Lunedi, 01/02/2010 - Relegati nello stretto spazio di un alloggio segreto, la famiglia tedesca dei Frank – padre, madre e due ragazze, Anna e Margot, insieme altre quattro persone, tutti ebrei – per venticinque mesi si illusero di sottrarsi alla persecuzione nazista. Il loro rifugio, una casa affacciata sui canali di Amsterdam, si era rivelato affidabile. Ma quando con il profilarsi della disfatta dei tedeschi i segregati già sentivano prossima la libertà, la Ghestapo li sospinse brutalmente sul calvario dei campi di sterminio. Era il 4 agosto del 1944. Fu il gesto di rabbioso disappunto del sergente delle SS Silberman, che nella concitata operazione del saccheggio dei valori degli arrestati sparpagliò a terra il contenuto della cartella di Otto Frank, a consegnare alla storia e all’umanità il diario di Anna, uno dei documenti più commoventi sulle aberrazioni del razzismo e la crudeltà della guerra.
Sull’inferno del nazismo tanto è stato detto, scritto e rappresentato; ma quel manoscritto con la cronaca dei momenti che hanno preceduto la cattura e la deportazione della piccola scrittrice dotata di straordinaria sensibilità e intelligenza, è una testimonianza unica per indicare ai giovani il valore della libertà e della pace. Per il Giorno della Memoria, il 27 gennaio, Assemblea Teatro ne propone a Torino un’evocazione teatrale. Lo spettacolo, un atto unico tessuto con parole, musica e canto, si intitola L’Albero di Anna, in ricordo del grande ippocastano visibile dalla fessura di una finestra del nascondiglio della ragazza, che le portava il suo messaggio di vita.
Con la stessa essenzialità della prosa del diario, l’intreccio richiama gli umori e il clima che ha circondato il gruppo dei murati vivi, l’alternarsi di speranze e di panico, di tensioni e di tenerezze, in un crescendo pieno di trasalimenti, fino all’epilogo annunciato dai colpi violenti alla porta. La rappresentazione è spoglia anche nell’impianto scenico: una radio, una seggiola, una finestra attraversata dalle immagini dolorose di alcuni filmati appartenenti all’archivio storico del Processo di Norimberga. Due brave attrici, Manuela Massarenti e Cristiana Voglino, si alternano nella lettura di pagine del diario, dei racconti e delle fiabe di Anna, impreziosite dal canto e dal suono della fisarmonica di Luca Zanetti. Poesia, ingenuità, colorita freschezza si alternano a fotografie e filmati in bianco e nero agghiaccianti. Trasfigurazione teatrale e documentazione storica, due tagli diversi per narrare di Anna e del suo tempo. Ma il messaggio è lo stesso. Lo raccoglieranno i ragazzi che hanno avuto la fortuna di essere risparmiati da avvenimenti tanto drammatici in questo spettacolo emozionante.
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