Torna al cinema ‘Wajib: invito al matrimonio’, della regista palestinese Annemarie Jacir
In un momento storico drammatico e doloroso, il cinema si fa portavoce di conoscenza e potente strumento culturale e sociale, in un confronto tra generazioni, tradizioni e società
Martedi, 12/12/2023 - Una decisione meritoria, quella dei distributori internazionali, cui ha aderito anche Satine Film che, in un periodo storico drammatico per il Medio Oriente e per la Palestina, hanno deciso di riproporre nelle sale un film di qualche anno fa, ‘Wajib - Invito al matrimonio’, della regista Annemarie Jacir, mettendo a disposizione gratuitamente il film per gli esercenti cinematografici che ne faranno richiesta.
Si è trattato forse di una ‘risposta’ ad un’altra decisione, che ha sorpreso e stupito, quella dell'improvvisa rimozione dalla programmazione televisiva da parte della televisione tedesca ARD, come recentemente denunciato dalla regista Annemarie Jacir, a causa della sua "prospettiva narrativa".
Ambientato nella comunità cristiana di Nazareth, in Palestina, e interpretato dagli attori Mohammed e Saleh Bakri, padre e figlio sullo schermo e nella vita, la commedia offre un punto di vista ‘umano’ sulle criticità e le difficoltà del vivere in una terra martoriata, in cui pragmatismo e idealismo non sempre riescono a convivere.
Terzo lungometraggio scritto e diretto dalla pluripremiata regista palestinese Annemarie Jacir, il film è davvero un piccolo gioiello, per l’idea, per la realizzazione, per la cura dei particolari e per la capacità di saper raccontare storie serie ed impegnate attraverso uno sguardo ‘al femminile’, profondamente umano e benevolo, che abbraccia i suoi personaggi e le relazioni che essi instaurano, senza perdere di vista la profondità di un contesto storico-politico drammatico, che resta sempre presente sullo sfondo. Con delicatezza e ironia, ‘Wajib’ esplora infatti la linea sottile che intercorre tra amore e dovere, modernità e tradizione, rivoluzione e compromesso.
Il titolo ‘Wajib’, che in italiano significa ‘dovere’, fa riferimento alla tradizione palestinese secondo cui il padre e i fratelli della sposa hanno il dovere sociale di consegnare personalmente gli inviti di matrimonio: un gesto solenne e culturalmente importante che diventa spunto, nelle abili mani di una regista che conosce profondamente i territori che racconta, per esplorare, tramite un road-movie, la complessità del rapporto fra generazioni, nel confronto tra liberà e dovere, modernità e tradizione.
Abu Shadi, il ‘padre’ protagonista del film è un insegnante molto stimato: ha cresciuto da solo due figli, dopo l’abbandono della moglie e la sua fuga in America con un altro uomo, e ora si appresta a vivere quello che è forse il giorno più bello della sua vita, il matrimonio della figlia Amal. Per l’occasione è tornato nella città natale anche il figlio Shadi che, pur vivendo da tempo in Italia dove lavora come architetto ed essendo ormai abituato agli usi occidentali, oltre che molto critico verso quanto accade nella regione, non si è sottratto al ‘Wajib’.
Shadi e Abu Shadi si apprestano così a trascorrere insieme un’intensa giornata on the road, dedicata ad incontri e consegne proprio come vuole la tradizione: le porte di cristiani, musulmani ed atei si aprono al loro arrivo. Ma se al cospetto degli invitati padre e figlio riescono a calarsi nel ruolo che tutti si aspettano da loro, quando sono da soli la diversa visione della vita che ormai inevitabilmente li separa affiora man mano in superficie costringendoli a un inevitabile confronto.
‘Quando mia cognata si è sposata – ha raccontato la regista – è stato dovere di mio marito consegnare gli inviti con suo padre, credo solo nella Palestina del nord sia ancora viva questa tradizione: ho deciso di seguirli silenziosamente nei cinque giorni impiegati ad attraversare la città ed i villaggi circostanti per consegnare gli inviti. Come osservatore silenzioso a volte era divertente altre volte doloroso e, durante il viaggio, sono venute fuori a piccole dosi le tensioni della relazione fra un padre e un figlio molto diversi, ma anche l’amore che li lega. Ho iniziato a lavorare alla sceneggiatura partendo da questa idea. Credo che anche se il cinema non ha il potere di cambiare la realtà, può certamente aiutare a capirla’.
Vincitore di numerosi premi in prestigiosi Festival internazionali, tra cui Miglior Film, Miglior Attore, Miglior Sceneggiatura agli Arab Critics' Awards al Festival di Cannes, Miglior Film ai Festival di Mar del Plata, Dubai, Amiens, MedFilm, Kerala, Gran Premio della Giuria al London Film Festival, Circle Award a Washington DC, solo per citarne alcuni, ‘Wajib: invito al matrimonio’ è stato accolto ovunque nel mondo con grande apprezzamento di pubblico e critica proprio per la capacità di raccontare con grande delicatezza e in chiave di commedia il dramma umano vissuto nella regione "meglio di qualunque inchiesta, indagine o reportage".
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