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Trame di tradizione e solidarietà

Trame di tradizione e solidarietà

Novara - Tante donne in un progetto di economia alternativa per produrre intimo e abiti giusti e biologici. Obiettivo mettere in rete artigiani italiani con piccoli produttori di tutto il mondo e coniugare efficacia, attenzione ai territori e giustizia so

Alberto Zoratti Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Settembre 2007

Negli ultimi 3 anni si sono persi 1.300 posti. Inoltre circa 900 lavoratrici e lavoratori dell'industria sono CIGS o in Contratto di Solidarietà, una parte dei quali saranno progressivamente licenziati. Sembra un bollettino di guerra, ed invece sono i dati 2006 forniti dalla Camera del Lavoro di Novara riferiti al comparto tessile. Uno scenario dalle cause complesse: dalla crisi dei consumi generalizzata alla carenza di investimenti di sistema in ricerca e sviluppo; non ultima la liberalizzazione del settore in seguito alla scadenza dell’Accordo Multifibre, che a livello internazionale regolava gli scambi di prodotti tessili tra paesi importatori ed esportatori grazie ad un sistema armonizzato di quote e tariffe.
Dal primo gennaio del 2005 un’invasione di prodotti a basso costo provenienti soprattutto dall’Estremo Oriente hanno nei fatti escluso dal mercato decine di aziende, e con loro migliaia di persone tra dipendenti e terzisti. Insomma, prove pratiche di darwinismo sociale, dove tutti sono contro tutti: impresa contro impresa, lavoratore contro lavoratore, tutti arruolati nella grande competizione dei mercati.
Per questo, quando nascono sperimentazioni in controtendenza, il consiglio è fermarsi ad osservare.
L’anno, se proprio vogliamo trovare un momento di inizio, data 2006. Quando un gruppo di artigiani del novarese, coordinati da Gianluca Bruzzese, artigiano dell’Associazione Cristiana Casagrande, assieme ad altre persone come Tania Annovazzi e Maria Vittoria Maulini, artigiane come lui, decidono di far sedere attorno ad un tavolo istituzioni e società civile, per costruire un progetto importante ed ambizioso: mettere in collegamento le aree di crisi del pianeta, costruire ponti di solidarietà tra le competenze e le professionalità del tessile, creando una filiera trasparente, sostenibile e, soprattutto, altamente solidale. Gianluca coinvolge Fair, cooperativa sociale che lavora da diversi anni nell’economia solidale, ma anche la Provincia di Novara, nella figura Valeria Galli. E da quel momento, grazie al finanziamento della Provincia, compie i primi passi il progetto “Made in No. Ogni punto un pensiero”
Quel “No” significa molto, non solo l’abbreviazione della provincia di Novara, ma anche “No allo sfruttamento delle piccole imprese e dei produttori tessili, nel Nord come nel Sud del mondo” e “No all’abbandono della produzione locale, della creatività artigianale, della tradizione tessile del territorio”.
Ed è a partire da quell’impegno contro lo sfruttamento, a prescindere dalla localizzazione geografica, che nasce un ponte economico e solidale tra le comunità di diversi continenti del nostro pianeta: il primo partner ad essere coinvolto è il progetto di cotone brasiliano Justa Trama, dove lavoratrici e lavoratori di varie regioni del Brasile hanno deciso di collaborare tra loro, mettendo assieme oltre 700 famiglie impegnate a produrre un´altra economia, che rispetti e preservi l´ambiente e sia permeata di valori come l´autogestione, la solidarietà e l´inclusione sociale. Il fiocco di cotone quindi fa i suoi primi passi in un piccolo comune del Sertão brasiliano dove un´organizzazione di base di contadini, distribuisce le sementi agli agricoltori e dopo la raccolta compra ad un prezzo equosolidale, trasforma e commercializza il cotone biologico ancora grezzo. La tappa successiva avviene nello stato di San Paolo, grazie ad una cooperativa che produce il filato di cotone che volerà a Novara, pronto per essere lavorato dagli artigiani tessili di Made in No.
Ma la produzione equosolidale ed ecologica brasiliana è solo uno degli interlocutori del progetto, si stanno affacciando anche produttori boliviani ed indiani, nella prospettiva di creare ponti di solidarietà tra comunità. L’esatto contrario degli effetti della liberalizzazione dei mercati ed un punto di partenza per avere prodotti di qualità per il vestire quotidiano.
“Questo progetto - commenta l'assessore alle politiche per lo sviluppo della Provincia di Novara Valeria Galli - è affascinante perchè mette insieme la tradizione antica del tessile novarese con l'esigenza nuova di dare vita a circuiti di mercato che abbiano la giustizia, l'equità e la solidarietà come punti di riferimento. Un mix solo accattivante, ma estremamente interessante dal punto di vista della creazione di nuove e concrete opportunità di lavoro”.
“Una vera e propria sperimentazione dal basso – aggiunge Deborah Lucchetti, presidente di Fair – che nasce dalla capacità delle piccole realtà economiche novaresi e del terzo settore, come l’Associazione Cristiana Casagrande, di costruire economia alternativa coniugando efficacia, attenzione ai territori e giustizia sociale”.
“Made in No”, presentata nel luglio scorso al Comune di Oleggio, si è data appuntamento anche al Sana di Bologna e nuovamente a Novara. Costruire ponti di solidarietà con un filo di cotone: una sfida importante per una nuova economia.

(25 settembre 2007)

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