Venerdi, 14/05/2010 - Ha esordito nel 1988. Torna, nella sua ventitreesima edizione, con il suo nome originale: “Il Salone del Libro”. Ed è subito una festa che non sembra risentire delle tempeste della crisi: più di 1400 espositori e una sessantina in lista di attesa in vista di una prossima estensione dello spazio, già molto vasto (51.000 metri quadri, 5 padiglioni, 27 punti destinati a incontri e dibattiti). Ricco di novità, di curiosità e soprattutto di presenze irresistibili, vale una visita questo vortice di proposte e di eventi costruiti intorno ai libri, protagonisi assoluti, che a quanto emerge già dal primo giorno, il 13 maggio, tengono testa agli e-book e alle incursioni telematiche in genere.
Da scoprire e da gustare è il Book Stock Village dedicato soprattutto ai più giovani. I lettori di domani, un flusso vivacissimo e denso, stanno decretando un’adesione inaspettata alle iniziative e al fasto scintillante e allegramente precario di quest’arena piena di colori e di iniziative accattivanti. (La Compagnia di San Paolo ne ha gran merito).
I rappresentanti del paese ospite, l’India, sono stati accolti in una serata d’onore e di inaugurazione che in clima di “serena affabilità” ha offerto un intervento dello scrittore psicanalista indiano Sudhir Kakar, un concerto insolito di musica tradizionale indiana accompagnata da suoni elettronici, un buffet che ha lasciato stupefatti i presenti per la fantasia sbrigliata della sua artefice, la tortonese Anna Ghisolfi. Al taglio del nastro il giorno seguente erano presenti il ministro Maurizio Sacconi e le autorità.
Il tema che unisce le cinque frenetiche giornate è “la memoria”, la memoria, che come ha detto Ernesto Ferrero, direttore editoriale del Salone, è realtà “mobile, sfuggente, cangiante”, e che in questa manifestazione non si sottrarrà a nessun confronto e si cercherà di fare apparire senza veli, né angoli ciechi: appunto, come recita il titolo, “svelata”. A questo filo conduttore si intrecciano letteratura, storia, filosofia, religione politica, scienze, arte, cinema. Negli incontri da non perdere si avvicenderanno grandi nomi nazionali e internazionali davanti ad un pubblico invitato a riflettere su questa importante banca del pensiero e del sapere. Si parlerà di Cavour, di mafia e di stato, di federalismo, di donne nel mondo del lavoro, delle insidie telematiche alla carta stampata e di infiniti altri argomenti. Degno di nota è “Lingua Madre”, dove emergono culture, esperienze lingue e suoni di tutto il mondo da storie piene di fascino. Una novità è il Premio internazionale del Salone del Libro. Ne sono finalisti tre star della letteratura: il messicano Carlos Fuentes, l’israeliano Amos Oz e il tedesco Paul Auster. Il pubblico è chiamato alla votazione.
Intanto nel suo bel padiglione, la Rai annuncia che il Prix Italia torna a Torino, e si varrà delle eccellenze locali, dal Museo del Cinema all’Università, ai “sistemi musicali”, fenomeno unico in Italia.
Lascia un Commento