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TRA DUBBI, AMBIZIONI E PASSIONI

TRA DUBBI, AMBIZIONI E PASSIONI

TRENTENNI DI OGGI / 1 - Intervista a Violetta Moscaritolo

Castelli Alida Lunedi, 31/10/2011 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Ottobre 2011

Violetta Moscaritolo nasce a Melfi (Pz) nel 1980, a 25 anni è già laureata in Medicina con il massimo dei voti, dopo 4 anni è specializzata in anestesia, attualmente lavora con questo ruolo presso Ismett (Istituto Mediterraneo per i Trapianti e Terapie ad alta specializzazione) a Palermo, con un contratto a termine che scade tra poco tempo. Contratto rinnovabile, molto probabilmente, ma ha deciso di presentare domanda ad Emergency per fare un’esperienza di lavoro con loro. Un percorso esemplare, in cui quest’ultima decisione deriva anche dall’impegno svolto negli anni universitari presso il SISM (il segretariato italiano per gli studenti di medicina) una organizzazione che aderisce a una rete mondiale che si occupa di scambi tra studenti e attraverso la quale ha realizzato esperienze di tirocini formativi in Polonia, Brasile e Perù. Così come dalle esperienze condotte deriva anche la scelta della sua specializzazione, più spendibile sul fronte del volontariato.



Non pensi che così interrompi un percorso lavorativo interessante?



In effetti ci ho pensato molto, ma alla fine ho deciso che se non facevo ora questa passo, più avanti sarebbe stato più difficile, forse non esiste un momento ideale, ma credo che questo sia quello giusto per me. Tra l’altro Emergency mi ha proposto di inserirmi in una struttura piuttosto particolare che in Sudan si occupa di cardiochirurgia pediatrica con un centro ultraspecializzato. Può sembrare strano pensando al contesto, che ha bisogno di interventi anche molto più semplici, ma mi sembra una scommessa interessante, alla quale voglio dare il mio contributo.



Sembri una ragazza molto determinata e impegnata. Cosa consiglieresti alle tue coetanee?




Anche io sono piena di dubbi, ma credo che bisogna seguire la propria ambizione e un percorso che si è scelto senza però dimenticarsi di godere il bello della vita e tutte le opportunità che ci offre. Fare le cose con passione aiuta a risolvere tante difficoltà.



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Che l’Italia non sia un paese per donne è storia nota. Ma l’equazione, se si prende in considerazione la fascia di popolazione femminile compresa fra i 30 e i 40 anni, sembra essere “PIÙ FIGLI = MENO LAVORO”. Un sistema sociale di welfare basato prevalentemente sul lavoro non retribuito delle donne, un paese che negli anni non ha investito in assistenza e sostegno alle famiglie, una divisione dei ruoli all’interno della coppia ancora asimmetrica, sono gli elementi fondamentali che contribuiscono a rendere l’Italia tra i paesi più arretrati dell’Unione Europea a livello di occupazione femminile e riuscita nel mercato del lavoro.*





Nonostante, sul piano dell’investimento in STUDI E CULTURA, le donne tendano a eccellere rispetto ai colleghi maschi. Nel 2010, su un totale di 38.450 laureati, 22.658 sono state donne, con una percentuale del 58,9% rispetto al 41,1% degli uomini. Si ottiene generalmente prima la laurea (26,9 anni in media contro i 27,6 maschili) e con voti mediamente più alti. Eppure, con l’ingresso nel mercato del lavoro, la situazione per le giovani donne neolaureate - tra i 27 e i 30 anni di età - IL QUADRO SI INCRINA. Disatteso l’obiettivo fissato dalla “STRATEGIA DI LISBONA” del 2000, che prevedeva un livello di impiego femminile pari al 60% in tutti i Paesi dell’Unione, se nelle regioni del Sud Italia non si raggiunge neanche la metà: è occupato infatti soltanto il 30% delle donne.*





Trova un’occupazione dopo averla cercata il 66,9% delle donne contro il 73,3% degli uomini, ma i contratti sono generalmente meno convenienti. Trova un impiego a tempo indeterminato solo il 40,2% delle giovani laureate, mentre tra le donne il part-time - spesso unica via per conciliare carriera e impegni familiari - è diffuso molto più che tra gli uomini: il 22,8% delle trentenni ha un contratto di questo genere, contro il 9,7% degli uomini. A incidere su questo sistema la distribuzione dei ruoli all’interno della famiglia e il numero di figli: il livello di occupazione delle donne senza figli è pari al 63,9% (contro una media europea stabile però al 75,8%), mentre con la prima gravidanza il dato precipita al 59%, continuando a scendere man mano che aumenta il numero di figli. UNA TENDENZA OPPOSTA RISPETTO AGLI ALTRI PAESI EUROPEI, dove si attivano reti di sostegno e welfare per le donne già al secondo figlio.*





La tendenza generale stima che la prima gravidanza sia in media non prima dei 28/30 anni, e nel 2010 sono aumentate le prime gravidanze post-35 anni. Il 30% delle donne italiane, se concepisce il secondo figlio, lo fa comunque dopo i 35 anni. Di fronte al RICATTO "CARRIERA/FIGLI" le trentenni tendono a scegliere il lavoro: la media nazionale è compresa tra 1,31 e 1,41 figli per 31,8 anni di età. L'età media per il primo parto è compresa tra i 31 e i 32 anni ma il 6% dei nati nel 2010 aveva una madre con età superiore ai 40 anni.*



* A cura di Cecilia Dalla Negra (Fonti: Istat, Eurostat, Eurispes, Almalaurea.it)





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