Film d'arte e d'amore - Nel suo ultimo film Taxi Teheran, Orso d’Oro al Festival di Berlino, il grande regista Jafar Panahi s’improvvisa guidatore di taxi nella sua città, Teheran...
Colla Elisabetta Lunedi, 31/08/2015 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Settembre 2015
Nel suo ultimo film Taxi Teheran, Orso d’Oro al Festival di Berlino, il grande regista Jafar Panahi s’improvvisa guidatore di taxi nella sua città, Teheran, per mostrare senza usare troppe parole, le difficoltà e le restrizioni del suo Paese amatissimo, l’Iran. Girando da solo e in esterni, il regista ha raccolto alcune storie di vita, piazzando la telecamera sul cruscotto del suo taxi, mettendosi alla guida, come attore, per le vie di Teheran, nonostante il divieto di girare imposto dal regime. Fra gli incontri più toccanti che il regista si trova a fare, quello con un uomo che sta morendo e chiede di poter fare testamento sul telefonino dell’autista/regista, affinché alla moglie non sia tolta la casa, e quello con l’amica attivista che porta rose in Tribunale, per la causa delle persone ingiustamente imprigionate. Altri momenti divertenti, ad esempio, con il venditore di videocassette che lo riconosce e dice ai clienti di essere suo socio, o con le vecchiette che devono compiere un rito sacro con il pesce rosso. Un film pieno di umorismo, poesia e amore per il cinema. “Le restrizioni sono spesso fonte d'ispirazione per un autore - ha affermato Darren Aronofsky, Presidente della giuria del Festival di Berlino 2015, in occasione della consegna dell'Orso d'oro alla piccola Hana Saeidi, nipote del cineasta e interprete del film - poiché gli permettono di superare se stesso. Ma a volte le restrizioni possono essere talmente soffocanti da distruggere un progetto e spesso annientano l'anima dell'artista <…> Jafar Panahi ha scritto una lettera d'amore al cinema. Il suo film è colmo d'amore per la sua arte, la sua comunità, il suo paese e il suo pubblico”.
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