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Torino. Dove sono finiti i fondi ministeriali per l’emergenza rom?

Torino. Dove sono finiti i fondi ministeriali per l’emergenza rom?

Eleonora Artesio, Paola Bragantini, Vittorio Agliano e Andrea Stara denunciano la situazione in cui si trovano i nomadi sul territorio

Giovedi, 23/12/2010 -
A un anno e mezzo dall’attribuzione al Prefetto di poteri straordinari per affrontare l’emergenza nomadi a Torino non è accaduto pressoché nulla. È quanto hanno denunciato questa mattina, nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Lascaris, il consigliere del gruppo Insieme per Bresso, Andrea Stara, la consigliera Eleonora Artesio, Gruppo Federazione della Sinistra, e i presidenti delle Circoscrizioni 5 e 6 , Paola Bragantini e Vittorio Agliano. I due quartieri di Torino nord infatti, insieme alla Circoscrizione 2, guidata dallo stesso Stara, sono quelli su cui si concentra essenzialmente la presenza nomade in città.



Nel maggio 2009 il Prefetto di Torino è stato nominato dal Presidente del Consiglio “Commissario delegato dal Governo per il superamento definitivo dello stato di emergenza in relazione agli insediamenti di comunità nomadi nel territorio della regione Piemonte”, con mandato fino al 31122010. Era anche previsto un primo stanziamento di un milione di euro. Questi fondi sarebbero dovuto servire per affondare l’emergenza nomadi in Piemonte.

Il 22 ottobre, in seguito all’approvazione da parte del Consiglio Regionale di un ordine del giorno sul superamento dell’emergenza nomadi, il Prefetto di Torino è stato audito dalla I Commissione consiliare, e ha annunciato l’arrivo di 5 milioni di finanziamento proprio per affrontare le situazioni di maggiore conflittualità. Ad oggi, però, nessun intervento è stato realizzato, mentre il mandato del Prefetto è ormai in scadenza.

Nel corso dell’audizione del Prefetto in commissione consiliare sono emerse le seguenti linee di indirizzo:



1) Indispensabile la sinergia tra gli Enti locali. I Comuni e i territori non possono essere lasciati soli a gestire l’emergenza. In primo luogo deve essere coinvolta la Regione, che deve svolgere ruolo di programmazione e erogare le risorse necessarie a cofinanziamento dei fondi ministeriali.



2) È necessario che tutti gli Enti locali facciano la loro parte in sinergia e in parallelo con il Commissario, anche e soprattutto nell’individuazione delle nuove aree dove insediare i campi regolari.



3) L’alleggerimento delle presenze attuali deve avvenire con il coinvolgimento e la collaborazione delle comunità rom stesse, attraverso percorsi di mediazione con associazioni come Terra del Fuoco.



4) I fondi ministeriali devono essere impiegati per affrontare le situazioni più complesse e emergenziali. Il campo regolare attrezzato con regole precise, però, può essere solo il punto di partenza per risolvere l’emergenza e non il punto di arrivo. Bisogna invece pensare a percorsi di integrazione e anche a progetti di autorecupero, come quello del Dado a Settimo





“La città sta facendo la sua parte, tanto che la rimozione dei rifiuti da lungo Stura Lazio è stata finanziata dal Prefetto, ma il trasporto e lo smaltimento se lo è accollato il Comune di Torino. Sia gli interventi per affrontare le emergenze immediate, sia le soluzioni di medio e lungo periodo richiedono una programmazione e dei finanziamenti certi. Invece la Regione e il Governo strumentalizzano il problema ma non fanno alcun passo nella direzione per affrontarlo. – denuncia Stara – Sgomberare un campo costa 500 mila euro e non risolve il problema, lo sposta. Un intervento di autocostruzione come quello del Dado a Settimo costa meno e ricolloca le persone in maniera definitiva”



Torino, 23 dicembre 2010



Stima approssimativa delle presenze di nomadi in città



Campi abusivi



- lungo Stura 500 presenze (per lo più rom di origine rumena, sistemati in baracche sulla sponda)

- via Germagnano 450 presenze (fuori dal campo regolare, a fianco dei canile rifugio e lungo tutta la sponda dello Stura fino agli stabilimenti Amiat ci sono due insediamenti abusivi e qualche roulotte/baracca isolata)

- corso Tazzoli 200 presenze (vicino alle Poste, su un terreno che avrebbe dovuto essere adibito a parcheggio, l’insediamento è recente, risale al giugno scorso, prima c’erano in uno spazio adiacente una ventina di persone accampate)

- ex-Fimit 50 presenze (Fabbrica di materiali plastici dismessa da un decennio, posta dietro la Manifattura Tabacchi, all’interno del Parco della Confluenza. L’immobile è stato ceduto all’Università e dovrebbe prima o poi ospitare la Suism)

- Continassa 100 presenze

- via Monteverdi 30 presenze (davanti alle Poste, al fondo del trincerone ferroviario)

- Strada Druento 50/100 presenze





Campi Regolari



- via Germagnano 200 presenze (campo attrezzato circa 7 anni fa, ospita parte delle famiglie che furono sgomberate dal campo dell’Arrivore su sponda destra dello Stura: rumeni+alcuni slavi)

- via Lega 150 presenze (sinti piemontesi, abbastanza ben inseriti nel territorio)

- strada Areoporto 300 presenze (campo recentemente spostato, a cavallo della tangenziale. Ospita per lo più rom slavi)

- Corso Unione Sovietica 200/300 presenze Sinti Piemontesi



Aree sosta presenti nella Provincia



- Beinasco 30/40 persone

- Collegno 180 presenze

- Rivalta 100 presenze



VI sono inoltre alcune esperienze di inserimenti in piccole comunità, come il Dado di Settimo o la Cascina in frazione Canarone a Chieri.



NB:

I dati sono soggetti a frequenti oscillazioni legate alle migrazioni stagionali.





nella foto: l'incendio del campo nomadi di corso Tazzoli

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