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Tante donne medico, poche ai vertici

Tante donne medico, poche ai vertici

Professione dottore - A Caserta il 28 settembre un convegno della Fnomceo dal titolo "Medicina e sanità declinate al femminile" affronta i problemi delle discriminazioni professionali e nelle carriere; intervista alla dottoressa Teresita Mazze

Redazione Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Settembre 2007

Quante sono le iscritte alla Fnomceo e quali posizioni occupano, quali specialità preferiscono, quante prediligono l’attività ospedaliera, quante nel territorio. Questi alcuni dei temi affrontati nel corso del convegno nazionale "Medicina e sanità declinate al femminile" che si svolge a Caserta il 28 settembre. L'evento, pensato e voluto dalla Federazione Nazionale Ordini Medici Chirurghi e Odontoiatri, intende analizzare uno dei grandi cambiamenti nel mondo sanitario italiano: l'aumento in modo esponenziale del numero delle donne nella professione medica. Questi i numeri: le donne che lavorano nella sanità negli ultimi venti anni sono passate dal 42 % nell'anno accademico 1987-1988 al 50% nel 1993-1994 e oggi sono più numerose degli uomini. Tra i laureati dal 2005 la presenza femminile risulta maggioritaria (con il 59%), rispetto a quella maschile. Però, come accade in tutti gli ambiti lavorativi, alla qualità della preparazione professionale e ai massimi punteggi raggiunti dalle donne non corrisponde un adeguato riconoscimento negli avanzamenti di carriera. Infatti sono solo il 3% le donne cui è affidata la direzione generale di aziende sanitarie o ospedaliere, il 4,5% ha compiti di direzione amministrativa e il 9% svolge ruoli sanitari di primo livello. Il convegno di Caserta intende porre all'attenzione nazionale una riflessione sul come fare, cosa fare per affrontare in modo incisivo il tema delle Pari Opportunità nella sanità individuando meccanismi di sostegno che rendano la professione più inclusiva. Per questo ciascun ordine professionale ha elaborato proposte finalizzate allo studio di un sistema organizzativo nelle realtà sanitarie, che supporti il cambiamento, a promuovere modifiche legislative che diano il supporto alle donne impegnate sia nell’attività di madre che di medico, a garantire ai cittadini un sistema sanitario che permetta l’inserimento delle donne a tutti i livelli dirigenziali e nei vari ambiti specialistici, che integri il valore apportato dalle donne, nel mantenimento della sua sicurezza e qualità. Inoltre nel corso di una tavola rotonda le top manager sanitarie affrontano il nodo di una medicina declinata al femminile in una maniera culturalmente - oltre che operativamente - creativa, per rispondere a nuove esigenze sociali e cercando di tracciare, partendo dalla propria esperienza sul campo, una direzione da seguire perché le donne siano sempre più protagoniste di una sanità ispirata profondamente ai valori della solidarietà.

Informazioni: www.fnomceo.it


INTERVISTA ALLA DOTTORESSA TERESITA MAZZEI

La dott.sa Mazzei è Tesoriere dell'Ordine dei Medici di Firenze e membro della Commissione per le Pari Opportunità della Federazione

Quel’è lo spirito di questo convegno?
È la prima volta che la nostra federazione ordinistica organizza un evento di questo tipo. Vogliamo che sia un’azione positiva nei confronti del sempre maggior numero di donne medico.

Perché, secondo lei, le donne non fanno carriera?
Le ragioni sembrano molto scontate, ma si tratta in realtà di ragioni dimostrate in tutto il mondo: è sulla donna che ricade il peso della famiglia, dell’educazione dei figli, dell’organizzazione e gestione familiare e della casa in genere, dell’assistenza agli anziani. Purtroppo la donna viene penalizzata in questo, basti pensare che secondo le statistiche fanno più carriera le donne nubili senza figli rispetto alle donne sposate e con figli.

Che aspettative avete da questo convegno?
Con questo convegno vogliamo che si prenda atto dei numeri. Non solo l’altra parte, ma noi stesse donne, dobbiamo renderci conto della situazione. Ormai il 59% delle persone iscritte a medicina sono donne, e questo dato è destinato ad aumentare progressivamente: tra una decina d’anni si calcola che avremo scavalcato gli uomini anche come iscritte all’albo.
Abbiamo dati dal nord Europa e dall’America, ma purtroppo la letteratura italiana sull’argomento è carente. Il Royal College of Medicine inglese, ad esempio, si è mosso già da anni su queste tematiche. Partire dalle statistiche può aiutare a inquadrare la situazione.

Quali sono le possibili soluzioni al problema della discriminazione professionale?
Con questo convegno vogliamo fare un primo passo, rivolgendoci al nostro sistema sanitario con la richiesta di creare dei supporti per le donne medico. Prevedere orari part-time, creare asili negli ospedali, promuovere facilitazioni per queste donne che lavorano e che hanno una famiglia; se non si lavora su questo, la nostra struttura sociale crolla.
Per questo abbiamo coinvolto istituzioni e invitato i Ministeri (della Salute, delle Pari Opportunità, ecc): il convegno sarà un importante momento di discussione e riflessione, ma non ci fermiamo qui.


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