Torino Film Festival 2009 , edizione n. 27 - di Mirella Caveggia
Temi culturali e sociali, la sezione dedicata al cinema del passato e l’attenzione particolare ai giovani: ecco la nuova edizione di TFF dal 13 al 21 novembre
Lunedi, 09/11/2009 - Sempre pronto al sorriso, contento di avere ereditato un festival in ottima salute e soddisfatto di quello che con la sua squadra ha messo insieme, Gianni Amelio fornisce qualche anticipazione sul TFF Torino Film Festival (dal 13 al 21 novembre). Neodirettore della manifestazione internazionale dopo l’irruzione effervescente e poco duratura di Nanni Moretti, il regista calabrese di tanti film di qualità come “Lamerica”, e Leone d’oro a Venezia nel 1998 per “Così ridevano”, con il suo imbronciato e imprevedibile predecessore non ha nulla in comune. Pieno di entusiasmo e molto gentile sostiene: "Non voglio che i film mi assomiglino, né che il pubblico assomigli a me. Qui non sono in veste di un regista che si deve imporre, ma un curatore che risponde a tutti, anche a quello spettatore che io non sono. Certo, qualche trepidazione c’è, aggiunge Gianni Amelio. Ma questo è un gioco aperto: tasteremo e valuteremo i risultati. Se non saranno soddisfacenti correggeremo la rotta per l’anno prossimo. Va bene il cinema d’autore e quello di élite, ma senza preclusioni al film di divertimento. Non sarà scartato il cinema di genere, horror compreso, musical famosi e quei film che possono piacere al pubblico della domenica pomeriggio. Il TFF sarà un’apertura alla conoscenza di un cinema il più vario possibile, un progetto dove accanto al film sofisticato figura l’opera in digitale".
La struttura prescelta quest’anno ha eliminato etichette e formule, ma non la sostanza. Secondo la tradizione, rimangono immutate la propensione ai temi culturali e sociali, la sezione dedicata al cinema del passato e l’attenzione particolare ai giovani autori. I film si ispireranno a riferimenti letterari e i flussi si incanaleranno su “temi ricorrenti”: Musica, Famiglia, Coppia, Paesaggio, Viaggio, Televisione e Cinema.
Alcune novità sono previste: il Gran Premio Torino, in omaggio ad un regista che abbia lasciato un segno innovativo nel linguaggio del cinema. Il prescelto sarà Emir Kusturica, di cui si vedrà l’integrale di “Underground”, quasi 7 ore di proiezione. Gli si affianca la casa di produzione American Zoetrope di Francis Ford Coppola. C’è poi l’introduzione del Premio Cult, che riconoscerà in ambito internazionale il merito di una delle forme più penetranti del cinema di oggi: il documentario, “Il Cinema della Realtà”.
In giuria, presieduta da Sherin Solvetti, saranno solo in 5, non una pletora che finisce col trovare a fatica un accordo. E lui, che di tante giurie ha fatto parte, ne sa qualcosa. Bella l’idea di scegliere 6 registi italiani per parlare dei film alla radice della loro vocazione: Davide Ferrario, Matteo Garrone, Mario Martone, Paolo Sorrentino, Gianni Zanasi e Marco Bellocchio che ha confessato “Giuseppe Verdi” di Carmine Gallone e nientemeno che “Torna a casa, Lassie. «Ne vedremo delle belle» ha esclamato Gianni Amelio ridendo.
Il concorso c’è ancora: 16 film di 13 paesi. Torna l’Italia con 2 lungometraggi “La bocca del lupo, “Santina” di Gioberto Pignatelli e 3 americani di un cinema indipendente in ottima salute, che avrebbe meritato uno spazio speciale. Uno, diretto da una donna, che ha firmato un altro Nashville, piacerà incontrerà gran favore. Attenzione poi al convegno del 16, “Centralità dl cinema”, dove Natalia Aspesi parlerà di cinema e moda. Applaudito e coccolato di sicuro, si annuncia il rude e simpaticissimo Mario Monicelli, ultimo grande maestro, con la copia restaurata di “Risate di gioia”. E poi c’è la personale di Nicholas Ray; una rassegna del giapponese Nagisha Oshima, con anteprime mondiali assolute. Un bella presenza femminile? Charlotte Rampling
40 prime mondiali, 21 anteprime nazionali, 10 anteprime europee e 74 anteprime italiane. “Nowhere boy” in apertura, visto solo a Londra pochi giorni fa. “Tutti i film nascono liberi e uguali”, con questo motto preso in prestito Gianni Amelio ha decretato il suo amore per il cinema che a Torino è largamente condiviso.
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