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Tawakkul, Ellen e Leymah, pacifiste da Nobel

Tawakkul, Ellen e Leymah, pacifiste da Nobel

Editoriale di novembre 2011 - "Partiamo dal banale quotidiano, come hanno fatto loro, e salpiamo verso il futuro."

Bartolini Tiziana Martedi, 08/11/2011 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Novembre 2011

Una giovane blogger e giornalista yemenita che contrasta il sanguinario regime del presidente Ali Abdullah Saleh (Tawakkul Karman), una avvocata pacifista che si è battuta per il diritto di voto alle donne e per la collaborazione tra le diverse etnie (Leymah Gbowee) e poi Ellen Johnson Sirleaf, Presidente della Liberia (prima donna nel continente africano), un’economista che è stata anche ministra e ha sempre difeso i diritti umani del suo popolo. E’ un bel tris di donne quello che condivide il Nobel per la Pace 2011. Sono fuoriclasse o donne della porta accanto alle quali è stato riconosciuto un indubbio impegno civile? E’ difficile fare valutazioni così a distanza. Crediamo che sia forse nel timbro, nello stile che hanno saputo dare al loro fare, al loro porgersi sulla scena pubblica la chiave di lettura che le ha segnalate all’attenzione di Oslo. E siamo certe che nel loro agire quotidiano qualcuno le avrà apprezzate, ma molti le avranno criticate e, probabilmente, ostracizzate. Occuparsi di politica in quei luoghi è rischioso, e per le donne lo è ancora di più. Tawakkul, Ellen e Leymah, in un’operosità tenace e intelligente, hanno avuto (e continuano ad avere) il coraggio di andare controcorrente. Nei Paesi in cui vivono, difficili e crudeli, non è facile essere contro. Non è consentito, come donne, manifestare indipendenza nel pensare e nell’agire. Per le donne tutto è più difficile, più faticoso. La straordinaria normalità quotidiana, però, può esprimersi così, con l’affermazione di modalità non violente di lotta contro poteri molto forti e molto aggressivi. Questo è stato loro riconosciuto con l’assegnazione del Premio Nobel, conferma della volontà di farne un esempio per il mondo: un femminile positivo e propositivo, autorevole punto di riferimento per conquistare diritti e spazi di democrazia validi per tutti. Per noi donne occidentali, che con assai minor rischio (almeno per l’incolumità fisica) potremmo combattere molto di più, queste donne rappresentano uno stimolo, una sollecitazione ad avere un po’ di coraggio. Il sistema economico e sociale in cui viviamo è fatiscente e ci è nemico, noi donne siamo le prime vittime destinate a pagare la sua ormai palese insostenibilità. Riusciremo a seguire le loro orme e i semplici e rivoluzionari gesti delle nostre lontane amiche Nobel? Partiamo dal banale quotidiano, come hanno fatto loro, e salpiamo verso il futuro.





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