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Tabacchine

Tabacchine

Parole e immagini - Il libro di Stefania Scateni, dedicato alle operaie della Fattoria Autonoma Tabacchi di Città di Castello

Flavia Matitti Martedi, 10/04/2012 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Aprile 2012

In occasione della Festa della donna l’uscita del romanzo Dove sono di Stefania Scateni (edizioni Nottetempo, pp.192, €.15) e una mostra fotografica dal titolo Delle donne e del lavoro, allestita a Roma presso la Casa delle Letterature (fino al 6/4/2012, catalogo Petruzzi), fanno luce su una realtà lavorativa finora poco conosciuta, quella delle tabacchine, operaie stagionali assunte e licenziate ogni tre mesi, che svolgevano un lavoro duro e logorante. Il mondo, tutto al femminile, narrato nel libro e documentato in mostra, riguarda in particolare le operaie della FAT, la Fattoria Autonoma Tabacchi di Città di Castello, un’azienda fondata nel 1911 e attiva ancora oggi, dove nei momenti migliori hanno lavorato fino a 1500 operaie. Stefania Scateni, scrittrice e giornalista che dal 2001 dirige le pagine culturali dell’Unità, è originaria della cittadina umbra, dove sua mamma faceva la tabacchina, perciò conosce bene le condizioni di lavoro delle operaie della FAT, sulle quali inoltre si è documentata con scrupolo. Tuttavia il romanzo, che si sviluppa su un doppio registro, non solo sociale ma anche intimo e psicologico, conserva intatta la freschezza e l’intensità narrativa dei racconti ascoltati in famiglia. E il destino che incombe su queste donne coraggiose ma indifese, protagoniste di tante dolorose vicende, conferisce loro la grandezza tragica dei personaggi del mito. Sono figure femminili autentiche e universali, quasi degli archetipi, perciò le loro vicende colpiscono profondamente l’immaginario e restano nel cuore. “Non è però un libro autobiografico – precisa l’autrice – anche se tutto mi riguarda”. Piuttosto come scrive in una pagina del romanzo: “Questa storia è come un fiume, scorre così, non ci posso fare niente. Questa storia è dentro di me, da sempre. E dentro questa storia ce ne sono mille altre. Come un fiume trascina detriti, rocce, rami, piante e animali, questa storia rapisce e abbraccia in un vortice altri personaggi, altre favole, nuovi racconti. Celeste, Tosca, Delfa, Assunta, Veronica, la bambina mi appartengono e io appartengo a loro, come l’acqua che scorre e tutto ciò che si prende la corrente. Potrei essere una qualsiasi delle donne di questa storia, Tosca che intride la pasta, Delfa che muore d’amore, Assunta che non vuole sua figlia. E invece, chiunque io sia, fin da piccola ho guardato a queste donne, alle loro vite, come a persone che non potevano assomigliarmi. Erano donne da non emulare. Piuttosto da riscattare. E questa possibilità non mi è mai passata per la testa”. E tuttavia questo libro appassionante e necessario ha anche il merito di restituire voce e dignità a un mondo altrimenti dimenticato. Sempre sul tema del lavoro femminile si segnala la mostra Mestiere donna. Immagini del Dopoguerra nelle foto dell’Archivio “Avanti!” allestita a Roma presso la Casa della Memoria e della Storia (fino al 12/4/2012, catalogo Artemide).

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