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Tratta ragazze nigeriane: video racconto

Tratta ragazze nigeriane: video racconto

Presentato il video che racconta la tratta delle ragazze nigeriane in Italia, realizzato dall’Associazione On the Road Onlus

Lunedi, 22/05/2017 - Riceviamo e volentieri pubblichiamo



Realizzato dall’Associazione On the Road Onlus un video che racconta la storia delle ragazze nigeriane che vengono trafficate in Italia e sfruttate nella prostituzione di strada.


Nei primi tre mesi del 2017 sono quasi 1600 le ragazze nigeriane arrivate via mare in Italia (UNHCR) e stimiamo che almeno l’80% di loro sia destinata ad essere immessa nel mercato del sesso a pagamento.

La tratta di esseri umani dalla Nigeria e il loro sfruttamento sono un fenomeno drammatico, che ogni anno aumenta esponenzialmente e si diffonde in modo capillare in tutte le Regioni italiane.  On the Road da più di venti anni incontra queste donne nelle strade dove sono sfruttate, offrendo aiuto e percorsi di uscita. Il video è il risultato di un progetto (formazione, ricerca, storytelling) realizzato dall’Associazione On the Road grazie al supporto dell’Ambasciata Americana in Italia, ed è stato realizzato a partire dalla raccolta di decine di storie di vita delle ragazze nigeriane accolte nei centri e nei programmi di protezione dell’Associazione On the Road.

L’obiettivo del progetto è quello di far conoscere la catena di eventi che portano queste ragazze sulla strada. La speranza di una vita migliore in Europa, la proposta di lavoro fatta da una persona vicina alla famiglia, il rituale voodoo che incatena le ragazze a ripagare il debito contratto con l’organizzazione. Queste ragazze partono coraggiose e piene di speranze, per ritrovarsi protagoniste di un incubo, fatto di inganni, false promesse, violenze e riduzione in schiavitù.

Il video è soprattutto un invito a riflettere e informarsi (promo). I soccorsi in mare, gli sbarchi, l’estrema povertà dei paesi di origine e le prostitute sulle nostre strade sono tutti fenomeni collegati.

Dati flussi L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) riporta che da Gennaio ad Aprile 2017 sono arrivate sulle coste italiane 1.582 ragazze provenienti dalla Nigeria, di cui si stima che l’80% sia vittima di tratta. Una tendenza in progressivo aumento se si considera che nel 2013 le donne nigeriane sbarcate in Italia erano 433, nel 2014 il numero è più che triplicato passando a 1.454, e nel 2015 è decuplicato rispetto a 2 anni prima fino ad arrivare a 4.937 (dati OIM al 31 Ottobre 2015).

I dati che l’Associazione On the Road raccoglie sulle strade di Marche e Abruzzo confermano questa tendenza. Da Settembre 2016 a Aprile 2017 le Unità di Strada hanno incontrato circa 300 ragazze nigeriane, molte delle quali minorenni, che rappresentano circa la metà delle presenze in strada. Nelle comunità di accoglienza la quasi totalità delle persone sono giovani donne nigeriane. Il reclutamento e il viaggio Il fenomeno è drammatico tanto più perché la coercizione è sottile e passa attraverso dinamiche familiari, religiose ed economiche da cui non è facile sottrarsi. Le ragazze provengono dalle aree più povere della Nigeria, in particolare dai villaggi intorno a Benin City e da famiglie indigenti. Sono spesso orfane o cresciute lontane dalle famiglie di appartenenza. Vengono adescate tramite una proposta di lavoro in Europa, spesso da un membro della famiglia allargata.

La maggioranza di loro viene sottoposta a un rituale voodoo che comprende sacrifici di animali e prelievo di biancheria intima, sangue e unghie. Questo sistema terrorizza e vincola le ragazze e le costringe al silenzio e ad impegnarsi a ripagare il debito che contraggono per raggiungere l’Europa. La somma in denaro che dovranno restituire è tra i 20 e i 60 mila euro. Il percorso seguito dai trafficanti passa per le seguenti tappe: Kano, Ziden, Agadez, Gatron, Sabah, Brach, Tripoli o Zuwarah e ha una durata variabile dalle 2 settimane a un mese circa. La permanenza in Libia rappresenta una delle parti più pericolose e dolorose del viaggio. Portate e trattenute presso le connection house, o altri luoghi di reclusione, in attesa della partenza per l’Europa, le donne subiscono violenze sessuali, torture e sequestri/arresti. Si tratta di esperienze traumatiche spesso organizzate dagli sfruttatori con lo scopo di indebolire la resistenza delle vittime e “piegarle psicologicamente e fisicamente” in vista di un lungo periodo di sfruttamento in Italia e in Europa. Alcune migranti portano sul corpo i segni fisici e psicologici di tali violenze (OIM). l’Associazione On the Road Onlus interviene dal 1990 nel contrasto alla tratta di esseri umani finalizzata allo sfruttamento sessuale e lavorativo per dare sostegno alle persone che ne sono vittime. Mette in campo servizi di prossimità e riduzione del danno, counseling psicologico e sociale, consulenza e assistenza legale, accoglienza residenziale, programmi di protezione e inserimento sociale e lavorativo nei territori di Marche Abruzzo e Molise.



Dati Video Creato da: Stefano Sbrulli

Concept: Cristina Pizzolato, Stefano Sbrulli

Illustrazioni: Maria Marzano

Copy: Cristina Pizzolato

Per info e materiali Cristina Pizzolato comunicazione@ontheroadonlus.it

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