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TAR: ANCHE IN SARDEGNA LA GIUNTA AZZURRA È NULLA

TAR: ANCHE IN SARDEGNA LA GIUNTA AZZURRA È NULLA

Annullata la Giunta regionale della Sardegna a seguito del ricorso della consigliera regionale e vice segretaria del PD Francesca Barracciu

Mercoledi, 03/08/2011 -
Il Tar Sardegna ha reso pubblica quest'oggi la pronuncia sul ricorso al Tar promosso dalla consigliera regionale del PD e vice segretaria del PD regionale Francesca Barracciu (nella foto) assieme a diverse associazioni e cittadine/i* con cui ha annullato la Giunta monogenere della regione Sardegna per violazione degli articolo 51, 3, 97 e 4, comma 2°.



"Giustizia è fatta. E' una grande vittoria per la democrazia di questo paese, vilipesa dall'arroganza maschilista di Cappellacci che ha eliminato man mano la presenza delle donne nel massimo organo di governo della Regione - commenta Francesca Barracciu -. Con questo dispositivo il Tar sancisce il sacrosanto diritto all'equa rappresentanza e certifica, dato importantissimo, che le pari opportunità nell'accesso alle cariche pubbliche sono principio costituzionale, "impositivo nei confronti di chi è chiamato a darvi applicazione". La portata di questa decisione è enorme, se si considerano gli effetti e i profondi sconvolgimenti che possono seguire in tutta Italia. Il solo rammarico è che sia necessario ricorrere ai mezzi estremi dei tribunali amministrativi per vedere affermato di fatto ciò che la Costituzione e numerose norme di vario grado già riconoscono come diritti. Cappellacci adesso deve disporre una nuova Giunta assicurando la presenza equilibrata dei due generi: non pensi di cavarsela inserendo una sola donna, perché se così facesse, visto il suo becero maschilismo, sono pronta a promuovere un nuovo ricorso. La soluzione migliore sarebbe che prendesse coscienza della sua inettitudine e si dimettesse, liberando l'isola dalla sua incapacità".



* il ricorso è stato promosso insieme alle associazioni Fidapa, Amistantzia, Noi Donne 2005, Socialismo Diritti e Riforme, Articolo 21 Cagliari; ai consiglieri regionali Claudia Zuncheddu e Chicco Porcu, alle deputate Amalia Schirru e Caterina Pes, al presidente della provincia di Cagliari Graziano Milia, all'assessore provinciale Laura Pulga, ai consiglieri provinciali Rita Corda e Enzo Strazzera, al sindaco di Sadali Romina Mura, all'assessore del comune di Sassari Monica Spanedda e a una sessantina di cittadine e cittadini della Sardegna.






qui di seguito, i lanci di agenzia sul tema:



GIUNTA REGIONALE: TAR SARDEGNA, TENACE VOLONTA' DI ESCLUDERE DONNE

(AGI) - Cagliari, 2 ago. - Il presidente della Giunta regionale "non ha compiuto la necessaria attivita' istruttoria per acquisire la disponibilita' alla nomina di persone di sesso femminile, ne' ha motivato adeguatamente le ragioni della mancata applicazione del principio dell'art. 51 della Costituzione". Lo sostengono i giudici del Tar Sardegna che hanno accolto il ricorso presentato da associazioni femminili contro la composizione della Giunta Cappellacci che aveva escluso la presenza femminile dall'esecutivo. Nelle diciotto pagine della sentenza i giudici amministrativi ricordano che "l'art 51, come il 3, il 97 e il 4 della Costituzione operano di per se', senza bisogno di disposizioni attuative ulteriori".

Il Tar ribadisce "l'accesso in condizioni di eguaglianza ai pubblici uffici e cariche elettive, a prescindere dal sesso di appartenenza. Nella vicenda - scrivono i giudici - si evidenzia una tenace e riaffermata volonta' politica di escludere le donne dalla gestione dell'ente regione, con l'implicita ammissione che solo una legge regionale potra' eventualmente costringere ad una composizione equilibrata della Giunta". C'e' stata, quindi, "una totale disapplicazione delle norme e dei principi costituzionali volti ad affermare l'esigenza che non ci siano forme di discriminazione a carico delle donne non solo in occasione dello svolgimento di competizioni elettorali, ma anche e soprattutto allorche' si cerchi di procedere alla nomina degli organi deputati alla gestione dell'Ente regione".



GIUNTA REGIONALE: TAR SARDEGNA, TENACE VOLONTA' DI ESCLUDERE DONNE (2)


(AGI) - Cagliari, 2 ago. - Con la sentenza il Tar Sardegna ha annullato i provvedimenti di nomina, il 4 ottobre 2010, degli assessori Mario Floris (Affari generali), Giorgio La Spisa (Bilancio e programmazione), Giorgio Oppi (Ambiente), Andrea Prato (Agricoltura), poi sostituito da Mariano Contu, Oscar Cherchi (Industria), Franco Manca (Lavoro), Sergio Milia (Cultura), Antonello Liori (Sanita'), Angelo Carta (Trasporti), poi usciti dall'esecutivo; quelli con cui il 5 ottobre successivo sono stati nominati assessori Nicola Rassu (Urbanistica) e Sebastiano Sannitu (Lavori pubblici); quello del 6 ottobre della nomina di Luigi Crisponi ad assessore al Turismo, Artigianato e Commercio; e i piu' recenti del 28 febbraio scorso per la nomina di Christian Solinas ad assessore ai Trasporti, e di Mariano Contu, il 7 marzo, ad assessore all'Agricoltura.

Progressivamente, dall'inizio della legislatura, la componente femminile si e' persa nei numerosi rimpasti di Giunta, nata nel rispetto della parita' di genere in ossequio alla legge statutaria della Regione, poi cassata dalla Corte costituzionale. Dopo la pronuncia della Consulta, le donne sono state pian piano sostituite da assessori uomini.

"La sentenza parla di rispetto dell'equilibrio, il presidente Cappellacci non creda di risolvere tutto con la nomina di una sola donna. Siamo pronti ad un nuovo ricorso", ha detto Francesca Barracciu (Pd), promotrice del ricorso al Tar contro la nomina della Giunta Cappellacci, commentando la decisione dei giudici amministrativi hanno dato ragione alle tante associazioni femminili che hanno contestato i decreti di nomina. Maria Grazia Caligaris, dell'associazione Socialismo Diritti Riforme, ha sottolineato che non si tratta di una battaglia vinta dalle donne o dal centrosinistra: "e' una battaglia vinta dalla societa' - ha spiegato - che non puo' fare a meno di professionalita' e competenze femminili". Per il consigliere provinciale di Cagliari Rita Corda (Pd) e' una bella vittoria per tutte le donne: "L'Italia ha principi e leggi che devono essere applicate - ha detto - e questo afferma la sentenza. E' l'occasione anche per lanciare la riforma elettorale con la doppia preferenza di genere".

Rina Salis, presidente Fidapa, ha ricordato che la sua associazione e' trasversale e tutte le socie, anche di centrodestra hanno aderito al ricorso. "E' il colpo di grazia per i fallimenti di Cappellacci - sottolinea Claudia Zuncheddu, consigliere regionale Indipendentistas - dobbiamo riflettere pero' sul fatto che e' un tribunale a sancire un vuoto democratico".



Oltre ai decreti di nomina, il Tar ha annullato, come richiesto dal ricorso, anche "ogni altro atto presupposto, inerente o conseguenziali" ai decreti di nomina degli assessori. Per il lungo elenco di firmatarie del ricorso, donne singole o rappresentate da associazioni che si sono affidate allo studio dell'avvocato Costantino Murgia, quella di oggi e' una giornata storica.

La seconda sezione del Tar Sardegna presieduta da Rosa Panunzio (consigliere Francesco Scanu, estensore Tito Aru), nel motivare la loro decisione, hanno ripercorso le vicende che hanno portato alla nomina dei 12 assessori uomini. Dopo la vittoria elettorale, il presidente Cappellacci aveva nominato 4 assessori donna, ma allora era in vigore la norma statutaria che imponeva le "quote rosa" (pari al 40 per cento), una norma che venne cancellata dalla Corte Costituzionale nel maggio del 2009. Nell'ottobre 2010 "il presidente in carica provvedeva alla nomina di una nuova compagine assessoriale, questa volta non incontrando, in materia di pari opportunita', il limite della legge statutaria", ormai non piu' in vigore. "Ebbene, in tale occasione si e' proceduto alla nomina di 12 assessori tutti uomini", si legge nella sentenza.

I giudici amministrativi evidenziano ancora che anche quando furono cambiati degli assessori, furono scelti ancora una volta due uomini. Da qui la volonta' di escludere le donne riscontrata dal Tar.



GIUNTA REGIONALE: CONSIGLIERE PARITA',SENTENZA TAR SVOLTA EPOCALE

(AGI) - Cagliari, 3 ago. - "La sentenza del Tar Sardegna, che impone il rispetto del dettato costituzionale in materia di parita' nell'accesso alle cariche pubbliche, segna una svolta epocale nella storia istituzionale, politica e sociale della nostra Isola". E' quanto dichiarato dalla consigliera regionale di Parita' Luisa Marilotti insieme a tutte le Consigliere di parita' delle province sarde, Tonina Dedoni, Cagliari, Eliana Masala, Sassari, Angela Spada, Oristano Laura Lampis, Nuoro, Tiziana Putzolu, Medio Campidano, Valentina Corda, Carbonia Iglesias, Liliana Brundu Olbia Tempio.

Le consigliere di Parita' della Sardegna fin da subito avevano espresso un fermo richiamo alle massime rappresentanze delle Istituzioni sarde, esprimendo una forte preoccupazione per l'incomprensibile esclusione delle donne dal governo della Regione, nonostante le positive esperienze delle precedenti giunte regionali, e avevano dato il loro pieno sostegno alle consigliere regionali Francesca Barracciu, promotrice del ricorso, sottoscritto da numerose Associazioni e innumerevoli rappresentanze istituzionali.

"Ci auguriamo- hanno sottolineato le consigliere di Parita' - che da questo inequivoco pronunciamento possa scaturire, finalmente, quel profondo rinnovamento del governo della cosa pubblica, che a partire dalla Regione si propaghi in tutte le Amministrazioni Locali in ritardo nella ricezione dei principi di parita': cio' consentira' alla nostra Isola di attuare pienamente quel diritto di cittadinanza, da cui di fatto le donne sono state largamente escluse, e di adeguarsi alle norme europee in materia di pari opportunita' ed equita' nella rappresentanza". (AGI)





LEGGI L'ARTICOLO SUL CASO DELLA GIUNTA ALEMANNO A ROMA



(3 agosto 2011)

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