Mercoledi, 09/10/2019 - Tornare di Cristina Comencini è la sua ultima cine-fatica.
Figlia e sorella d'arte, come è noto, la Comencini è donna di grande carattere.
Romana di nascita, la regista è pure scrittrice, sceneggiatrice talvolta delle proprie opere letterarie; si è imposta da tempo nell'ambito della cinematografia italiana, lavorando sempre a testi intensi, dolorosi, a volte, mai superficiali, interpretati da alcune delle più espressive attrici ed attori italiani.
Questo nuovo e da tempo atteso film della cineasta romana - che ha avuto nel 2006 una nomination agli Oscar per il Miglior film straniero (il bellissimo La bestia nel cuore), vincitrice di due Nastri d’Argento (il premio del SNGCI), uno per la Miglior sceneggiatura con Il più bel giorno della mia vita e uno Speciale per Latin Lover - è ambientato negli anni Novanta a Napoli.
La protagonista è Alice, una donna di quarant’anni al suo rientro dall’America dopo una lunga assenza, a seguito della morte del padre. Alice e la sorella decidono di vendere la casa di famiglia, ma occorre svuotarla dagli oggetti di una vita. Inaspettatamente, Alice scopre che la casa è abitata da una ragazza giovane e bella. Inizia con lei un dialogo forte e significativo, come il legame che si crea con Marc, un uomo affascinante e gentile incontrato alla commemorazione del padre.
Intorno ad Alice si crea un mondo nuovo, intrigante e pericoloso, che apre squarci sul suo passato e sulla sua esistenza. Tornare vede come interpreti principali ancora la sempre più brava Giovanna Mezzogiorno, che aveva già lavorato con la Comencini ne La bestia nel cuore, affiancata da Vincenzo Amato (Respiro e Nuovomondo di Emanuele Crialese). Il film è una produzione Lumière & Co. con Rai Cinema ed è distribuito da Vision Distribution.
E' stato scelto come film di chiusura della Festa del Cinema di Roma per questo 2019.
“Sono onorato di chiudere la Festa del Cinema con il film di Cristina Comencini – ha detto Antonio Monda, da febbraio 2015 direttore artistico del Festival del Cinema di Roma -, ed ha aggiunto: "Ammiro il coraggio e l’onestà con cui la regista riesce ad affabulare del dolore in una Napoli splendida ed assolutamente inedita per il cinema italiano”.
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