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Terremoto / Carpi, la parola al lavoro - di Isa Ferraguti

Terremoto / Carpi, la parola al lavoro - di Isa Ferraguti

La Mavimode è stata danneggiata dal terrenoto, ma vuole continuare a produrre. La testimonianza di Mattia Malavasi

Sabato, 09/06/2012 - “I miei genitori iniziarono la loro attività come importatori dall’India più di trent’anni fa, oggi siamo produttori di abbigliamento e accessori e abbiamo cinque dipendenti”. Mattia Malavasi presidia la Mavimode (info@mavimode.it), l’azienda di famiglia che è stata parzialmente danneggiata dal sisma del 20 maggio e volentieri ci spiega la situazione di un’impresa emiliana che, come tante altre, oggi si trova a fronteggiare un’emergenza causata da questo evento inaspettato. “Produciamo perlopiù sciarpe che vendiamo prevalentemente in Italia. È stata una geniale intuizione di mia madre, che ha saputo trasformare un oggetto per ripararsi dal freddo in un feticcio modaiolo che oggi viene venduto nei più bei negozi dall’Italia al Giappone. La mamma quest’anno è andata in pensione, pertanto non è più ufficialmente in azienda anche se rimane per me e per tutti la musa ispiratrice di ogni nostra collezione. Ad una donna puoi togliere la resistenza fisica ma mai il gusto”.



Il sisma ha colpito i vostri territori in modo inaspettato e il fenomeno continua a sorprendere per le forme inusuali in cui si sta manifestando. Come state vivendo questo evento?


Con grande apprensione, cercando di mantenere quella freddezza e quella lucidità che aiuta i miei collaboratori a lavorare meglio.



C'è un impatto psicologico che vivono le persone e poi ci sono gli effetti dei sisma sul tessuto economico. Quali le sue impressioni?

Il comparto moda ruota intorno a desideri, sogni, voglie, quasi mai necessità. Quindi necessita di un pubblico spensierato ed economicamente “rilassato”, questo momento ha scardinato sicurezze e accresciuto problemi economici già esistenti precedentemente in forma lieve ottenendo una paralisi degli acquisti.



In questi giorni ci sono preoccupazioni per la messa in sicurezza dei capannoni che non sono stati troppo danneggiati e in cui si potrebbe lavorare. Qual è la vostra situazione e cosa pensate in merito alla sicurezza?

È dovere di ogni titolare d’azienda preoccuparsi di fare lavorare se stesso e i suoi collaboratori in totale sicurezza, ma deve trovare nelle istituzioni un valido aiuto perché la collaborazione in questi momenti è l’unica strada percorribile.



A fronte di tutto ciò avete bisogni da risolvere nell' immediato e poi anche necessità nel medio e lungo periodo. Quali sono secondo lei le priorità nel breve e nel medio termine?

Servono interventi plurilaterali, non basta la singola operazione, banche, stato, assicurazioni, sanità ecc devono abbandonare la politica, gli interessi personali e attivarsi immediatamente per non perdere una credibilità già da anni compromessa.



Alcuni imprenditori pensano di portare via l'attività. Qual è la sua opinione al proposito?

L’imprenditore rischia costantemente ed è suo dovere fare l’interesse della sua azienda, ma nessun imprenditore abbandona uno stato dove si trova bene, quindi se lo stato troverà il giusto dialogo nessuno se ne andrà, in caso contrario sarà un fallimento.

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