Il 30 maggio a Teramo incontro su “Riflessioni per un uso non sessista della lingua italiana” organizzato dal centro di cultura delle donne “Hannah Arendt”
Patriarcato, sessismo, femminismo, valore della differenza sessuale, sessismo linguistico. Siamo sicure che le nuove generazioni di ragazze e ragazzi conoscano il portato culturale di questi termini ed espressioni elaborate nelle varie epoche nei percorsi di emancipazione e liberazione delle donne? Sessismo linguistico, in particolare, è una locuzione relativamente recente di derivazione statunitense (linguistic sexism) coniata negli anni sessanta-settanta del ‘900 per indicare il modo discriminatorio con cui viene rappresentata la donna attraverso il linguaggio. La correlazione fra linguaggio e differenza sessuale in Occidente ha interessato nel tempo studiosi e studiose di diverse discipline, in Italia è stata introdotta al grande pubblico di cittadine e cittadini dal libro di Alma Sabatini "Il sessismo nella lingua italiana" pubblicato nel 1987 dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il lavoro della linguista, coadiuvato da Marcella Mariani, Edda Billi, Alda Santangelo, apparteneva ad un ampio progetto politico della Commissione nazionale per la realizzazione della parità tra uomo e donna istituita nel 1984 e presieduta da Elena Marinucci. Quel lavoro, nel riconoscimento delle differenze di genere (gender), poneva la questione tra generi grammaticali e generi sessuali.
Secondo autorevoli studiosi e studiose il modo di esprimersi influenza il modo di pensare. Cecilia Robustelli esperta di linguistica italiana e del linguaggio di genere riferendosi al lavoro di Alma Sabatini scrive: “Al linguaggio viene riconosciuto un ruolo fondamentale nella costruzione sociale della realtà, e quindi anche dell’identità di genere maschile e femminile: è perciò necessario che sia usato in modo non “sessista” e non privilegi più, come fa da secoli, il genere maschile né tantomento continui a tramandare tutta una serie di pregiudizi negativi nei confronti delle donne, ma diventi rispettoso di entrambi i generi”. (treccani).
La questione posta da Sabatini metteva a fuoco l’occultamento della differenza di genere nell’uso della lingua che dà voce ad un solo soggetto: maschile, neutro e universale; pensiamo all’espressione i diritti dell’uomo: essa di fatto esclude la donna. “Uomo... chi ti ha concesso la suprema autorità di opprimere il mio sesso?” domandava nel 1791 Olympe de Gouges nella Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina che femminilizzava la rivoluzionaria Dichiarazione dell’89.
Parlare non mai è neutro, titola un fondamentale testo di Luce Irigaray. La filosofa psicoanalista e linguista belga negli studi su linguaggio e differenza sessuale ha messo in evidenza “che un uomo e una donna non generano il linguaggio e non strutturano i discorsi nello stesso modo, e non possono capirsi l’un l’altro, nemmeno ascoltarsi l’un l’altro, senza prima diventare consapevoli di questa differenza.”(Gioia Belardinelli).
Le donne soprattutto debbono diventare consapevoli del valore della differenza di genere. Ancora la maggior parte di esse che svolge professioni e ruoli tradizionalmente maschili ne rifiuta la declinazione al femminile perché svilente, ma così facendo si disconosce il genere di appartenenza e si nega la propria identità sociale sessuata.
Sulla base di queste considerazioni il centro di cultura delle donne “Hannah Arendt” di Teramo organizza per il prossimo 30 maggio nella sala polifunzionale della Provincia un incontro dal titolo “Riflessioni per un uso non sessista della lingua italiana” (locandina) con docenti, studentesse e studenti delle scuole superiori.
L’obiettivo è quello di avviare azioni concrete per sviluppare nuove modalità di comunicazione che contribuiscano a creare nelle giovani e giovanissime generazioni la sensibilità per un'identità di genere positiva e paritaria nel rispetto delle differenze. All’incontro interverranno: Guendalina Di Sabatino, presidente centro “H. Arendt”; Elena Marinucci, già sentrice e prima Presidente Commissione nazionale pari opportunità tra uomo e donna; Fiammetta Ricci, docente di Etica pubblica delegata alle Pari Opportunità dell’Università degli Studi di Teramo; Irene Giacobbe, femminista e giornalista; Grazia Scuccimarra, docente, attrice e autrice teatrale.
Concluderà Cecilia Robustelli, docente di linguistica italiana dell’ Università di Modena e Reggio Emilia, collaboratrice dell’ Accademia della Crusca.
Porteranno i saluti Luciano D’Amico, Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Teramo, Renzo Di Sabatino Presidente della Provincia di Teramo; Barbara Ferretti Vice Presidente della Provincia di Teramo; Maurizio Brucchi Sindaco del Comune di Teramo; Mirella Marchese Vice Sindaca del Comune di Teramo. Coordinerà Anna Di Silvestre del centro di cultura delle donne “H. Arendt”.
L’evento è patrocinato dal Comune di Teramo, dalla Provincia di Teramo, dall’Università degli Studi di Teramo. Media partner la storica testata “Noidonne”.
Lascia un Commento