- Una mostra sul meridionalista Tommaso Fiore evidenzia i protagonismi delle donne del suo tempo. Rosa Capozzi è l’animatrice di un percorso che riserva ancora sorprese
Costanza Fanelli Venerdi, 27/06/2014 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Agosto 2014
“L’idea della mostra ‘Donne tra analfabetismo ed emancipazione. Dalle carte di Tommaso Fiore’ è nata guardando una piccola mostra nella Biblioteca Nazionale Sagarriga Visconti Volpi di Bari in occasione della Festa della Donna nel 2012: erano esposte alcune delle lettere che Tommaso Fiore aveva scritto a donne di cultura del secolo scorso e le loro risposte. Mi avevano incuriosito soprattutto i manifesti elettorali che invitavano le donne a votare. Di qui è nato il desiderio di leggere il carteggio Fiore e dalla chiacchierata con la responsabile del Fondo, Anna Maria Cassatella, che poi mi ha aiutato nell’organizzazione, mi è venuta l’idea di realizzare una mostra dedicata a donne che meritano di essere conosciute dalle nuove generazioni”. La curiosità e la passione di Rosa Capozzi (del CNR-IAC di Bari) hanno preso le mosse “dalle carte di un uomo eccezionale per cultura, sensibilità, umanità” e hanno permesso di conoscere le relazioni che hanno legato Tommaso Fiore a tante donne importanti della sua epoca: Sibilla Aleramo, Adele Bei, Palma Bucarelli, Ada Gobetti e Anna Maria Ortese, tra le altre.
La mostra dedicata a un meridionalista e tutta incentrata su figure femminili, è stata inaugurata presso il CNR di Roma a dicembre 2013, “poi è stata ospitata con successo incredibile (5000 presenze in una settimana) in Sala Murat a Bari, per andare poi ospite per due mesi dell’ABMC di Altamura, paese natio di Tommaso Fiore, ed è attualmente ospitata nell’Archivio di Stato di Bari sino al 23 settembre. Dal 27 settembre sarà presente nella più bella sala del Castello Carlo V di Lecce sino al 15 ottobre. Per poi andare all’Expo2015 a Milano, forse passando per Firenze, una decisione da prendere nei prossimi mesi. Per ora lavoro perché la Mostra di Lecce sia diversa da ognuna delle altre. Ho sempre aggiunto nelle diverse sedi documenti, oggetti, scenografie. Nel caso di Lecce delle chicche incredibili ma non voglio svelare il mistero…”. Cosa ha significato per te, donna legata tanto al Sud e appassionata di ricerca storica e documentarista questa esperienza? “È stata una grande sfida e una grande soddisfazione. Essere riuscita nonostante tutte le difficoltà, le persone che cercavano di remare contro, coloro che non volevano che si realizzasse una mostra così, a realizzarla comunque. Considero questo un bel risultato. Devo ringraziare la presidente del CUG del CNR, Gabriella Liberati, che ha creduto nella mia idea e che mi ha permesso di realizzarla. E devo ringraziare la Direttrice della Biblioteca Sagarriga Visconti Volpi, Eugenia Vantaggiato, che ha concesso la documentazione. E senza dimenticare la rivista NOIDONNE che ha messo a disposizione le annate del 1952, in originale, con degli articoli molto interessanti sul Primo Congresso della stampa femminile a cui Tommaso Fiore aveva partecipato e gli articoli di alcune delle donne che vengono fuori dal carteggio Fiore”.
Abbiamo partecipato con passione al primo allestimento a Roma presso il CNR con immagini e pagine che rievocano le lotte di emancipazione sociale e culturale delle donne. Grazie a questo stimolo abbiamo riscoperto il grande ruolo che ha avuto NOIDONNE in questi processi. “È stato bello conoscervi, collaborare, comprendere le difficoltà e guardare insieme al futuro. La rivista è meravigliosa, è tenuta in modo intelligente e moderno, i sorrisi di chi ci lavora sono incredibili, la serenità che si respira fa solo pensare ad una lunga e proficua collaborazione. Le idee ci sono, dobbiamo solo svilupparle insieme….”Davvero incredibile l’effetto, a distanza di molti decenni, del lavoro (intelligente) di un uomo!
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