Titolo*WWW_What Women Want. LA CALABRIA RIPARTE DALLE DONNE.
Incontro pubblico a Lamezia Terme il prossimo 1 ottobre del nuovo movimento femminile per confrontarsi su idee e proposte in vista delle prossime elezioni regionali.
Lunedi, 29/09/2014 - Maria Stella Ciarletta, consigliera regionale di parità è una delle animatrici di un nuovo movimento femminile nato in rete con l’esigenza di confrontarsi ed elaborare proposte per la Calabria. Il gruppo nato su Facebook vede tante donne unite nelle battaglie per l'introduzione della doppia preferenza di genere nella legge elettorale regionale.
Lei è da anni impegnata come consigliera regionale di parità in Calabria
Sono da otto anni la consigliera regionale di parità per la regione Calabria, mi occupo di tutti i temi che riguardano il lavoro femminile e correlato a questo tutti i temi che riguardano le politiche legati allo sviluppo territoriale, legato al genere compresa anche la questione della rappresentanza. Lavorare in Calabria su questi temi significa incontrarsi e lavorare con tantissime donne impegnate sia nel sociale che nel mondo imprenditoriale, che nel mondo associazionistico.
Come mai non si è riusciti a far passare la legge sulla doppia preferenza di genere, pur essendoci molte spinte sia dall’interno che dall’esterno della regione?
La regione Calabria ha riformato due volte la Riforma elettorale, una nel 2009 una nel 2014. C’è da dire che il consiglio regionale, che è andato ad approvare le riforme è composto tutto da consiglieri uomini ed hanno, in entrambe le volte, bocciato la doppia preferenza, addirittura l’ultima volta l’emendamento era stato proposto su base popolare, erano state raccolte oltre settemila firme di cittadine e cittadini di tutta la Calabria, che chiedevano l’introduzione della doppia preferenza di genere all’interno del sistema elettorale. Questa bocciatura ha determinato in noi la volontà di unirci per la questione della rappresentanza femminile all’interno degli organismi elettivi per la prossima tornata elettore regionale. Ma riguarda anche le giunte locali, perché recentemente l’ufficio da me presidiato ha avviato tutti i ricorsi per i comuni che non rispettano la presenza paritetica di uomini e donne nella giunta locale. Quindi la rappresentanza è una questione che riguarda trasversalmente tutte le donne in Calabria. Il rischio altissimo è che ci sia nuovamente un consiglio regionale composto esclusivamente di rappresentanti di un solo genere.
Come si è arrivati a questo? In questi anni c’è stato in Calabria un fermento delle donne che ha dato dei frutti concreti, ricordiamo su tutti l’elezione di Maria Carmela Lanzetta a Ministra degli Affari Regionali. Un importante risultato per tutte le donne calabresi
La mia lettura personale, che non è quella del movimento, è che ci sia uno scollamento tra le rappresentanze istituzionali dei partiti e delle figure istituzionali del consiglio regionale, e la società civile, cioè camminano a velocità diverse. L’esempio che ha fatto della Ministra Lanzetta, che al di la di tutto è una donna che crede nella rete delle donne e che crede in questo movimento, che lo anima, anche se non può partecipare per motivi istituzionali. L’esempio di Maria Carmela, dicevo, calza a pennello, perché a lei il riconoscimento arriva dal Presidente del Consiglio dei Ministri, cioè da Renzi, cioè da un soggetto terzo rispetto al territorio calabrese, arriva in un momento in cui su un territorio si valorizzano poco invece le donne impegnate in politica. Dall’interno si fa difficoltà e lo dico al di la dell’appartenenza politica. C’è una maggiore resistenza a valorizzare e a cogliere l’opportunità in questo momento di scommettere sulle donne.
Voi vi definite come movimento femminile che non ha partiti di riferimento. Secondo voi i movimenti femminili hanno più forza rispetto ad un partito o ad un riferimento politico?
Si secondo noi oggi è più forte l’idea del movimento. L’intuizione su come avviare il movimento è venuto insieme a Bianca Rende, Mariarosalba Bernaudo e Alba Mazzotta. In questo momento storico parlare alle donne in Calabria all’interno di un partito diventava poco credibile, proprio per la resistenza dal mondo politico istituzionale che ha avuto la reazione di un allontanamento delle donne dalla politica. In questo gruppo è più forte l’identità di genere dell’appartenenza politica che è quella comune a tutte per aver lavorato negli ultimi vent’anni sui temi femminili dall’inclusione sociale, alla disabilità, alla violenza di genere con i centri antiviolenza ecc.
Che cosa vi aspettate di concreto dall’incontro del 1 ottobre?
La nostra è una vera e propria assemblea partecipata, quindi ci sarà una coordinatrice dei lavori della riunione plenaria che è Raffaella Rinaldis direttora di FimminaTv. L’obiettivo è quello di fare delle proposte sul futuro delle politiche calabresi, non soltanto per quanto riguarda le donne direttamente, ma anche per tutte le politiche del territorio, ad esempio sull’ambiente, turismo, cultura e di proporlo al futuro governo regionale.
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