Il banchetto più delirante, stravagante e maligno che si possa concepire è stato installato all’aperto per trecento commensali nel tempio del Gusto a Pollenzo. Naturalmente Carlin Petrini, guru di Slow Food, non c’era; sarebbe impazzito. L’invito è stato diramato dalla compagnia francese di strada Ilotipie per la rassegna internazionale Teatro a Corte.
Sulla tavolata apparecchiata sotto nuvole temporalesche e attraversata da una lunghissima rotaia, è transitato velocemente di tutto: camerieri e cameriere con testoni di asino o di porco che dalle dita inguantate mungevano vino; personaggi dalla stravaganza extraterrestre trasportati da carri, carrucole, agrippine e barelle, che dispensavano a casaccio con mani avvolte da lattice verdure crude da condirsi con salsine estratte da pance doloranti o agnolotti tenuti al caldo dentro saccocce simili a pattumiere. E a leggiadre vivandiere sfreccianti con pagnotte e bignè infisse su crinoline seguivano militari urlanti di dolore per le ferite in bella vista che contenevano polpette. Completava una vivace orchestra e una cantante vestita di un paltò di pelle di vacca, fornita di una bella voce, pronta a straziare le canzoni. Pioggia su tutto e tutti dispensata dal temporale estivo; una confusione immane e divertente che illustrando il rapporto dell’essere umano con il cibo ha diffuso rassegnazione e sgomento, divertimento e risate, a seconda dei caratteri. E infine, sul tavolone pantagruelico, sbarazzato dei detriti, tutti a ballare.
Molto divertimento ha sollevato in apertura del festival “Hotel Paradise”, lo spettacolo tinto di giallo del gruppo berlinese di teatro di figura “Familie Flöz”, una vera delizia. Non c’è niente di più buffo, tenero e incantevole di questi attori dalle maschere sproporzionate, buffe e fortemente individualizzate. I loro raccontino teatrali (chi scrive non ne perde uno, a costo di sgomitare) sono sempre molto avvincenti per trama, svolgimento, scenografie e costumi. Con un prodigio di gestualità, di affiatamento e di ritmo, sempre in assenza di parole e in presenza di musiche e canzoncine appropriate, risultano talmente bravi e irresistibili, tanto perfetti nel loro affiatamento, così efficaci ed espressivi che i mascheroni dei loro infiniti personaggi diventano vere facce mobili che si caricano comicamente delle emozioni e dei caratteri. Conosciuti in tutto il mondo per il divertimento che dispensano, mandano in esaurimento i botteghini e in visibilio ogni tipo di pubblico.
Sempre in questo cartellone, molti applausi hanno accolto “Post Engagement”, due atti di danza di Tatiana Baganova, una delle più apprezzate coreografe russe del momento: Tatiana Baganova. Sullo sfondo della fontana barocca del Castello di Agliè cinque coppie i danzatori vestiti maluccio, fra oggetti banali, con impressionate fluidità e sincronia hanno raccontato minuscole vicende quotidiane, inserendo nella banalità quotidiana qualche intarsio fiabesco. Tutto nell’assenza del buonsenso, in un clima minimalista, dadà, lieve e scorrevole. Eversione del linguaggio, stile scarno, ma mezzi di espressione sbalorditivi, una preparazione e una disciplina tecnica rare, consegnate ad una fantasia prorompente e spensierata. L’invenzione nuova, insolita, ha strappato applausi sonori.
Gioco gratuito e puro divertimento sono in buona parte la struttura e la materia stessa di questa rassegna che ancora in corso si raccomanda e che anche l’anno prossimo manterrà le sue promesse nelle bellissime cornici architettoniche degli edifici sabaudi del Piemonte.
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