impatto sul voto dell’elettorato americano. In occasione di questo dibattito, ed in attesa del prossimo, che si svolgerà a ottobre, molte attiviste femministe si sono mobilitate per mettere le donne al centro dei dibattiti presidenziali: infatti nel corso di questo dibattito non si è parlato, per esempio di violenza domestica, di aborto, di salute riproduttiva; tutti temi che sono di fondamentale importanza per l’elettorato femminile, e non solo.
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