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Teramo/ La Shoah spiegata alle giovani generazioni

Teramo/ La Shoah spiegata alle giovani generazioni

Un incontro con la scrittrice Edith Bruck e il regista Roberto Faenza e una mostra d'arte. Iniziativa del Centro di cultura delle donne Hannah Arendt

Lunedi, 27/01/2014 - “Auschwitz: il dovere di ricordare la Shoah. Quanta Stella c’è nel cielo, la testimonianza, il romanzo, il film”. Questo il titolo dell’incontro degli studenti di Teramo con la scrittrice Edith Bruck e il regista Roberto Faenza organizzato dal Centro di cultura delle donne Hannah Arendt di Teramo, impegnato a mantenere viva la memoria della Shoah e attento, con le proprie iniziative nelle scuole, alla formazione di una coscienza critica, civile e democratica dei ragazzi e delle ragazze. È un evento importante per riflettere con gli studenti delle scuole medie superiori e delle secondarie di primo grado della provincia sulla difficile condizione dei sopravvissuti ai lager nazisti nell’immediato dopoguerra, esperienza così soffertamente vissuta da Anita, l’adolescente protagonista del romanzo di Edith Bruck, “straordinario frammento di vita della scrittrice” nella definizione di Furio Colombo (Il Fatto Quotidiano, 16 gennaio 2014). L’incontro si svolgerà l’8 febbraio nel Cine Teatro comunale della città con ottocento ragazzi (preceduto da una conferenza stampa il 5 febbraio) - una delegazione per ogni scuola - che, attraverso domande frutto di studio e approfondimento sulla pagina tragica dello sterminio degli ebrei in Europa, apprenderanno dalla viva voce della scrittrice ebrea-ungherese-italiana Edith Bruck, sopravvissuta ad Auschwitz, l’orrore prodotto da Hitler. E ascolteranno come, attraverso la sua esperienza personale, sia nato il soggetto protagonista del romanzo che ha per titolo un verso del poeta ungherese Sandor Petofi. “Quanta stella c’è nel cielo” è la condizione dei salvati che nessuno voleva ascoltare, né parenti né amici. “Nella forma più tipica (e più crudele), l’interlocutore si voltava e se ne andava in silenzio”, scriveva Primo Levi. Nel romanzo l’unico essere umano, inconsapevole della favola nera di Anita, è un bimbo di pochi mesi e la giovane racconta a lui il lager, modo per sopravvivere e per tornare a vivere. Il regista Faenza, Docente all’Università degli Studi di Roma La Sapienza spiegherà perché, per non dimenticare la Shoah, ha scelto di fare del romanzo un film e pensando ai giovani come pubblico privilegiato. Nel pomeriggio Edith Bruck inaugurerà nelle sale di Villa Capuani-Celommi di Torricella Sicura la mostra “Il dovere di ricordare la Shoah” ispirata alla figura della scrittrice nelle sue testimonianze. Il percorso espositivo proporrà disegni realizzati dagli studenti delle scuole secondarie di primo grado della provincia di Teramo, installazioni dell’artista Lea Contestabile docente dell’Accademia di Belle Arti dell’Aquila e lavori degli allievi della stessa Accademia. La mostra sarà visitabile fino al 25 aprile 2014.



Guendalina Di Sabatino, Presidente Centro Hannah Arendt

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