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Tina Modotti

Tina Modotti

Terni -

Capati Valentina Martedi, 06/04/2010 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Aprile 2010

Peregrina ci è stata una vita. E l’ultima tappa dei suoi scatti si è fermata a Terni, in Umbria, dove le sue madri e i suoi burattini animano il Palazzo di Primavera fino al 4 aprile 2010. Tina Modotti, fotografa, esiliata, sarta, ha vissuto tante vite.

Lei artista non ci si sentiva, noi l’arte invece, soprattutto oggi, la rintracciamo in quelle vie di fuga che dominano l’orizzonte dei suoi ritratti più belli. E’ nella sezione ‘Architetture’ che ci svela il trucco. Le lunghe file di cavi elettrici, il margine della scalinata di un tempio greco cos’hanno i comune? La sostanziale linearità sfuggente.

C’è l’architettura che congela lo stato d’animo e poi c’è il popolo del Messico. Il popolo dai piedi grandi e stanchi, il popolo degli occhi intensi di donne e bambini, segnati dalla povertà e disegnati dalla dignità. Colti nella paradossale grandezza dello stare fermi in pieno lavoro.

Tre piani interamente dedicati a una vita ‘zingara’. Modella, attrice, attivista politica. Forse un nome tanto lungo (il suo per intero era Assunta Adelaide Luigia Modotti Mondini) non tradisce una vita intensa, non tradisce la volontà e la perfezione con cui Tina Modotti ha lasciato un segno giunto fino ad oggi. ‘Tinissima’ approda in Umbria grazie a Antonio Vanni, organizzatore dell’evento. Le 90 fotografie in mostra - selezionate dall'Archivio Modotti di Cinema Zero, a Pordenone - compendiano l’arte della fotografia, in una rassegna dal titolo Tinissima. Era Tinissima per uno dei suoi più cari amori e lo è per noi, visitatori cauti di un universo in punta di pennello. Un superlativo di donna in continua lotta tra la disincantata voglia di ritrarre e tramandare e la sentita volontà di coadiuvare la rivoluzione. Tina era nata a Udine nel 1896, morì in un taxi. Forse avvelenata, forse stroncata da un infarto a 46 anni. Si ipotizzò l’omicidio politico, una resa di conti di partito. Una vita di persecuzioni, di campagne contro di lei, il visto per l'Italia negato, le fughe. “Ora riposa in pace e dona l’immensità del mondo a noi” con queste parole la ricordava Pablo Neruda. E noi lo prendiamo a prestito volentieri.



 

(1 aprile 2010)

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