La fotografia come strumento di denuncia e di lotta politica. In mostra a Roma "Tina Modotti: un nuovo sguardo"
Mercoledi, 08/02/2012 - “Tina Modotti, sorella, non dormi, no, non dormi: forse il tuo cuore sente crescere la rosa di ieri, l’ultima rosa di ieri, la rosa nuova. Riposa dolcemente, sorella”. Sono questi i primi versi di una lunga poesia che Pablo Neruda dedica all’amica, grande fotografa e fervente militante comunista Tina Modotti, morta 46enne nella notte tra il 5 e il 6 gennaio 1942 a Città del Messico, in un taxi, sola, probabilmente stroncata da un infarto, ma secondo alcuni eliminata dagli stalinisti per evitare che dicesse la sua sull’assassinio di Trotzky. Comunque non sono solo le circostanze della morte ad apparire misteriose, in realtà è tutta la vita di Tina Modotti a essere così avventurosa da sembrare un romanzo.
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