Anna Politkovskaja - A un anno dall’assassinio della giornalista russa, una targa in sua memoria è stata inaugurata a Roma
Ribet Elena Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Novembre 2007
“Anna Politkovskaja, Giornalista russa, testimone di libertà e attivista dei diritti umani”. Questa la scritta sulla targa per Anna Politkovskaja, a un anno dal suo assassinio avvenuto il 7 ottobre del 2006 mentre rientrava a casa. Inaugurata a Roma dal sindaco Walter Veltroni, si trova nel parco di Villa Pamphili.
“Ai funerali di Anna Politkovskaja non c'erano né capi di stato né Premi Nobel né picchetti d'onore - ha sottolineato Walter Veltroni nel suo discorso - di madri di Beslan, cecene e dei soldati russi sì, probabilmente ce n'erano, di sicuro col pensiero e col cuore erano in tante, strette a rendere omaggio a una persona che avevano sempre sentito vicino e a cui volevano bene”.
Non sono stati uomini di governo e di potere, non militari a onorare una giornalista libera e autorevole ma donne, madri, figlie. Ci si potrebbe chiedere se il largo di Villa Pamphili non sia un po’ decentrato per ricordare “una persona molto coraggiosa e una giornalista di valore straordinario, che è sempre stata dalla parte dei più deboli” come ha detto la collega di Anna Politkovskaja della Novaja Gazeta, Zoja Eroshok, presente alla cerimonia.
“Il suo studio era una camera di accoglienza per tutto il Paese. È stata uccisa in maniera crudele. Adesso è in corso anche un'inchiesta condotta dal giornale, e speriamo che gli assassini vengano trovati e puniti” ha affermato la Eroshok.
Veltroni ha ricordato che “a Grozny sotto i bombardamenti a portare aiuti umanitari ai civili e a fare in modo che gli anziani riuscissero a lasciare la città c'era lei, con gli ostaggi nel teatro Dubrovka di Mosca a tentare inutilmente una mediazione prima che tutto finisse in carneficina lei era lì. Era lì a raccogliere il dolore e le parole dei familiari della tragedia di Beslan dove non era riuscita ad arrivare in tempo perché, come è noto, lungo il viaggio era stata vittima di un avvelenamento.
A opporsi quotidianamente alla corruzione e all'arbitrio, a richiamare l'attenzione del mondo sui diritti negati nella Russia di oggi c'era Anna Politkovskaja. Andare a vedere e scrivere diventavano tutt'uno per lei con lo stare dalla parte delle vittime, dei più deboli, degli oppressi e degli sfruttati, era una testimone straordinaria perchè partecipe, non spettatrice”.
La figlia di Anna Politkovskaja, Vera, racconta di lei "mia mamma era una donna eccezionale che amava il suo lavoro, ma questo non le ha mai impedito di stare con me e mio fratello il tempo necessario. Faceva paura avere una mamma così coraggiosa e forte a fianco. Spero che un giorno nel nostro paese le persone si alzeranno in piedi; sono in ginocchio da tanti anni, quando il potere sarà obbligato a osservare i diritti delle persone allora forse i tempi saranno migliori”.
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