Login Registrati
Terra barbara

Terra barbara

Terra Barbara, un esempio di medicina narrativa. L'arte usata come metodo di cura. E la cura stessa come un'alleanza tra persone.

Martedi, 29/11/2011 - Anche la vita può essere un'opera d'arte. Quando ci costringe a guardarci con occhi diversi e tutto non è più come prima. La malattia a volte è uno sbaglio che si sconta per sempre.



Irene è una giovane donna che attraversa la sua malattia a occhi spalancati, vigile, attenta a registrare i segnali di perdita delle sue facoltà, a costruire giorno per giorno una cura che le restituisca qualcosa di se stessa, e le insegni ad accogliere ciò che a poco a poco diventa.



Usa l'Arte, Irene, per ricrearsi una resistenza e quindi un'esistenza inedita.

La malattia è compagna dei suoi passi ma lei trova, nella narrazione, il modo di essere un passo avanti.



La medicina narrativa acquista con questo diario personale e collettivo una testimonianza etica ma soprattutto un metodo di cura da poter condividere.



Dal gesto estetico, personalissimo, che la porta a riusare l'Arte come cura al gesto etico di chi mette a disposizione se stessa per gli altri, è qui che si disegna la vocazione precisa di questa scrittura.Una dedica.

Non solo ai possibili malati – i cittadini di questo universo rimosso - ma soprattutto a chi cura li cura, spesso senza lasciarsi coinvolgere dalle loro intuizioni e dalle loro sommerse sapienze.



Tutti qui: medici, terapeuti e componenti della sua famiglia allargata ritrovano il senso di essere partecipi e complici di un dono.



La medicina narrativa è una testimonianza di costruzione, di pazienza, di volontà e di amore.



"C'era forse una volta il mio mondo"...

Inizia così questo diario.

La malattia è una persona. Ha un Nome e un Cognome.

La cura è un patto di alleanza.



L'Arte per Irene è un ricordo di ciò che è stata ma anche la misura possibile di ciò che può ancora essere, e in questa consapevolezza estrema la vita salva se stessa.



Lo specchio frammentato di un'identità cambia i mondi abitabili ma non le persone.

Perché l'io che qui narra è vasto come l'Oceano e il suo messaggio, racchiuso nella bottiglia, non fa rumore, non grida. Segue il ritmo dell'onda.

E' voce d'acque quella dei suoi medici-compagni, delle testimonianze di tutti gli esperti, è la marea delle perdite e delle conquiste, dei colori che diventano ricordi e delle parole che si sgretolano; è la luce delle opere struggenti (fotografie, installazioni, disegni) che Irene ha regalato all'Arte sapendo, lei più di ogni altro, che il luminoso Apollo sa essere il dio della cura.



L'1 dicembre ore 18.00 alla Casa internazionale delle donne (Roma), Irene Iorno presenzierà l'inaugurazione di un altro viaggio, quello del suo libro: "Terra barbara", edito da Il Caso e il Vento, curato da Id-Comunicazione e promosso in collaborazione con Archivia.



E saranno con lei le persone libro dell'Associazione Donne di carta a restituirle, in punta di voce, l'intensità delle sue parole.

Lascia un Commento

©2019 - NoiDonne - Iscrizione ROC n.33421 del 23 /09/ 2019 - P.IVA 00878931005
Privacy Policy - Cookie Policy | Creazione Siti Internet WebDimension®