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Tempi gravi per le democrazie

Tempi gravi per le democrazie

"Senza l’alleanza con le donne rischia di vincere il patriarcato..."

Giovedi, 28/07/2022 - Tra due mesi avremo già votato. Necessario non andare a votare con l’animo del perdente, eppure anche la sinistra sembra dare per scontata la possibilità della sconfitta. Si tratta invece di lavorare forte come sempre.
Le donne, forse meno pessimiste, ma sempre sole. 
Il Parlamento continua ad approvare e bocciare cose di “ordinaria amministrazione”, non ininfluenti: possono essere lette elettoralmente. Dalle cronache si è imparato che il Senato ha bocciato “il rispetto della distinzione di genere nella comunicazione istituzionale”. Vero; ma si può anche raccontare come sono andate le cose: non erano previsti problemi, tanto è vero che la votazione ha ottenuto 152 voti favorevoli, 60 contrari e 16 astenuti. Solo che Fratelli d’Italia ha chiesto il voto segreto perché il provvedimento investiva una questione etica e di coscienza e la presidente Casellati è stata pronta a concederlo. Le donne democratiche di Palazzo Madama hanno protestato perché “un altro colpo è stato inferto alle donne italiane” (chi glielo dice?), che “se questo è l'anticipo del nuovo Parlamento, questa è la destra reazionaria che vuole guidare il Paese”. Solo lo dicono prevalentemente le donne: non diventiamo mai protagoniste dei nostri diritti non perché siamo afone, ma perché veniamo ammutolite.
La solitudine politica delle donne è grave, ma in queste elezioni non faremo storie e ci impegneremo per evitare grossi guai a tutti. Ma dobbiamo anche alzare la voce e le pretese perché è necessario che nessuna si senta respinta delle difficoltà specifiche che non sono le stesse di un uomo, o che non subisca gli effetti di strumentalizzazioni insensate (“mentre le madri di famiglia non sanno come pagare le bollette, la sinistra vuole che si dica ministra quello che è istituzionalmente un ministro”. Come sa bene la Casellati che, quando arriva in aula, si fa annunciare dal commesso “entra il presidente” (purtroppo posso testimoniare che trent’anni fa voleva così anche la Iotti).
Non è per femminismo che non possiamo perdere nessuna.
Il problema gravissimo è infatti che la democrazia è in crisi non solo in Italia. Nel mondo crescono i poteri autoritari. Crescono le guerre (ormai interne all’Europa). Crescono le disuguaglianze tra ricchi (paesi e persone) e poveri. Crescono le violazioni dei diritti umani. Pochi giorni fa il regime che ha messo in carcere Aung San Suu Kji premio nobel per la pace e vincitrice delle elezioni dello scorso anno in Birmania, oltre ai 4.000 morti della guerra civile ha condannato a morte 4 dissidenti. Al di sopra di ogni peggior offesa alla libertà resta non simbolico, ma pauroso l’attacco di un anno fa al Parlamento americano da parte di una squadra di figuri tragici agli ordini di Trump che oggi torna a tentare di incastrare Biden. 
Senza l’alleanza con le donne rischia di vincere il patriarcato che vuole le mamme a salvare la famiglia mentre gli uomini combattono per la patria: non è un capriccio che ci sia consentito di avere un posto al vertice del ministero della difesa con il nome non equivoco di ministra. Perché se non fossimo sole e omologate potremmo scegliere di rinviare le guerre.
 

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