Anno Europeo per le Pari Opportunità - Quattro sottosegretarie valutano gli effetti delle iniziative per l’anno europeo delle PO nel corso della rete nazionale delle Consigliere di parità riunite a Roma fino al 15 novembre
Angelucci Nadia Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Novembre 2007
Si sta svolgendo a Roma, proprio in questi giorni, l’incontro nazionale della rete delle consigliere di parità. Il meeting che si focalizza sull’Anno Europeo per le Pari Opportunità per tutti ha visto come protagoniste, il 13 novembre, quattro sottosegretarie che tra un bilancio dell’anno appena trascorso e le proposte per una progettazione sulle politiche di non discriminazione hanno lanciato alle consigliere di parità presenti sfide e consigli per rilanciare le politiche di pari opportunità sul territorio. Donatella Linguiti – Sottosegretaria per i Diritti e le Pari Opportunità per Tutti
“L’anno europeo per le Pari Opportunità ha avuto il merito di aver riattivato nei territori, attraverso le reti formali e anche quelle informali, una riflessione sulle varie realtà e sulle problematiche ancora esistenti. Basta pensare, ad esempio, a quanto si è messo in moto intorno alla questione della violenza a partire dalla ricerca dei dati e al fatto che un Piano nazionale antiviolenza non si può costruire senza una rete locale se si vuole incidere davvero nell’arginare il fenomeno. Questo è stato uno dei punti fermi nel corso del 2007 e ha rimesso in moto, in modo verticale e orizzontale, percorsi di mainstreaming delle donne. Stiamo lavorando ad un progetto di fattibilità per la stesura di una prima versione della finanziaria di genere in cui siano analizzate le risorse disponibili in relazione agli investimenti e alle ricadute dei provvedimenti sulla vita delle persone”. Franca Donaggio – Sottosegretaria alla Solidarietà Sociale
“E’ questa la buona occasione per fare un bilancio, prima dell’incontro di Lisbona dei prossimi giorni che chiuderà l’Anno delle Pari Opportunità, sulle forze e le iniziative messe in campo. Innanzitutto vorrei dire che grazie a questa ricorrenza è stato possibile ampliare il concetto di politiche per le Pari Opportunità investendo non solo il genere femminile ma tutte le persone che in vari modi si trovano in una situazione di svantaggio e collocare questo tema in una dimensione di diritti. Ritengo che questo sia un grande avanzamento di coscienza civile e sociale. Malgrado questo però bisogna segnalare che nel campo delle Pari Opportunità l’Italia è arretrata nelle classifiche internazionali. Si può andare indietro per involuzioni o per immobilismo, e io penso che la seconda ipotesi sia il caso del nostro paese. Per questo è importante rimettere in moto politiche che possano rilanciare la nostra democrazia. Perché questa è una delle grandi questioni democratiche che ci troviamo ad affrontare. I tre cardini sui quali, a mio parere, bisognerebbe ripensare le nostre politiche, fondandole sui diritti, sono: la rivoluzione demografica, il fenomeno migratorio ed il lavoro. Per finire vorrei fare un richiamo anche a tutte noi perché mi sembra che negli ultimi anni proprio le donne abbiano un po’ abbassato la guardia rispetto a questi temi e penso che dovremmo ripensare insieme a come ridistribuire il potere formale e renderlo sostanziale.” Maria Chiara Acciarini – Sottosegretaria alla Politiche per la famiglia
“Per prima cosa vorrei segnalare che l’Anno Europeo delle Pari Opportunità nel nostro paese vuol dire soprattutto l’applicazione dell’articolo 3 della nostra Carta Costituzionale: in questo articolo sono presenti tutti gli elementi di discriminazione che vengono combattuti sia di diritto (non discriminazione) che di fatto (rimozione degli ostacoli). Penso però che le politiche di genere abbiano bisogno di una prospettiva che sia anche a medio termine e non solo interventi annuali che alternano momenti di accelerazione a momenti di stasi. Per questo ci troviamo in una situazione di arretramento. E’ necessario che su questi temi ci sia unione e che si senta, come paese, che ci sono degli obiettivi comuni che sono vantaggiosi per tutti e non sono per le donne. Dobbiamo pensare che quando rinunciamo al lavoro delle donne stiamo rinunciando ad una grande risorsa per tutto il paese”. Rosa Rinaldi – Sottosegretaria al Lavoro
“Innanzitutto c’è un dato da cui dobbiamo partire ed è l’arretramento. Poi, c’è una interessante discussione in corso che ci interroga e che riguarda la rete e il suo ruolo, e il bilancio rispetto a quello che, anche come politiche, ci ripromettiamo di fare. A me interessa partire dall’analisi del contesto e dai dati della realtà e, ragionando su questo, capire cosa mettere in campo. Tutte le risorse investite in analisi e studi devono alla fine dirci qualcosa su come agire; non possiamo continuare ad investire in ricerche senza poi colmare quelle che sono le criticità. Dobbiamo mettere al centro una lettura economica del ruolo della donna nella società e nel lavoro e dobbiamo tenere molto presente anche ciò che è uscito dalla Conferenza di Pechino in cui gli stati si erano impegnati a dare un valore economico alle attività riproduttive. E’ fondamentale sottolineare che ha un peso nell’economia il fatto che qualcuno si fa carico del lavoro riproduttivo. Infatti per me è motivo di profonda insoddisfazione che nel Protocollo sul Welfare, che pure hanno votati tanti lavoratori, non si sia preteso di più. E’ su questi temi che dovremmo essere capaci di dare delle risposte; non si può fare la retorica della famiglia se poi non c’è un sostegno o se sono messe in campo solo delle politiche spot.
Ovviamente la condizione in cui ci troviamo non può essere vista solo come risultato di questo anno; queste criticità ce le trasciniamo dietro da tanto tempo e tutte noi dobbiamo farci delle domande. Noi abbiamo conquistato tanti spazi di partecipazione e di parità ma dobbiamo interrogarci anche sulla istituzionalizzazione della politica delle donne
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