Sassari - La filosofia dello sportpertutti e la presenza delle donne in (quasi) tutti i livelli
Casula Maria Pina Lunedi, 15/11/2010 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Novembre 2010
Qual è la faccia dello sport femminile? Uno sport fatto di campionesse? Donne forti, brave atlete, mogli e madri a tempo pieno che riescono a conciliare, spesso con grande determinazione e spirito di sacrificio i tempi dello sport con i tempi della famiglia e del proprio privato? Sicuramente. È una bella immagine, spesso utilizzata negli spot televisivi per pubblicizzare prodotti vincenti. Ma è riduttiva.
C’è un’altra faccia dello sport femminile, né alternativa né concorrente alla prima, semplicemente altra. Sono le tante donne entrate nel mondo sportivo in punta di piedi, magari non da giovanissime, senza nessuna ambizione di grandi risultati se non quelli personali, rapportati ai propri limiti e alle proprie attitudini. Donne che hanno capito e condiviso l’idea che muoversi fa bene alla salute, che è cura del corpo e della mente; che vedono nell’appuntamento in palestra, in piscina o nel parco anche un’occasione di socializzazione, opportunità di nuove conoscenze, oltre naturalmente ad apprezzarne gli immancabili effetti benefici.
Il comitato UISP di Sassari, oltre venti anni fa, ha iniziato timidamente a proporre i primi corsi per adulti di attività motoria, ginnastica dolce e in acqua, sposando la filosofia dello sportpertutti, dunque corsi accessibili a tutti per costi e dislocazione nel territorio. La città ha risposto con entusiasmo tanto che oggi i corsi sono più di trenta proposti nei diversi quartieri della città, complice la presenza di una palestra scolastica o talvolta di un palazzetto sportivo o una piscina.
C’è un’attività sportiva di base che non necessita di grandi e ultra moderni palazzi dello sport, con campi regolamentari e attrezzi super sofisticati, ha bisogno solo di gente che vuole muoversi e tecnici formati e preparati. La professionalità degli operatori è importante perché lo sport per tutti non è uno sport di serie B.
Nonostante i corsi fossero destinati a entrambi i sessi l’adesione in massa è stata tutta femminile. Ancor oggi a fronte di oltre un migliaio di donne, con età variabile dai 40 agli 85 anni, soltanto qualche decina di uomini.
Pian piano anche in un mondo prettamente maschile, come quello sportivo, le donne cominciano a cambiare il volto dell’associazione, ben interpretandone il valore aggregante e solidaristico, fanno attività motoria insieme, partecipano a gite ed escursioni portando con sé mariti, compagni, amici, frequentano corsi di alfabetizzazione informatica e di découpage, organizzano feste e serate danzanti.
Grazie a questa esperienza la presenza delle donne nell’associazione inizia a consolidarsi. Oltre alle giovani atlete praticanti le diverse discipline sportive, muovono i primi passi alcune giovani diplomate ISEF che vedono nell’UISP la possibilità di lavorare formando e specializzando le proprie competenze. Non più, o non solo, giovani maschi prevalentemente del settore calcistico ma anche tante donne. Donne che iniziano ad occuparsi di nuove attività, per rispondere alle diverse esigenze che emergono nella società e nella realtà locale. Esigenze sentite soprattutto dalle donne sulle quali, ancor oggi molto spesso, oltre al lavoro fuori casa, grava in maniera considerevole il lavoro domestico e la cura dei figli e dei familiari a carico.
Gli ultimi dieci anni hanno visto il consolidamento del ruolo delle donne e la loro assunzione di responsabilità diretta sulle scelte politiche dell’associazione. Giovani donne tra i 26 e i 46 anni. È donna il presidente del comitato; sono donne la responsabile della comunicazione, la coordinatrice dell’attività motoria, le coordinatrici dell’area giovani, la responsabile del settore diritti e welfare, la referente provinciale dell’attività motoria, la coordinatrice del ludobus, la referente del terzo settore, la responsabile del settore ricerca giochi tradizionali.
Tuttavia ancora qualche neo c’è: nel consiglio direttivo, la maggioranza è composta di uomini, ma l’elezione di una presidente donna è una novità che apre nuovi spiragli. Sarà anche sua responsabilità creare le condizioni affinché il futuro prossimo veda la presenza e l’assunzione di responsabilità da parte di nuove leve femminili; donne capaci e preparate che hanno formato le loro competenze all’interno dell’associazione e ne conoscono le mille sfaccettature. I numeri e i risultati ottenuti dicono che questa di consapevolezza è possibile.
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