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TAR del Lazio, quote rosa e rappresentanza - di Paola Ortensi

TAR del Lazio, quote rosa e rappresentanza - di Paola Ortensi

La parità per legge è necessaria, per aprire la strada ai talenti delle donne.

Venerdi, 22/07/2011 - Il Tar del Lazio, chiamato in causa dalle denunce delle Consigliere comunali di Roma Monica Cirinna e Gemma Azuni, delle Consigliere di Parità provinciale (Cipriani) e regionale (Castelli) ed altri, preso atto e discussa la materia ha costretto il Sindaco di Roma ad azzerare la giunta e a lavorare per inserire una maggiore presenza femminile riequilibrando la rappresentanza femminile.

Il sindaco, fermatosi per ora ad un nuovo Assessore e ad un cambio di ruolo in qualità di Vice sindaco dell’unica Assessora già presente - scelta che lo mette a rischio di un nuovo ricorso - ha nominato Assessora Sensi con l’incarico ai grandi Eventi alle Olimpiadi del 2020 e Belviso, già Assessora, a Vice sindaco. Tra le altre cose: vista l’origine delle loro nomine ci auguriamo non dimentichino per quale ragione siano arrivate ad averle e che guardino ai loro progetti istituzionali con occhio e azioni sensibili, che facciano della loro una presenza femminile che tiene presente di essere tale.

La sentenza del Tar viene poi a pochi giorni dall’approvazione della legge sulle quote rosa nei Consigli di Amministrazione sia delle società quotate che in quelle a partecipazione pubblica . In verità la legge parla di diritto di ogni genere ad essere rappresentato, ma tutti sanno che il genere che manca è quello femminile.

Due avvenimenti seppur certamente diversi per gli ambiti a cui si rivolgono ma con un minimo denominatore comune: la scelta necessaria di usare “la legge”, le regole per poter garantire alle donne di “esistere” nei luoghi delle decisioni, del potere. Per dirla con una terminologia accreditata di avere diritto di rappresentanza.

Sappiamo bene come molte donne per lungo tempo abbiano guardato alle quote e più in generale all’imposizione di una presenza delle donne come quasi una sorta di umiliazione, ma per fortuna abbiamo capito, quasi tutte quelle che hanno a cuore gli interessi delle donne, che quella di legiferare e regolamentare una presenza femminile, imponendola, è una via obbligata almeno in questi tempi. Forse passeranno anche donne inadeguate, ma questo è fisiologico e non credo debba essere una preoccupazione. Pensiamo a quanti uomini inadeguati dilagano e nessuno se ne preoccupa o lo considera un problema.

Ciò di cui si può essere sicure/i è che vi saranno tante donne che emergeranno per le loro capacità e saranno pronte e visibili per una rappresentanza a diversi livelli perché solo avendo la possibilità di misurarsi si scopre di poter fare e potersi misurare adeguatamente affinando la propria professionalità

Non ci nascondiamo infatti che anche ai ruoli di rappresentanza ci si deve preparare e ci si deve attrezzare . E’ per questo, tra l’altro, che penso che la legge sulle quote rosa sia un opportunità da non sottovalutare affatto.

La legge diverrà attiva fra un anno dando l’indirizzo di coprire subito il 20% di quanto fissato nei posti disponibili per arrivare alla completa attuazione l’anno dopo e per tre mandati. Non è questa l’epoca, per nessuno che ami il paese e la democrazia, ma sicuramente non per noi donne in cui si possa “cincischiare” sulle cose. E allora anche sulla legge sulle quote nei CDA non è bene aspettare l’anno prossimo, ma considerarla sin da ora un’ottima e concreta opportunità di contaminarsi in un bel numero con i poteri decisionali e di rappresentanza delle imprese.

Prepararsi è lo stato d’animo corretto. Identificare tanti curricula come ha fatto già la Fondazione Belisario è un attività da perseguire. Tante, diverse, molteplici saranno le professionalità richieste ed è bene essere preparate e non trovarsi a scoprire di non avere la risposta professionalmente adeguata per quel campo di attività.

Quello da gestire è un obiettivo di interesse femminile collettivo. Più donne entreranno in campo come chiediamo nelle istituzioni e più seria sarà la possibilità di dare il meglio di noi senza neanche aver timore di mettere in moto una sana competizione tra le donne .

Una sana competizione che spinga a esprimere le energie migliori di donne di ogni età, di ogni esperienza, preparazione e professionalità.

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